The Day After: peggio di così non si è mai visto

04.04.2019 08:55 di Franco Avanzini   vedi letture

Genoa che più brutto non si può. In balia dell'avversario per novanta minuti (e grazie all'arbitro che non ha recuperato neppure un secondo a fine gara), 80 per cento di possesso palla avversario. L'Inter sembrava il Real Madrid dei tempi migliori, i centrocampisti nerazzurri giochicchiavano palla al piede e talvolta sembravano non voler infierire su un Grifone davvero allo sbando.

Troppo brutto per essere vero, quasi irriconoscibile la squadra del tecnico Prandelli. Si doveva riscattare la partita di Udine, già di per se brutta. Si è fatto addirittura peggio e per di più dinanzi al proprio pubblico che ha sostenuto la squadra sino allo spasimo senza mai lasciarla sola. La risposta in campo non c'è stata. Dai primi minuti si è capito che non era aria. L'Inter giocava in scioltezza, scherzava quasi con l'avversario come fa il gatto con il topo. 

Società, allenatore, giocatori, tutti sul banco degli imputati. Quattro gol si possono prendere, intendiamoci. Gli avversari ieri sera avevano motivazioni molto superiori e il tasso tecnico in campo era palesemente a loro favore. Il Genoa ha provato a metterci cuore ma già dopo poco quest'ultimo si è squagliato come neve al sole. Poi evidentemente il problema è aumentato quando Romero è stato espulso e Icardi ha realizzato su rigore la rete del raddoppio. Da quel momento il castello, già molto sabbioso, è crollato inevitabilmente.

Pezzella e Pereira sulle due fasce sono stati ridicolizzati dagli avversari. Non colpa loro, intendiamoci. I loro mezzi tecnico sono quelli, sono giovani, devono crescere ma è chiaro come  non potessero affrontare giocatori di una levatura assolutamente superiore. Ma anche il centrocampo non ha retto il confronto. Di fronte ai vari Nainggolan e Brozovic, Rolon e Radovanovic sono letteralmente spariti. E in attacco Sanabria e Kouamé poco hanno potuto fare visto anche l'assenza di palloni giocabili.

La classifica ancora non è delicata ma l'attenzione non deve diminuire. Il calendario non è amico del Genoa. Napoli, derby, Torino, Fiorentina sono gare non certamente agevoli poi ci si aggiunga la trasferta di Ferrara che potrebbe diventare decisiva e perché no anche la gara interna contro un Cagliari che tutti si augurano arrivi al Ferraris già tranquillo. Insomma a questo punto occorre assolutamente tirare fuori il cuore, giocare per la maglia, come ha chiesto mister Prandelli e soprattutto giocare per i tifosi, unici vittoriosi in questo campionato che ancora una volta non è stato foriero di risultati egregi.


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