Il Grifone racconta: James Richardson Spensley

In collaborazione con la Fondazione Genoa 1893
08.12.2016 09:31 di  Debora Barabino   vedi letture

"Il Grifone racconta" sarà l' appuntamento che Genoa News 1893, in collaborazione con la Fondazione Genoa 1893,  proporrà ogni giovedì narrando la storia e gli eventi riguardanti coloro che, mossi dalla passione per il calcio e dall' attaccamento alla Maglia, hanno fatto la storia del Genoa e dato vita alla Leggenda Rossoblù. Si ringrazia anche Luca Sonnati per averci offerto l' immagine identificativa di questa rubrica.

E' l' anno 1896 ed il commercio del carbone in questo periodo richiama all'attracco del Porto di Genova un grande numero di navi britanniche al punto che, nel giro di breve tempo, gli armatori riconoscono l' esigenza di apportare controlli sanitari agli scafi delle imbarcazioni e di affidare i propri equipaggi a visite ed eventuali cure mediche di un dottore. Quest' esigenza porta a Genova un giovane medico, laureato in medicina e chirurgia presso l' Ospedale di Londra, nonchè chirurgo interno ed assistente del Professor Down, scopritore della sindrome che porta il suo cognome. Il dottore inglese si chiama James Richardson Spensley, nato il 17 maggio 1867 a Stoke Newington e figlio del Reverendo William Spensley e di Elizabeth Alice.

Di James R. Spensley si dice che sia un ragazzo di presenza gradevole, alto e prestante, di carattere amabile e leale, un gentiluomo colto ed eclettico. Sa intrattenere persone di qualsiasi ceto sociale tra le vie ed i caffè del centro storico Genovese trattando le più diverse varietà di argomenti, dalla filosofia alla matematica, dalle lettere antiche ai geroglifici, sapendo sfruttare al meglio la sua capacità di inserirsi nel tessuto sociale cittadino. Spensley, inoltre, non nasconde il suo aspetto più umile ed umano prestando gratuitamente assistenza sanitaria e sostentamento alle famiglie meno abbienti del centro storico e tenendo corsi serali di alfabetizzazione per i piccoli venditori di fiammiferi e giornali, lezioni che vengono allietate anche dall' insegnamento di segreti relativi la "noble art" essendo Spensley un grande sportivo ed anche un valente pugile. Il medico inglese alloggia in un appartamento dell' Hotel Union a Campetto, un appartamento che appare simile ad un piccolo museo, traboccante libri e di cimeli esotici che rispecchiano la passione di Spensley per le filosofie orientali e l' esoterismo.

Dedito alla propria professione e grandissimo appassionato di attività sportive, specie del football già praticato in terra natia, nel 1897 si avvicina al Genoa Cricket an Athletic Club recentemente fondato dai suoi connazionali. Il dottore non è sprovvisto di spirito di iniziativa ed il suo arrivo in società ha il profumo di innovazioni e cambiamenti. Le ore mattutine lo vedono impegnato a svolgere la sua professione di medico, mentre dedica invece le ore pomeridiane ad occuparsi del football mostrando le sue capacità sul Campo di Piazza d'Armi a Sampierdarena e non esitando a cercare nuovi avversari tra gli equipaggi britannici in arrivo a Genova che possano unirsi a lui nelle partite improvvisate tra marinai e ginnasti, contribuendo così ad estendere ed allargare la conoscenza dell' arte pedatoria in terra Genovese.

Spensley, da poco iscritto e già nominato capitano della squadra di calcio del Genoa Cricket and Athletic Club, pensa che allargare agli Italiani la possibilità di diventare soci possa essere un modo per celebrare Genova e l' ospitalità riservata ai britannici, nonchè un vantaggio finalizzato ad aumentare i componenti della società che, in questo modo, potrà più facilmente affermarsi in un Paese dove nessuno o quasi conosce il gioco del football. L' invito non tarda ad esser accolto dalla gente locale e a breve il numero dei soci Italiani supera nettamente quello dei fondatori Inglesi. Un incremento che ispira la mente geniale e laboriosa di Spensley sempre più intenzionato a far nascere un Campionato Italiano sullo stile della Lega Inglese, ambizione che presto farà di lui il Padre fondatore del football in tutta Italia. spingendolo a non utilizzare più il Campo di Piazza d'Armi, gentilmente offerto da due industriali scozzesi ma sprovvisto di qualsiasi attrezzatura utile al gioco con il pallone, per spostare il ritrovo al Campo di Ponte Carrega, un campo dove gli spettatori possono disporre di una piccola tribuna in legno e dove le porte sono formate da paletti.

Il Campo di Ponte Carrega è lo scenario dove prendono vita i primi incontri di football tra i futuri "Rossoblù" e squadre improvvisate unendo tra loro componenti degli equipaggi inglesi, è una struttura sprovvista di spogliatoi e i giocatori lo raggiungono indossando abiti già consoni a giocare limitandosi a posare accanto ai pali delle porte i loro cappotti che, di tanto in tanto, vengono sorvegliati da chi quelle porte ha il compito di difenderle. La spartanità del campo però non impedisce di giocare proprio qui le prime importanti partite del Genoa di cui Spensley ne continua ad essere capitano, portiere e primo pioniere riuscendo, nel 1898, ad organizzare il primo Campionato Italiano.

La passione travolge il popolo ed il giuoco del calcio sorpassa di gran lunga tutte le altre attività sportive svolte dal Club tanto che, nel 1899, James Spensley si rende artefice dell' ennesimo rivoluzionario cambiamento ribattezzando il Genoa Cricket and Athletic Club in GENOA CRICKET AND FOOTBALL CLUB e continuando così a rafforzare la sua posizione di indiscusso "Padre del Genoa". A guardia della porta Genoana vince 6 titoli nazionali ed il 26 aprile 1904 partecipa alla prima sfida estera del Genoa giocata a Nizza. I giornali ancora non spendono molte parole per il football ma le sporadiche testimonianze elogiano l' operato di Spensley in campo.

Dal 1906 il pioniere smette di giocare, ma continua l' attività agonistica in veste di arbitro, inoltre riesce anche a stendere le prime basi dei principi dello "scoutismo" dando vita nel 1910 ad una sezione genovese dei Ragazzi Eploratori Italiani. Insieme al genovese mario Mazza, Spensley, propone ai giovani avventure da vivere all' aria aperta finalizzate a rafforzare salute, carattere e senso di responsabilità.

La Prima Guerra Mondiale richiama l'animo patriottico "do megu ingleize" che desidera ardentemente unirsi come ufficiale medico alle file britanniche, viene dunque inviato al fronte francese dove, il 25 settembre del 1915, resta ferito proprio mentre presta soccorso ad un soldato ferito, perchè, come lui diceva, "mai bisogna colpire un uomo quando è a terra". Sopravvive un mese da prigioniero nella fortezza di Magonza in Germania, fino al 10 novembre quando il Padre del Genoa si spegne per le ferite riportate ignorando forse che il suo nome è già leggenda ed il suo Genoa è solo all' inizio di un glorioso e perdurante volo.

Durante i bombardamenti la Fortezza di Magonza viene distrutta e si teme che le spoglie di Spensley siano andate perdute, tuttavia, nell' agosto del 1993, anno in cui si festeggia il primo centenario della fondazione del Genoa, i due tifosi Rossoblù Franco Savelli e Mario Riggio, scoprono la sua tomba nel cimitero militare britannico di Niederzwehren in Germania, ponendo finalmente fine, dopo quasi 90 anni, alle ricerche di colui che tanto ha dato a Genova, al Genoa ed all' intero calcio Italiano.

Il 10 novembre 2015, la Fondazione Genoa ed il Centro Studi Mario Mazza, in collaborazione con il Genoa Cfc, il Settore Giovanile e Genoa Cfc Scuola Calcio Barabino&Partners, hanno desiderato rendere omaggio a James Richardson Spensley organizzando una serie di inziative in occasione del centenario dalla sua morte.

Dapprima è stata ricodata la sua figura poliedrica ed il suo operato per il football e per il movimento scoutista presso la Sala 1893 del Museo della Storia del Genoa. All' incontro hanno preso parte Franco Savelli per il Centro Studi Mazza, il giornalista Mario Riggio, Giancarlo Rabacchi e Fabio Salvo per il comitato organizzatore Torneo J.R. Spensley e l' avvocato Denise Dardani console di Gran Bretagna oltre ai relatori Stefano Massa e Giovanni Villani in rappresentanza della Fondazione. Successivamente, presso la Basilica di Santa Maria delle Vigne nel centro storico genovese, è stata celebrata una messa con invito aperto a tutta la comunità Genoana.

Una commemorazione degna per celebrare i 100 anni trascorsi dall' addio alla vita di James Richardson Spensley, Padre del Genoa Cfc 1893 e Padre del Football in Italia, colui grazie al quale, ancor oggi, si celebra e si vive questo sport con passione e senso di appartenenza proprio come lui ci insegnò.

 


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