Correre da soli

10.02.2020 10:50 di Luca Canfora   vedi letture

La vittoria del Lecce vi ha rovinato la domenica? Il pareggio del Brescia vi ha lasciato l'amaro in bocca? Siamo sempre terzultimi a 3 punti dalla quartultima nonostante 3 risultati utili consecutivi con avversari di valore assoluto e questo vi sconforta?

Tutto sbagliato Signore e Signori. 

La competizione non è mai contro gli altri, contro qualcuno, contro qualcosa. La competizione, la battaglia, la corsa, è sempre e solo con se stessi, contro se stessi, su... se stessi. Me lo ha insegnato una persona migliore di me, in tutto, mia moglie. Quando piangevo perché non riuscivo ad afferrare i miei sogni; quando mi nascondevo perché avevo paura di non farcela; quando mi lamentavo di ingiustizie, bugie, sotterfugi; quando mi sentivo inutile, ininfluente, perso, perdente. 

Mi ha insegnato a non guardare nella corsia a fianco, a non guardare dietro, a non guardare avanti. Mi ha insegnato a guardare solo me stesso, dentro, e a fare del mio meglio. Solo questo. Fare del mio meglio, dare il mio massimo, con il solo obiettivo di sentirmi appagato di questo, sereno di avere fatto tutto quello che fosse nelle mie possibilità.

Questa è la vita, e questo è anche il calcio.

Quante volte ci perdiamo il meglio della vita, ed il meglio di noi stessi, guardando altrove. Ognuno di noi è un essere perfetto che non sa di esserlo, un universo da scoprire, da sviluppare, da offrire. Eppure ognuno di noi vive malesseri di ogni tipo, cercando di cambiare, di uniformarsi, di assomigliare, di piacere, in qualche modo, di essere accettato, amato, capito, considerato. Basterebbe cominciare ad amarsi un pochino per quello che si è, a perdonarsi, a non pretendere di essere più di uno dei tanti umani imperfetti, vulnerabili, spaventati da tante cose. In questo consiste la nostra perfezione, in questa consapevolezza e nella sua accettazione ironicamente rassegnata.

Anche il Genoa ha la sua perfetta imperfezione, è una creatura anche Lui. E allora non guardi indietro, non guardi avanti, non guardi nessuno, non pensi a nulla. Giochi per il gusto di essere felice, di giocare al gioco del pallone, al gioco della vita, per un attimo. Così, con la grinta di Nicola, la determinazione di Biraschi, la convinzione di Pandev, l'affetto di Domenico, il talento di Perin, la dedizione di Sturaro e Radovanovic, il piede di Shone, la puntualità di Masiello e Soumaoro, la gioventù di Pinamonti, la fiducia di Sanabria. 

Non guardi niente, non guardi nessuno. 

Correre da soli è come dire al mondo: "Sono qui, e correrò fino alla fine, comunque vada. Perché mi piace, perché ne vale la pena, perché è il mio destino, e perché è il mio modo di celebrare la vita. Ed anche la mia storia."

Forza Ragazzi!

Così sia, fino alla fine.

   Luca Canfora


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