Caro Mister Prandelli, bentornato (?) in Serie A

18.12.2018 23:07 di GianPiero Gallotti   vedi letture

Sono già otto anni che l'attuale tecnico del Genoa Cesare Prandelli manca dalla nostra Serie A.

Otto anni durante i quali ha guidato la Nazionale italiana ed alcune squadre di Club estere.

Ovvio che dopo tanto tempo, la voglia di tornare a guidare una squadra italiana fosse grande.

E così eccolo oggi accettare la proposta del Presidente Enrico Preziosi di mettere la sua esperienza al servizio di un Grifone fragile e spaesato, costretto addirittura ad uscire dalla Coppa Italia ad opera di un Club di Serie C.

Prandelli, con grande entusiasmo, ha saputo fin da subito prendere in mano le redini della squadra, guidandola egregiamente nelle prime due sfide che il calendario gli ha riservato, ossia quelle contro Spal e Roma.

Ma probabilmente mai si sarebbe aspettato che il suo ritorno nella massima serie italiana sarebbe subito coinciso con altrettante direzioni arbitrali imbarazzanti.

Intendiamoci, non è che otto anni fa gli arbitri non commettessero errori e scelleratezze assortite.

I tifosi genoani, che hanno una memoria da far impallidire un elefante, non hanno infatti di certo dimenticato, tanto per fare un esempio, il match fra Juventus e Genoa proprio del 2010, quando l'arbitro Mazzoleni riuscì a fischiare un calcio di rigore in favore dei bianconeri per un fallo su Del Piero avvenuto qualche metro abbondante fuori dall'area.

Ma quello che lascia perplessi è che, nonostante l'introduzione in pompa magna della tecnologia, le cose rispetto ad allora non siano affatto cambiate.

Anzi.

Se a quei tempi infatti ai direttori di gara che commettevano un palese errore di valutazione veniva sempre fornita come giustificazione il fatto che in quanto uomini siano soggetti a sbagliare (verità sacrosanta che nessuno vuole negare), oggi con l'introduzione del Var questa attenuante viene però in larga parte ridimensionata.

Gli arbitri, contrariamente ad allora, oggi possono infatti avvalersi della tecnologia per correggere eventuali decisioni errate.

Possono, appunto. 

Ma spesso invece non vogliono.

E questo fa ovviamente infuriare tifosi e addetti ai lavori che, alla luce di certe scellerate decisioni (o non decisioni), si sentono defraudati e presi in giro.

Se infatti possiamo pensare che il sig. Mazzoleni possa non aver visto bene l'intervento di Sokratis su Del Piero, è ben più difficile (se non impossibile), spiegarsi perchè invece il sig. Di Bello non abbia verificato col Var la sua decisione di non assegnare il giusto calcio di rigore al Genoa per l'evidentissimo fallo di Florenzi su Pandev.

Var invece a lungo utilizzato per annullare il gol di Lazovic, con le immagini mandate a ritroso fino a venti secondi prima (quindi quasi in un'altra azione) rispetto alla conclusione del giocatore del Genoa, per scovare un'unghia di Piatek in fuorigioco.

Stesso metro adottato anche sette giorni prima dal sig. Pasqua nel match contro la Spal, che dopo soli dieci minuti di gioco espelleva Capitan Criscito per un fallo che, secondo noi, più che un cartellino giallo non avrebbe meritato. Ma anche qui nessun consulto con il Var.

Dunque decisioni errate da parte dei due direttori di gara che danneggiano pesantemente il Genoa, ma colpe che vanno equamente divise con i loro colleghi incaricati di usare la tecnologia, che bene si sono guardati (almeno così si suppone, visto che non si possono conoscere i loro dialoghi in cuffia) dall'avvisare dell'errore commesso l'arbitro sul terreno di gioco.

Insomma, quando Prandelli lasciò la Serie A, gli arbitri commettevano errori.

Oggi invece, lasciando loro la discrezionalità sul chiedere o meno assistenza al tanto sbandierato Var, . . . anche.

Tomasi di Lampedusa, nel Gattopardo, scriveva: "Cambiare tutto per non cambiare niente".

Ecco, appunto.

Caro Mister Prandelli, bentornato in Serie A.

 

Gip

 


Altre notizie - Vetrina
Altre notizie