The Day After: timidezza, troppa timidezza

19.03.2017 08:45 di Franco Avanzini   vedi letture

Il Presidente Enrico Preziosi ha assistito a quella che doveva essere una sfida buona per un tentativo di rilancio del Genoa e invece? Invece ha visto una formazione, quella di Mandorlini che a sua volta, ha assistito, passivamente, al possesso palla rossonero senza mai andare a cercare la via del gol. Rischiare, soprattutto nel finale, sarebbe stato logico. In fondo i padroni di casa, pur dominando, avevano segnato solo un gol. La situazione più strana, è accaduta a venti secondi dalla fine. Possesso palla Genoa ma nessun tentativo di mandarla in mezzo all'area sperando, chissà, in una spizzata di un proprio giocatore oppure di una deviazione involontaria altrui. Situazione davvero incredibile per una formazione che doveva recuperare una rete.

Paura di subire il secondo gol? Proprio non ce ne capiamo di calcio, cosa serviva? La timidezza non è mai foriera di cose positive quando si parla di sport. Contro un Milan ridotto ai minimi termini, il Genoa è riuscito nell'impresa di non tirare mai in porta. E qui il problema è tutto sulle spalle dei vari Simeone, Lazovic, Pinilla, Taarabt che non si sono mai visti dalle parti di Donnarumma.

C'è poi il problema del centrocampo: manca il regista, il faro, il Miguel Veloso insomma (rientrerà probabilmente dopo la sosta ndr); Cataldi non ha la stoffa per vestire i panni del regista e soprattutto nessuno sa inserirsi in area di rigore. E allora ci domandiamo, che fine ha fatto Rigoni, unico elemento che è sempre stato pericoloso per il suo modo di giocare e la sua capacità nell'inserimento nelle aree avversarie? E così alla fine, sconsolato il presidente Preziosi se ne andava da San Siro scuotendo il capo e ribadendo un “male, male” che sa tanto di sentenza negativa. Anche per Mandorlini?


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