Con Nicola iniezione di concretezza ma per salvarsi urgono altri rinforzi

06.01.2020 10:45 di  Franco Avanzini   vedi letture

Il Genoa è salito sull'ultima scialuppa di salvataggio e laggiù, all'orizzonte, inizia ad intravvedere  il porto della salvezza, da mesi perso nel nulla. Il sempiterno Pandev, clamorosamente in campo dall'inizio alla fine del match, ha trasformato in gioia quest'avvio agonistico di 2020 proprio quando i tifosi presenti al Ferraris si auguravano, in cuor loro, di chiudere la contesa col Sassuolo sul pareggio.

Davide Nicola, l'ultimo nocchiero del sempre più discusso armatore Preziosi, non poteva iniziare con un vento più favorevole, facendo balenare alla memoria Napoleone, aduso ribadire che ad un generale in gamba ne avrebbe sempre preferito uno fortunato. Beninteso, nel successo del Grifone non ha inciso solo il fato. Ci ha messo del suo, per esempio, il nuovo tecnico, sollecito nell'abbandonare la sterile accademia di chi lo ha preceduto per sposare convintamente un sanissimo realismo, riflesso fedelmente nel modulo tattico. Bandita la fitta rete di inutili passaggetti, spesso accompagnati da letali sbilanciamenti difensivi, ecco che il Genoa riveduto e corretto ha prima badato a non prenderle e poi, quando poteva, a colpire d'incontro l'avversario. Una scelta rivelatasi vincente a prescindere dal festoso esito finale: anche col semplice punticino in saccoccia, quest'anticipo di Epifania avrebbe offerto qualche appiglio alla speranza.

Di sicuro la squadra è uscita corroborata dalle prime mosse di mercato. A partire dal ritorno di Perin, che anche a noi pareva un ritocco secondario e non certo provvidenziale: invece il figliol prodigo, oltreché decisivo in qualche circostanza, ha saputo distinguersi dal pari ruolo Radu in fatto di capacità di comandare la difesa. Certi suoi urlacci hanno scongiurato più di una situazione intricata.

Anche lo scampolo di gara concesso a Behrami ha lasciato capire che il 35enne elvetico – una volta recuperato un accettabile tono atletico - saprà far pesare la propria spiccata personalità. Ieri, dopo due perdonabili errori iniziali di misura, si è attestato nel vivo del gioco iniziando a guidare l'orchestra genoana.

L'altra felice novità di giornata è il prorompente ingresso, verso il finale, di Favilli, che non si è limitato a servire l'assist vincente a Pandev, ma ha confermato che – se il futuro non gli riserverà altre soste in infermeria – il Grifo ha già in casa un centravanti più che accettabile per doti fisiche, potenza balistica e velocità.

Benvenuti, dunque, tre punti che in certi frangenti del match parevano utopistici, ma ha ragionissima Nicola a sostenere che la strada da percorrere per riportare i rossoblù sul sentiero della serie A è ancora lunghissima e irta di ostacoli. Fuor di metafora, il Genoa attuale non appare ancora provvisto a sufficienza per restare nella categoria. Mancano ancora un attaccante prolifico (prima o seconda punta, fa poca differenza), un esterno sinistro che possa spingere finalmente in panca l'ineffabile Pajac e un centrocampista centrale di piede (vedi tecnica) e gamba (vedi forza fisica ed atletismo) che sappia affiancarsi con profitto allo stesso Behrami e a Sturaro contribuendo sia alla fase offensiva sia al pressing. Quarto auspicabile innesto sarebbe un difensore centrale in grado di completare numericamente e qualitativamente il reparto.

Toccherà ancora al patron intervenire, sperando caldamente che una volta tanto vada oltre gli abituali prestiti o tesseramenti di svincolati decidendo di spendere qualche euro per un cartellino. Non è chiedere troppo, ma adeguarsi al comportamento di tutti o quasi gli altri suoi colleghi.

                              PIERLUIGI GAMBINO


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