The Day After: quando le sostituzioni contano tanto

17.09.2018 08:55 di  Franco Avanzini   vedi letture

Partenza lenta, poi i giri del motore sono aumentati e il genoa ha portato a casa i tre punti contro il Bologna, basilari per il futuro rossoblu e soprattutto importanti dopo la débacle patita sul campo del Sassuolo. Il merito è soprattutto del tecnico Davide Ballardini che ha saputo variare l'assetto tattico iniziale inserendo elementi che, di fatto, hanno mandato in tilt la retroguardia avversaria. 

Intanto Kouame che ha deliziato il pubblico con alcuni stop sulla riga di campo e ha saputo regalare ai compagni le giuste accelerate sulle quali gli statici difensori bolognesi poco hanno potuto. L'attaccante venuto dal Cittadella ha una corsa interessante, buoni mezzi tecnici e deve esser solamente un po' sgrezzato. Ma il futuro è tutto dalla sua parte anche grazie alla giovanissima età.

L'altro elemento che ha cambiato di fatto la partita è stato Darko Lazovic. Spesso, troppo spesso, criticato, il serbo è entrato con il piglio giusto e ha messo in difficoltà i centrocampisti emiliani. Soprattutto quando si è portato a fare la mezzala sinistra ha potuto far vedere alla platea le sue doti nel dribbling e comunque anche la "solita" voglia di lottare su ogni pallone. Peccato che non sia stato fortunato in occasione di una sua serpentina conclusa con un rasoterra di poco a fondo campo. 

La partita contro il Bologna ha fatto capire che probabilmente, rispetto allo scorso anno, il Genoa debba giocare più per provare ad offendere che semplicemente per difendersi. Il primo tempo ne è stata la prova. Abulico, privo di idee anche perché in mezzo al campo Mazzitelli e Hiljemark rallentavano il gioco sbagliando pure tanti palloni. Così in attacco il povero Piatek di sfere ne vedeva davvero pochine.   

Con un Grifone più attivo in fase propositiva ecco che la squadra ha mostrato accelerazioni interessanti, ha saputo mettere in difficoltà gli avversari arrivando quindi al gol partita. Poi gli undici in campo sono riusciti anche a difendersi tranquillamente contro un Bologna spuntatissimo in avanti e praticamente nullo sotto porta (Marchetti in pratica nn ha fatto mai una parata reale).

Un capitoletto a parte ovviamente lo merita Piatek. Segna sempre lui, è il capocannoniere della Serie A e non sembra volersi mai fermare. Ha sens della posizione, buoni mezzi tecnici e soprattutto vede la porta come nessuno, almeno in questo periodo. Evidentemente con un compagno al proprio fianco può esser ancora più letale non venendo schiacciato da due avversari (ieri Danilo e De Maio). Gol questa volta arrivato con un sopraffino tiro a giro, insomma un pout pourri di possibilità per segnare invidiabile da parte del polacco. E domenica prossima una prova del nove di quelle importanti: a Roma contro la Lazio, campo ostico ma, guardando a qualche stagione fa, sempre positivo per i colori genoani. Con un Piatek così si può anche sperare di fare risultato...


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