A San Siro completato il naufragio, è l'ora che il Prez cominci a spendere

22.12.2019 10:45 di  Franco Avanzini   vedi letture

Il sonoro 0-4 è davvero l'ultimo dei problemi. La gara con un'Inter imbottita di rincalzi perdippiù acciaccati poteva finire 1-4 o 0-6 senza che il quadro di fondo mutasse di una virgola. Il vascello rossoblù è definitivamente affondato, con una chiglia bucherellata in ogni lato e un equipaggio che non ha neppure provato la nuotata della disperazione.

Ci stava di lasciar le penne in casa della capolista, ma non così, senza combattere, perdendo anche l'onore.Una resa sotto ogni aspetto, alla faccia delle sconvolgenti dichiarazioni, nel post partita, di Thiago Motta, clamorosamente convinto di aver la squadra in pugno. Lui pagherà per primo, in ossequio alla tradizione, che vuole tre tecnici sulla panca genoana negli anni in cui Gasperini pascola altrove. Ma l'italo-brasiliano se l'è andata a cercare, sia nelle partite precedenti, spesso condizionate negativamente dalle sue cervellotiche decisioni, sia al Meazza, dove ha proposto un trio di centrocampo – formato da Radovanovic, Cassata e Jagello – che quasi certamente è stato il peggiore nella centenaria storia del Grifo in serie A. Questi tre non dovrebbero calcare i campi del massimo campionato e faticherebbero a trovare spazio in gran parte delle compagini cadette.

Beninteso, con un Pinamonti in clamorosa regressione, il trottolino Agudelo letteralmente schiacciato dai colossi nerazzurri ed un pugno di difensori non esenti da responsabilità, anche centrocampisti più dotati avrebbero incontrato difficoltà enormi, ma quel terzetto è il primario colpevole di una prestazione inguardabile. Non è concepibile, neppure al cospetto della capolista, trascorrere minuti interi senza riuscire a guadagnare non la metà campo avversaria ma la propria tre quarti. Oltreche di centimetri e muscoli, si è avvertita una spaventosa carenza di tecnica individuale, di trattamento palla nello stretto. In 90 minuti non uno che abbia compiuto una sgroppata sulla fascia: altro indizio di un deficit di preparazione atletica che deve chiamare in causa sia Andreazzoli, sia Thiago.

E' alle porte, per la panca, Diego Lopez, teoricamente un tipo sanguigno ed un tattico più realista e concreto rispetto a Motta, ma non certo provvisto di un curriculum lusinghiero. E' doveroso però aggiungere che neppure allenatori bem più rinomati potrebbero compiere il miracolo di trasformare una zucca in una fata. Conti alla mano, occorrerebbe d'ora in poi marciare alla media di almeno un punto e mezzo a gara per tornare in orbita salvezza: un'impresa ardua comunque e possibile solo se quest'organico venisse rivoltato come un guanto acquistando calciatori affidabili, fisicamente sani (e non reduci da lunghe soste per infortunio...), motivati e in grado, come caratteristiche individuali, di trasformare quest'armata Branceleone in un collettivo decente. Ovvio, sarebbero preferibili rinforzi già esperti del nostro campionato, ma sul mercato scarseggiano gli elementi di valore. Di sicuro, qualsiasi tipo di campagna di rafforzamento non può prescindere da un radicale cambio di indirizzo da parte di Preziosi, che da indiscusso monarca delle plusvalenze è moralmente obbligato a spendere una porzioncella di quanto incamerato negli ultimi anni.

Se così non succedesse, sarebbe chiara la prospettiva: salvare la faccia da qui a maggio, preparando nel contempo la prossima avventura di B, da affrontare con i ragazzini che già stanno facendo esperienza, più o meno sporadicamente, nell'Olimpo.

                                      PIERLUIGI GAMBINO


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