Ballardini ha molti meriti nella resurrezione del Grifo

20.11.2017 12:33 di Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Una domanda sgorga legittima: può il cambio di allenatore mutare così profondamente una squadra nel giro di appena due settimane? La risposta è sì. Davide Ballardini non è un mago, ma non difetta di raziocinio, equilibrio e lucidità di idee e gli è bastata una manciata di allenamenti per trasformare un'Armata Brancaleone in un collettivo apprezzabile. Con Juric certi movimenti senza palla, certe sovrapposizioni, certi raddoppi difensivi non si vedevano che sporadicamente: rappresentano l'abc della tattica, ma prima dell'avvento del romagnolo erano rimasti lettera morta. Il gol di Rigoni è stato meno casuale di quanto non si pensi: decisiva l'imbucata dalle retrovie del giocatore veneto, ma anche il movimento di Pandev, che è arretrato al momento giusto lasciando al compagno lo spazio necessario a centro area.

Il principale valore aggiunto dell'opera ballardiniana risiede però nella psicologia. Il suo precedessore aveva perso da tempo la tramontana e invece di regalare certezze ai suoi ragazzi li mandava regolarmente in confusione. Veloso e C. necessitavano di pochi ma chiari e precisi messaggi, sia a livello di posizionamento in campo, sia in tema di convinzione. La fermezza e la calma del nuovo trainer hanno rovesciato come un calzino il Genoa, cancellando in un amen almeno la metà delle antiche carenze.

Ballardini ha pure azzeccato undici di partenza e cambi. Vero che Spolli, durante la gestione Juric, ha stazionato a lungo in bacino di carenaggio, ma era basilare capire subito che quel Rossettini così disastroso non era più proponibile. L'argentino, quando è sano, non teme confronti rispetto all'ex granata: ha fisicità e pure qualità nel disimpegno. Se il diavolo non ci mette la coda, “Balla” ha subito identificato un fresco titolare inamovibile.

L'altra novità è Pandev, che – galvanizzato dall'ennesimo gol in Nazionale – disputa un sontuoso primo tempo e sin quando ha fiato regala giocate deliziose. In attesa di Lapadula, bene ha fatto il tecnico a puntare su una seconda punta naturale, propenso da sempre alla manovra, piuttosto che su un centravanti puro fisicamente impresentabile o (nel caso di Galabinov) povero di fiuto del gol.

La fase difensiva è stata pressoché perfetta ed anche la gestione del pallone ha soddisfatto pienamente. Rimane da colmare un handicap endemico: la prolificità offensiva. Troppe le ghiotte opportunità sciupate banalmente: bravo il portiere calabrese, ma con la sfera indirizzata nell'angolino neppure lui si sarebbe potuto opporre in più di una circostanza. Il Crotone perdona questo diffuso sciupìo, ma contro avversarie più ferrate si rischia di piangere calde lacrime. Il timore è che senza adeguati rinforzi a gennaio, il Genoa sia costretto a vagolare nei bassifondi proprio per la sua scarsa familiarità con il gol.

La classifica resta precaria, ma l'inversione di tendenza è inequivocabile. E' doveroso attendersi altri progressi, in specie dalla coppia inossidabile Bertolacci-Veloso, che ha potuto giovarsi della preziosa vicinanza di Rigoni, centrocampista a tutti gli effetti pur con licenza di inserimento in area. Per ora accontentiamoci: dal viaggio nella terra di Pitagora non si poteva pretendere di più.

La squadra riveduta e corretta dal “Balla” sarà comunque da valutare con antagoniste di altra caratura, poiché il Crotone visto stavolta (per non parlare di quello umiliato dalla Samp) è parso davvero poca cosa, tanto da avvolgere di mistero le due recentissime vittorie a spese di Fiorentina e Bologna e lasciar pensare che non convenga indicare nella formazione rossoblù di Nicola una delle probabili retrocedende.

Dopo un “pieno” di fiducia, di sicuro il ravennate schiererà contro la Roma un Genoa battagliero, ma è ben conscio che più di questa sfida impari conterà per il futuro lo scontro diretto successivo nella tana dell'Hellas Verona e ai suoi prodi ordinerà di evitare stupidi cartellini. Il “tris” esterno (dopo Cagliari e Crotone), quello sì spazzerebbe via d'acchito tutti quei timori che, nonostante l'exploit di Crotone, continuano ad aleggiare sull'ambiente rossoblù, eternamente in ebollizione.

PIERLUIGI GAMBINO

 


Altre notizie - Copertina
Altre notizie