Juric merita la riconferma. La società cambi strategia

22.05.2017 11:46 di Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Al di là dell'atteggiamento non particolarmente bellicoso di Inter e Torino, il Genoa nelle due ultime esibizioni marassine ha legittimato la conquista della salvezza, messa a repentaglio in gare rovinose come quelle con il Chievo e di Palermo. Trascinati da un pubblico commovente, come sa essere solo il popolo genoano, i rossoblù hanno iniziato senza risparmiare ai granata qualche contrasto sin troppo vigoroso, necessario per far capire qual era il clima nel catino del Ferraris. Proseguendo sul binario della massima concentrazione, ecco confezionato un successo nitido ben oltre il risicato punteggio: tanto per suggellare la conquista della serie A, diventato – intendiamoci – l'obiettivo minimo di una stagione che complessivamente rimane sottotraccia.

Pericolo scampato, e in questo finale è anche affiorato qualche pallido spunto di ottimismo in vista dell'annata a venire. Biraschi, per esempio, è un patrimonio tecnico in più da spendere nel futuro.

Attenzione, però, a non cadere nella trappola del troppo amore, che in casa Genoa da sempre induce a perdere l'equilibrio critico. Appena dopo il sospirone di sollievo, si sono ascoltati primi commenti lusinghieri pronunciati dagli inguaribili, secondo cui quest'organico con qualche ritocchino, sarebbe in grado di giocarsela con più di mezza serie A. Noi preferiamo chi, pur esultando per l'ennesima permanenza in A di cui si deve riconoscere gran merito al presidente Preziosi (una catena prestigiosa che si è arricchita di un altro anello), non ha cancellato d'acchito il pessimo andamento di un girone di ritorno senza precedenti.

Sarebbe ingiusto trascurare la sequela di sesquipedali errori condotti dalla dirigenza: a partire dall'allontanamento (con corollario di sontuosa buonuscita) di Gasperini per proseguire con la solitudine cui è stato lungamente condannato Juric sino alla “chicca” di una campagna invernale cervellotica e assurda. La squadra si è salvata a fatica e la società – per quanto ovviamente riguarda la stagione gli sgoccioli - strameritava di retrocedere. Ci stava, pur a malincuore, che venissero ceduti Pavoletti e Rincon, i due migliori buoi della stalla, in ossequio alle pesanti esigenze economiche del Prez, ma si potevano evitare gli addii di Ocampos ed Edenilson e, soprattutto, si doveva procedere a sostituire i partenti con giocatori dignitosi. Invece non uno dei neo-genoani si è rivelato un rinforzo.

In attesa di sapere se siano attendibili i sussurri riguardo ad un investitore straniero intenzionato ad acquistare il Genoa, ci auguriamo semplicemente che la lezione sia capitalizzata a dovere. Di sicuro Ivan Juric non ripeterà certi sbagli di inesperienza che hanno costellato la sua prima annata di serie A. Un tecnico più navigato non avrebbe mai concesso, a Palermo, il palcoscenico all'indisponente Pinilla e, probabilmente, non avrebbe tardato a rilanciare Cofie, ingiustamente relegato in panca per quasi tutto il girone di ritorno: e dire che contro la Juve, nella domenica più luminosa del campionato, era stato tra i migliori, proprio come nella gara scacciaincubi.

Il mister croato, lo ripetiamo, costituisce la componente più “sana” di questo Grifone. La sua genoanità è al di sopra di ogni sospetto: il popolo rossoblù lo ama e vene ricambiato. Andrebbe confermato, ovviamente dopo un chiarimento – e possibilmente – un deciso repulisti nei quadri dirigenziali. Lì si deve intervenire, specialmente se il padrone del vapore – qualora fosse ancora senza successori – dovesse continuare a frequentare il Pio – quando va bene - una volta alla settimana.

PIERLUIGI GAMBINO


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