A Roma una occasione sciupata con parecchie note confortanti

19.04.2018 12:31 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Sul campo da sempre stregato (quell'Olimpico giallorosso mai espugnato nella storia), dove sarebbe consigliabile neppure presentarsi se non arrivassero punti di penalizzazione, il Genoa non sfigura affatto e si toglie lo sfizio di costringere l'allenatore della Roma Di Francesco a correre precipitosamente ai ripari immettendo in corso d'opera i titolarissimi Manolas e Strootman. Di fronte alla terza forza del campionato i rossoblù sono stati in partita sino al termine, facendo correre brividi di paura sulla schiena dei tifosi giallorossi al 93', su una punizione indirizzata in area che poteva sortire un clamoroso pareggio.

Doverosa una premessa: la Lupa si è presentata in campo senza un bel mazzo di punti fermi, compresi i tre centrocampisti base, che ne formano l'”anima”. Neppure Ballardini però aveva a disposizione tutti gli effettivi e se in avanti poteva giostrare su parecchie alternative, in difesa aveva proprio gli uomini contati. Si temeva che El Yamiq, all'esordio assoluto dal primo minuto, pagasse la disabitudine al nostro calcio, ma il campo ci ha smentito: a parte qualche comprensibile smagliatura, il marocchino non ha demeritato, salvando pure nel finale un gol fatto con un prodigioso recupero su Dzeko. Magari si fossero comportati con identica efficacia i suoi compagni di reparto più navigati: Rossettini, di cui, nel corso del campionato, si contano numerosissime topiche, ha regalato alla Roma la punizione del vantaggio iniziale con un'entrata assurda per scompostezza e durezza, mentre Zukanovic nella ripresa si è superato con un'inzuccata... perdente che, se indirizzata nella porta altrui, avrebbe strappato applausi a scena aperta: un clamoroso autogol.

Ovvio, non si può restringere il match in due episodi, o meglio tre, se consideriamo che anche il gol rossoblù a metà ripresa è stato propiziato da una sventatezza in appoggio della Roma, sfruttata da Pandev per il lancio decisivo a pro di Lapadula. E proprio il ritorno al gol dell'italo-peruviano rappresenta una novità importante della serata romana: felice il tocco ad affetto che ha superato Alisson, ma anche in altre circostanze il bomber così apprezzato dal Prez ha palesato vivacità, abilità nello smarcarsi, inedita rapidità. Non male, poi, la modifica tecnico-tattica introdotta da Ballardini, che ha ordinato ai centrocampisti di servire Lapa con improvvise sventagliate in verticale, capaci di infastidire, e non poco, l'incerta retroguardia capitolina.

Niente male, poi, l'esperimento, forse targato “disperazione”, di Pepito Rossi (immesso a ripresa inoltrata) non come punta fissa bensì come ispiratore arretrato. Lo yankee non ha demeritato ed è un vero peccato che abbia ciccato la palla del 2-2: un'esecuzione che ai tempi d'oro sarebbe stata una sentenza. Se a quest'episodio aggiungiamo l'incursione di Medeiros sfumata per un nonnulla, è chiaro che qualche rimpianto è legittimo, anche se, nel computo globale delle opportunità offensive la Roma ha chiuso in vantaggio e, pertanto, non ha perpetrato un furto aggiudicandosi i tre punti.

Due parole sul tecnico genoano, che divide sempre più la piazza: la stragrande maggioranza caldeggia una sua riconferma in vista dell'anno prossimo, ma sono in crescita gli scettici, che pretenderebbero un Genoa più spumeggiante e imbottito di giovani. A Roma il ravennate è inizialmente tornato al passato: dentro tutti i veterani e fuori i giocatori dai piedi buoni. Scelta conservativa, forse azzeccata se di fronte ci fosse stata la miglior Roma possibile (quella che ha sgretolato il Barcellona), ma non con quest'avversario raffazzonato e sconclusionato, trovatosi presto in vantaggio non per una superiorità schiacciante ma sugli sviluppi di un calcio fermo (regalato, come detto) diretto verso il secondo palo, dove Perin (forse in lieve ritardo) non è arrivato e nessuno dei suoi compagni ha seguito come avrebbe dovuto l'incursore Under. Una distrazione evitabile, che ha incanalato la sfida in una direzione precisa, mandando in frantumi i piani del tecnico.

Nessun dramma, comunque, per lo stop romano, ampiamente previsto, quasi scontato. Grazie ai “cugini”, anche il Bologna è rimasto al palo e lunedì prossimo potrebbe finire, in graduatoria, dietro al Grifo, opposto ad un Verona in caduta libera. Genoa prima tra i secondi: chi l'avrebbe mai immaginato due mesi fa...?

PIERLUIGI GAMBINO


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