Lino Marmorato - A.I.A. che male !

28.09.2016 10:44 di Lorenzo Semino   vedi letture

AIA (associazione italiana arbitri) che male.  Pesante la decisione del giudice sportivo nei confronti di Zampano del Pescara reo di aver salvato un gol sulla linea di porta con la mano. Punito dalla prova televisiva e dal Codice di Giustizia sportiva l’articolo 35 quello che  disciplina i mezzi di prova, non dal Regolamento del gioco calcio per “condotta gravemente antisportiva.” Magra la soddisfazione per il Genoa per punti e classifica, grassa quella della società e del Presidente Preziosi e della sua arrabbiatura, della quale ha chiesto scusa tramite un comunicato ufficiale a direttore di gara e associazione arbitri. Genoa senza punti, Irrati non proponibile a gennaio come internazionale.  Mettiamoci tutti una pietra sopra!

Pandev punito con due giornate di squalifica, ha sbagliato. Oltre il direttore di gara in quanti hanno contribuito al rosso diretto del macedone continuandolo ad innervosirlo con un perenne rompimento di palloni con la situazione in netto miglioramento rispetto al passato non dovendo giocare più con le spalle alla porta e senza infortuni? Pandev oltre essere giocatore, basta essere presenti agli allenamenti è anche in forma allenandosi bene e con profitto.

AIA che male continua. Il mondo arbitrale in serie A non riesce ad esprimersi ed ogni domenica o giù di lì si ha l’impressione che non regga. Se tutto ciò avviene alla 6° giornata di campionato c’è da preoccuparsi per il proseguo del campionato, specialmente nei mesi caldi da gennaio in poi dove gli interessi saranno importanti e molteplici per molte società. Il mondo arbitri in serie A non ha recepito o non vuole accettare di applicare il regolamento in uguale misura non rendendosi conto del cattivo occhio delle telecamere che rispetto al passato non perdonano nulla specialmente se ci sono maglie a strisce di mezzo. Il regolamento del gioco calcio non è fantasia e improvvisazione, istinto e intuito, intelligenza sì!

Le regole sono chiare per l’arbitro che da qualche anno non è più singolo dato che sono in 6 sul terreno di gioco. Goal Line aiutano, gli addizionali meno visti i criteri con cui sono scelti uno famoso e l’altro neofita. Difficilmente l’arbitro che si sente al centro dell’universo concede spazio alle indicazioni del proselito. La moviola in campo o la Var serve subito e non fra due anni di sperimentazione per riempire di euro solo tasche. È un aiuto importante per far vedere agli arbitri quello che non hanno visto, levando l’impressione che non hanno voluto vedere.

Tutti si dimenticano che il calcio nacque senza arbitri. Prima era una missione adesso il progresso lo ha trasformato in un mestiere esponendolo alle lusinghe e ai rischi che il lauto stipendio comporta.

Il problema essendo ormai professionisti, anche se meno pagati dei calciatori e allenatori, che se sbagliano non vengono puniti, specialmente nel portafoglio non arbitrando per lungo tempo.

Tutte le raccomandazioni estive e le nuove regole, inutile ripeterle, sono sempre state scritte sulla sabbia per coloro che arbitrano in serie A: l’uniformità non esiste nelle cose più semplici: l’offesa deve essere uguale per tutti. In occasione di ogni calcio di punizione in ogni area c’è sempre un calcio di rigore. Le trattenute ad inizio stagione a parole dei designatori sono abolite, invece ci sono i “pistolotti” che lasciano il tempo che trovano.

La buona fede della classe arbitrale non si può discutere, in ogni gara senza suscitare vespai inutili ci sono almeno 10 occasioni giuste(guardare dentro le aree di rigore sui calci di punizione e calci d’angolo)se si vuol far vincere una squadra e non cadere da “imbecilli” davanti ad una moviola.

Parleremo sempre di arbitri perché lo vuole il sistema calcio, i media e gli stessi arbitri.

Il problema è che la classe arbitrale è rimasta alla prima Repubblica. La conferma è l’elezione per la terza volta di Nicchi alla Presidenza. Zappi il rivale con l’aiuto di Braschi l’ex designatore voleva cambiare, far parlare gli arbitri il giorno dopo il comunicato del Giudice sportivo per spiegare anche senza domande quello che aveva fischiato, non visto e contestato, volevano anche riunire giustamente la Can A alla Can B per fare crescere i giovani. Nicchi invece ha solamente promesso aumenti dei rimborsi spese agli arbitri regionali e il 71% dei Presidenti delle sezioni lo hanno votato per la gioia del portafoglio della “casta” in serie A mai fermi una domenica tra direzioni e 5° addizionale.

Non si discute mai come mai gli arbitri fanno fatica a crescere. Ai vertici arbitrali interessano solo i numeri complessivi degli arbitri per poter essere presenti con le deleghe e contare alle elezioni in FIGC.

Non c’è più scuola arbitrale. I fenomeni che finiscono di arbitrare non insegnano ai giovani arbitri nelle sezioni preferendo lo schermo Tv, giudicando con la moviola show incorporata sotto il sedere dimenticandosi il piatto dove avevano mangiato.

All ’Aia nazionale nessuno lavora gratis. Il sacrificio viene fatto solamente da volontari che lavorano nelle sezioni arbitrali che dedicano tempo, levandolo alla famiglia, per fare corsi, andare sui campi a visionare giovani arbitri. Il loro lavoro da sempre e non da oggi quando trovano il ragazzo con le caratteristiche giuste come i giovani calciatori viene regolamento bruciato quando ci sono i passaggi dalla D alla C. La bravura la predisposizione ad arbitrare non conta nulla, contano le raccomandazioni esterne al mondo arbitrale.

Tutto si spiega ogni domenica guardando le partite sui campi o davanti alle Tv: impossibile che non ci siano giovanotti più bravi di quelli che vediamo in serie A, (qualcuno meglio in serie B c’è) in una associazione, numero approssimativo e può darsi anche sbagliato, di 18.000 arbitri che calcano i campi della penisola.

La regola numero uno come negli altri paesi europei dovrebbe essere non sparate sui fischietti. Si può fare anzi si deve fare ma i Signori della serie A vestiti di tutti i colori facciano gli arbitri, non i notai, i giudici, i dittatori applicando il regolamento in modo uniforme e non a propria discrezionalità specialmente quando vedono tutto. La discrezionalità in queste sei giornate di campionato non è stata ridotta: è aumentata.

In qualche partita si ha l’impressione che il fallo di mano non viene assegnato se il bracco è largo ma dal colore dei capelli del difensore o dal numero delle scarpe del centravanti

In attesa dell’arbitro futuro sceriffo con un’arma in più la tecnologia si tolgano la palla al piede del potere decisionale a vanvera. Dall’arbitro, agli arbitri, dai giudici di porta al quarto uomo occorre applicare le regole che devono essere uguali per tutti. Ma è un delitto applicare un regolamento in modo chiaro, limpido e comprensibile? Ormai le telecamere sono spietate e la tecnologia davanti alle Tv supera l’occhio umano anche davanti alla moviola. Arbitri basta farsi sparare addosso in ogni partita per assicurare le due ore assicurate di show ai propri avversari davanti ad una telecamera, specialmente se di mezzo ci sono Juve, Inter, Milan, Roma e Napoli.

Sky, Mediaset, Infront continuano la loro guerra nel trasmettere immagini. Domenica sul rigore di Zampano non occorrevano strumenti miracolosi per capire che non era stato il portiere a respingere: Zampano aveva un polso fasciato, detto in diretta radio, aiutato dall’esperienza tramite un ricordo. Davanti a 18000 spettatori dentro il Palasport durante un torneo estivo in una finale a Conti del Lagaccio annullai un gol perché colpì il pallone con il polso fasciato: fui aggredito, spiegai il perché annullai la rete e tutti concordarono. Al sottoscritto hanno fatto una scuola di regolamento ma anche  sul campo, adesso non esiste più, era una scuola guida arbitrale che ha dato tanti risultati visti coloro che la Liguria ha mandato in serie A nella prima Repubblica.

Ieri al Pio Signorini non ci sono state novità. Video della gara con il Pescara, riscaldamento a secco alla “marines”, esercizi di controllo pallone, partitelle a campo ridotto in campo orizzontale e verticale con Perin e Lamanna impegnati con i compagni a giocare il pallone con i piedi e di prima intenzione. Inutile specificare tutto ad alta intensità e tante bottigliette di acqua minerale consumate. Alla fine sudata coloro che non avevano giocato domenica e quelli che erano stati sul terreno di gioco meno partita contro la Primavera di Stellini , per gli altri giri di campo sostenuti ad intervalli. Assente Gkapè in permesso per la nascita della figlia. Auguri.  Orban ha disputato la prima di allenamento a seguire allunghi con il Prof. Barbero. Burdisso tra palestra e giri di campo. Ocampos ai bordi del campo. Pavoletti ad inanellare giri di campo a domanda come si sente, Pavoloso sempre con il sorriso sulla bocca ha risposto: “sto in piedi”.

 


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