Con valori singoli così bassi dal 3-4-3 si passi al 3-5-2

18.09.2017 12:08 di Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Chissà se Gallazzi e Anselmi, potenziali acquirenti del Genoa, saranno felici della fresca deflagrazione di Pietro Pellegri... Sì perché il valore dell'enfant prodige, autore di una doppietta contro la Lazio, rientra tra i cosiddetti “parametri” che il Prez intende ridiscutere in fase di trattativa. Forse, a bilanciare questo gioco delle parti potrebbe provvedere l'ennesimo calo della quotazione globale di una squadra, quella rossoblù, destinata con tutta probabilità a mantenersi, almeno sino al mercato spesso salvifico di gennaio, nelle posizioni di coda. Vero che le tre nepromosse, il Crotone e il Sassuolo appaiono modestissime, ma il team di Juric non appare, al momento attuale, di caratura superiore.

Negli occhi degli impareggiabili tifosi genoani potrebbe restare un secondo tempo perlomeno gagliardo - forse favorito da un peccato di sottovalutazione da parte della Lazio - ma ci voleva ben altro per riequilibrare quella prima metà della guarda pessima sotto ogni aspetto, sebbene non umiliante nel punteggio. Il primo gol ospite è giunto da una mezza papera di Perin, che poteva fare meglio sulla punizione di Milinkovic Savic. Un episodio sfavorevole inquadrato in una prestazione nulla di un Genoa senza capo né coda, incapace per minuti interi di arrivare a metà campo col possesso palla.

Anche stavolta ci sarebbe da discutere parecchio sulle scelte di Juric. Vero che in avanti c'era emergenza, ma lasciare fuori i due centravanti a disposizione per trovare un posto all'improponibile Centurion spostando Taarabt come “falso nueve” è stato un peccato mortale. La sostituzione del fumosissimo argentino con Pellegri dopo mezz'ora suona forse a bocciatura definitiva per un giocatore dal quale solo il presidente Preziosi si attendeva mirabilia.

L'imprevedibilità del calcio è affiorata perentoriamente dopo l'intervalllo. L'uscita di Cofie, mediano, tra i più positivi della squadra al netto di qualche errore nell'appoggio, era salutata con una salva di fischi di disapprovazione, ma era il preludio ad un pari parso quasi incredibile. L'uno due del sedicenne, accolti dalle lacrime del padre, seduto in panca al fianco di Juric, a vanificare parzialmente il primo sigillo di Immobile hanno illuso in un miracolo, prontamente spento dallo sciagurato passaggio orizzontale di Gentiletti, un ex, dalla fascia verso l'interno, sfruttato dal rapace bomber della Nazionale per la definitiva condanna. Chissà: senza quell'infortunio sul lavoro, che neppure un infante della scuola calcio avrebbe prodotto, la Lazio avrebbe magari insistito trovando ugualmente il pertugio vincente, ma autoflagellarsi in codesta guisa è imperdonabile per una squadra affamata di punti data una classifica deficitaria.
La verità amara è che – in attesa di Lapadula, Izzo e di un Bertolacci finalmente presentabile – la qualità dei singoli è forse la più bassa riscontrata da quando il Genoa preziosiano milita in serie A. Quanti elementi meritano appieno la categoria? Perin (dal quale però è lecito attendersi di più), Veloso (ieri, comunque, meno preciso del solito), parzialmente Zukanovic e, se tornerà il motorino inesauribile degli anni scorsi, Laxalt. Potremmo aggiungere Taarabt, la cui inaffidabilità suggerisce però un freno agli elogi. Il resto – a parte ovviamente, Pellegri – è da catalogarsi come “piccolo cabotaggio”, ma per garantirsi la salvezza occorre ben altro.

Chiudiamo con due parole su Juric, che merita il massimo dei voti quanto a schiettezza dialettica, disponibilità e genoanità. Ma un allenatore va anche giudicato su altri parametri (riecco il parolone così caro al Joker), tra i quali una certa elasticità a livello tattico. Valutato il modestissimo apporto degli esterni sinora alternatisi in prima linea, non sarebbe il momento di accantonare il 3-4-3 per sposare un più concreto 3-5-2? Ecco, ci piacerebbe che mercoledì, ospite il Chievo a Marassi, Bertolacci non sostituisse Cofie ma gli si affiancasse, con Veloso in mezzo ai due. In avanti, a supporto di Pellegri (se la giovane età gli consentirà un recupero fisico accettabile dopo lo sforzo di ieri) o di Galabinov, potrebbe giostrare Taarabt, il più adatto a tener caldo il posto all'acciaccato Pandev, sulla carta la miglior seconda punta del lotto. Se, per contro, il mister dovesse insistere sugli atteggiamenti talebani, nessuno lo salverebbe in caso di verdetto sfavorevole. Che il suo eventuale sostituto possa essere o meno Clarence Seedorf - ieri presente in tribuna e poi disponibilissimo con gli organi di stampa nel dopo match – o qualcun altro, non cambierebbero le prospettive. Di sicuro gli attuali dirigenti e i potenziali nuovi padroni stanno già monitorando attentamente le mosse oltreché i risultati del croato e le prestazioni della squadra nel trittico decisivo – Chievo, Inter, Bologna – che attende il Grifo prima della prossima sosta del campionato.

PIERLUIGI GAMBINO


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