L'abbraccio più bello al 94' ora ci vuole quello della Nord

26.02.2017 20:06 di Carlo Dellacasa   vedi letture

Vedere una partita del Genoa non è mai uno spettacolo banale, dal 3-1 con la Juve al 5-0 di Pescara. Passando poi per rigori buttati alle ortiche, gol da cineteca e vittorie, pareggi e sconfitte inaspettati. 
Il Genoa è questo, o meglio è anche questo. Una Nord transennata che faceva comunque sentire il suo battito. Quelli entrati con i cori, quelli fuori con dei tuoni tanto fragorosi quanto emozionanti. 
Il Genoa si vive come ogni amore a modo proprio. 
Genoa Bologna, partita di rara bruttezza e di povera intensità si è trasformata da cerimonia funebre del Vecchio Balordo a nuovo abbraccio di chi vuol far capire che ogni maledetta domenica non è disposto a cedere un metro senza vendere cara la pelle.
Non era accaduto a Pescara, lo si è per fortuna rivisto oggi. Così dovrà essere fino alla fine, fino al triplice fischio dell'ultima partita. 
Al 94' si è riaccesa la miccia con il tiro di Ntcham. Tutti sono corsi ad abbracciarsi, senza che fosse la finale dei mondiali all'ultimo rigore. Era un banale Genoa Bologna del 2017 (senza Stella in ballo) nel quale il Grifone stava ritrovando se stesso. Forse lo ha ritrovato in quell'abbraccio che avrà il suo completamento con l'abbraccio più ampio e consacrante della Gradinata. 
Storie da Genoa, abbracci che segnano un amore.


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