The Day After, squadra senza la giusta cattiveria e con poca forza

20.08.2023 10:00 di  Franco Avanzini   vedi letture

La cattiveria sportiva è importante perché aiuta ad arrivare sui palloni per primi rispetto agli avversari. Le seconde palle sono importanti nel gioco del calcio e permettono di poter ribaltare l'azione portando scompiglio nella retroguardia avversaria. Ecco, tutto questo ieri sera al Genoa è mancato. Sulla prima rete, ad esempio, nessuno ha contrastato in maniera efficace Biraghi che liberamente è entrato in area ed ha calciato sotto la traversa un pallone che ha sbloccato la gara. Giusto per dire: qualche istante dopo una discesa sulla destra da parte di un genoano veniva prontamente fermata con un intervento falloso (con tanto di giallo) proprio da parte dello stesso Biraghi. Ecco il calcio è questo, qualche fallo va speso. Hefti, Biraschi e Bani sembravano quasi i paletti di uno slalom, oppure ognuno ha pensato: "io non lo fermo tanto ci pensa qualcun altro" ed alla fine nessuno lo ha fatto e la frittata è stata confezionata.

Discorso seconde palle presto fatto. I giocatori della Viola erano assatanati, persa una palla eco che subito andavano a riconquistarsela prima che i genoani potessero effettuare due passaggi in croce. Situazione che i rossoblu non hanno mai messo in evidenza perché sono stati beffati da un tecnico, Vincenzo Italiano, che ha sistemato Arthur in mezzo e dallo stesso giocatore che ha saputo posizionarsi nella zona migliore del campo ogni qualvolta il Genoa provava a cambiare modulo. 

Che la Fiorentina fosse quasi di "un altro pianeta" lo si sapeva ma di certo nessuno pensava ad un risultato negativo di tale portata. Almeno combattere sarebbe stato lecito attenderselo da parte di Retegui e compagni. Quando al 12esimo la squadra toscana raddoppiava è come proprio in quel momento si fosse chiuso il sipario. Fine delle trasmissioni, partita chiusa nonostante i 78 minuti che mancavano alla fine. Mordere le caviglie, attaccare gli spazi, pressare a più non posso, tutte manovre che i gigliati hanno messo ben in mostra.

Ed adesso? Calma e gesso, era solo la prima gara. Gilardino non poteva contare su alcuni elementi, la coperta si dimostrava corta con una panchina con soli sette giocatori di cui due portieri e la speranza è che questo sonoro ceffone possa servire alla dirigenza per portare in rossoblu almeno due/tre elementi. Quali? Un difensore di spessore che sappia aiutare i giovani inesperti rossoblu ed un paio di centrocampisti che sappiano costruire l'azione ma al tempo stesso anche rincorrere gli avversari quando sono in possesso di sfera.

Nessun processo dopo una sola gara ci mancherebbe ma bisogna avere la giusta consapevolezza che occorra attrezzare ancora di più la rosa rossoblu per tornare finalmente a sorridere di fronte ad un pubblico appassionato come quello genoano che ha voluto dar fiducia piena alla dirigenza con un numero di abbonati assolutamente da record.


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