Mala tempora currunt

17.03.2017 19:15 di  GianPiero Gallotti   vedi letture

Giorni agitati in casa Genoa. Tanto per cambiare.

Squadra a Milano su decisione di Enrico Preziosi per evitare l'annunciata contestazione da parte dell'ala più calda della tifoseria, allenatore poco gradito alla piazza e già finito nell'occhio del ciclone dopo la sconfitta nel derby, Presidente già da qualche tempo assente dallo stadio, tifoseria divisa.

Un quadro preoccupante per le sorti della Società più antica d'Italia che, pur se la classifica per il momento attesta un buon vantaggio da parte della squadra rossoblù sulla zona retrocessione, non è ancora matematicamente al riparo da un tonfo nella serie inferiore. Tonfo che, in una situazione complicata come quella attuale, avrebbe probabilmente ripercussioni letali per l'ambiente e la Società.

Tifoseria divisa, si diceva.

E questo è forse l'aspetto più preoccupante di questa situazione, poichè è risaputo quanto sia deleterio per le sorti di una squadra di calcio essere al centro di un ambiente instabile, lacerato da polemiche e contestazioni.

E ciò che in questo momento più divide la tifoseria è proprio il Presidente Enrico Preziosi, ritenuto da chi lo contesta come il male assoluto, una sorta di Belzebù maligno e sobillatore, con l'obbiettivo dichiarato di distruggere il Genoa.

Dall'altra parte invece molti dei suoi sostenitori (che sono più di quanto si possa pensare) lo vedono invece quasi in odore di santità, una sorta di Papa laico con il quale puntare prima o poi alla conquista dell'Europa.

Posizioni agli antipodi dunque, con la verità che, come quasi sempre accade, sta invece probabilmente nel mezzo.

Preziosi ha infatti l'indiscusso merito di avere salvato il Genoa dal fallimento, tirando fuori soldi veri (e tanti) per evitare al Grifone l'onta di sparire dal campionato (e magari anche di finire con tutte le piume fuso con il marinaietto simbolo dell'altra squadra cittadina).

Ha l'indiscusso merito di mantenere da dieci anni la squadra nella categoria che gli compete e di aver deliziato i palati fini dei genoani con campioni del calibro di Milito, Motta, Palacio, Criscito, Perotti ecc. ecc. ecc.).

Preziosi ha però anche la responsabilità di un doloroso tonfo in Serie C, di aver fatto calcare il prato del Luigi Ferraris a molti calciatori improbabili (per rispetto dei diretti interessati non facciamo nomi, ma la lista sarebbe lunga), di avere fatto alzare a livelli pericolosi i debiti della Società, di avere perso una partecipazione all'Europa League conquistata sul campo e sfumata poi proprio per motivi economici.

Grandi meriti, che non possono essere disconosciuti, ma anche grandi responsabilità.

Nè diavolo nè Santo quindi, ma solo un uomo che da anni gestisce la Società come può. Società che inizialmente ha potuto godere dell'immissione da parte sua di grandi risorse economiche, diminuite poi progressivamente di pari passo con l'avanzata della crisi economica globale ed il conseguente ridimensionamento dell'azienda di famiglia.

Non essendo nè commercialisti nè esperti di bilanci non andiamo oltre con l'analisi di questi aspetti, che non saremmo in grado di argomentare a dovere.

Ci limitiamo invece a prendere atto dei fatti e delle posizioni occupate dai suoi detrattori e dai suoi sostenitori.

Posizioni di fatto diametralmente opposte, con una differenza di vedute probabilmente troppo marcata per essere conciliabile.

Cosa accadrà a questo punto?

Preziosi è apparso stanco, conscio di aver commesso (insieme ai suoi collaboratori) molti errori e allo stesso tempo deluso di non vedere riconosciuti dai suoi più incalliti detrattori almeno i meriti che invece gli competono.

In queste condizioni potrebbe quindi davvero chiudere il suo ciclo a Genova e, in presenza di un'offerta seria, passare il timone, tenendo fede alla promessa fatta di cedere un giorno solo a chi avesse possibilità economiche superiori alle sue.

Ma esiste davvero un'offerta seria? Perchè non dimentichiamo che un presidente non è come un qualsiasi giocatore o allenatore, che si può cedere o esonerare. Un presidente non può dare le dimissioni perchè se lo facesse le conseguenze sarebbero quelle di veder portare i libri in tribunale e vedere nominato un Commissario, certificando quindi di fatto la fine della Società.

Voci di corridoio raccontano di un interesse per il Grifone da parte dell'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini, che ha però categoricamente smentito l'esistenza di qualsivoglia trattativa.

Se si tratta di smentite di facciata sarà il tempo a dirlo.

Quel che è certo è che, in assenza di un acquirente serio e fortemente motivato, Preziosi è costretto a restare al suo posto. Con quale voglia e possibilità lo si capirà presto.

Mala tempora currunt.

 

Gip

 

 


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