Non partecipo

16.05.2016 14:30 di Luca Canfora   vedi letture

Siamo entrati in quella fase della stagione in cui io non partecipo.
Non partecipo alla discussione, non partecipo alla costruzione, non partecipo alla "distruzione", non partecipo alla "distrazione", non partecipo alla creazione, non partecipo alla previsione, non partecipo alla supposizione, non partecipo alla celebrazione, non partecipo alla speranza, e non partecipo nemmeno alla disperazione.
Non partecipo.

Non è per me, non è nel mio carattere. E siccome in passato, nella mia vita, qualcuno ha interpretato questo mio comportamento in tutti i modi interpretabili, spesso errati, ci tengo a precisare alcune cose. Io sono molto estroverso, disponibile, e socievole, per 3-4 ore. Poi ho bisogno di me stesso, dei miei silenzi, dei miei tempi, dei miei pensieri. Non sono mai stato in grado nemmeno di avere una compagnia. Ho diversi amici, decine di conoscenti, centinaia di persone possibili con cui discutere o prendere un caffè, ma non sono in grado di partecipare attivamente alla organizzazione di una serata, di fare una macchinata, di aggregarmi ad un gruppo per qualsivoglia motivo, di "esserci" spesso. Voglio arrivare quando va a me, possibilmente da solo, stare il tempo che mi va, parlare con chi mi va, se mi va. Ed andarmene quando va a me, magari anche dopo 10 minuti, senza rendere conto a nessuno, possibilmente da solo come sono arrivato, a volte senza nemmeno un motivo.
Perché non mi va di restare, perché c'è troppo rumore, perché ho voglia di passeggiare da solo da qualche parte, perché ho trovato di meglio da fare, perché devo riflettere, perché non mi piacciono le persone che ho davanti.

Sto leggendo da giorni milioni di notizie sul Genoa, di ipotesi, di scenari, di possibilità. E di stupidaggini. Molte cose le so, e non posso dirle. Altre le ipotizzo sulla base di quelle che so, ma non ha senso dirle senza dire quello che so. Altre non le so io, e non le sanno spesso nemmeno altri, quindi è proprio sbagliato ipotizzarle. Poi ci sono le persone, giocatori, allenatori e presidenti, di cui quasi nessuno conosce veramente nulla, come uomini. Si conoscono le storie lavorative, si analizzano le descrizioni giornalistiche, le finte certezze di chi ci marcia per bene, le verità farlocche di inventori da quattro soldi, di manipolatori di bisbigli da mercato rionale. Io non solo non ho voglia di partecipare attivamente al mercatino estivo, ma non ho voglia di ascoltarlo, e non ho proprio il tempo ed il piacere di approfondire dal punto di vista scientifico questo buffo mondo del calcio.

Andrò anche contro corrente, dicendo che secondo la mia conoscenza dell’ambiente e la mia opinione, contrariamente a quanto si possa pensare o constatare da ciò che si legge, la parte, non dico più sana ma tutto sommato meno inquinata, di questo mondo del calcio, è proprio quella dei giocatori. Che in fondo sono ragazzi, che per lo più, parlo di quelli del Genoa, mi sembrano ragazzi a posto, mediamente seri, disponibili, educati, genuini, per quello che si può essere in un mondo teleguidato da affari ed affaristi, da squali e da venti fortissimi. La parte peggiore di questo mondo del calcio a me appare tutto quello che ruota intorno a loro, che in fondo sono i veri protagonisti sportivi, nel bene o nel male. Gli speculatori mi sembrano altri, i furbi mi sembrano altri.

Lasciamo perdere la partita di ieri. Per diversi motivi non fa testo. Non mi è piaciuto chiudere in questo modo, e perdere tra l’altro quasi 3 milioni di euro a causa del piazzamento, ma ci sta. Senza reali motivazioni le partite hanno un significato diverso, e tuttavia il Genoa ha giocato bene ed a parte i gol annullati, uno secondo me ingiustamente, ne abbiamo gettati due nitidi davanti al portiere sul finale. Pazienza.
Ora partono le danze post campionato. Gasperini? Juric? Ansaldi? Pavoletti? Suso? Rincon?
Non lo so, come vi ho detto io non partecipo. Quello che vorrei non si può forse avere, ed il mio ruolo non prevede che venga esaudito quello che io vorrei. Sto al mio posto, del resto il mio apporto economico alla causa del Genoa non mi consente di coltivare la presunzione di poter prendere certe decisioni.
Se sarà Juric benvenuto a Juric, non ho nulla contro di lui, e lo accoglierò come il nuovo allenatore del “mio” Genoa.
Se potessi scegliere, sinceramente, terrei Gasperini. La motivazione non è “personale”, ma solo banalmente tecnica. I risultati parlano per lui, non mi metto nemmeno a snocciolarli, mi sembra evidente. Ma, come ho detto, non intendo partecipare alla discussione su tutte le altre validissime motivazioni, non tecniche, di cui sento parlare, per cui taccio.

I giocatori? I giocatori vanno, e vengono, questa cosa l’ho accettata da tempo. Giusta? Sbagliata? Evitabile? Limitabile? Non lo so, è così, non posso farci nulla.

Affettivamente ho i miei gusti, certo, ma il mio affetto non credo faccia parte delle strategie societarie, e delle dinamiche che governano il mondo del calcio, ed anche il resto del mondo.

Il Genoa, in questo mondo, sta facendo bene, a volte meno bene. A volte molto molto bene, ed altre volte benissimo. Io non smetterò nemmeno domani di sperare che il benissimo si trasformi in un sogno, è più forte di me.
E ci sarò.

Mi compete solo di aspettare il nuovo Genoa, e sperare che chi deve scegliere, chi deve decidere, che sia un presidente, un allenatore, un giocatore, faccia del suo meglio per costruire ed offrire il miglior Genoa possibile. Che coltivi nel suo cuore un centesimo di quel sogno che tutti noi portiamo nel cuore, che sia un presidente, un giocatore, od un allenatore.

Io non ho mai chiesto nulla a nessuno, nella mia vita. Fa parte ancora del mio modo di vivere.
Mi limito a sperarlo, certo che il mio sogno prima o dopo si realizzerà.

Con un presidente, un allenatore, ed alcuni giocatori.

E me, e voi, di questo ne sono certo.

Forza Genoa.

   Luca Canfora


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