Momenti di storia: Becattini e quel gol da 70 metri

08.10.2018 18:15 di GianPiero Gallotti   vedi letture

Iniziamo oggi a pubblicare una nuova rubrica, curata da Francesco Venturelli, appassionato di storia del Genoa, che periodicamente ci raccontera' aneddoti e curiosita' sulla ultracentenaria storia del Grifone.

Ringraziamo dunque l'amico Francesco per la sua preziosa collaborazione:

 

Gol da 70 metri.
Becattini, una Leggenda Rossoblù.

 

Fosco Becattini è una leggenda della mia adolescenza, e posso dire che abbia contribuito a fortificare la mia passione per il Genoa. Come genoano infatti sono nato e cresciuto nel mito di “Sardelli – Cattani – Becattini”, bandiere grandi e gloriose di un Genoa antico, amate da tutti i genoani di 70 anni fa.

Il 22 settembre 1957 alla terza di campionato il Genoa, ancora a zero punti in classifica, scendeva in campo a Torino contro la grande Juventus di Sivori, Charles e Boniperti, e per quegli strani scherzi della sorte che popolano abitualmente il gioco del calcio, si trovò in vantaggio dopo soli 13’, gol del centravanti Corso, un giovane veneto che faceva parte di un’infornata di ragazzi “razza Piave” (come si diceva allora) ingaggiati dalla squadra rossoblù nella prima metà degli anni ‘50.

La Juve manco a dirlo si riversò subito nella metà campo rossoblù, con i terzini quasi a metà campo e il portiere Mattrel al limite della propria area di rigore. I bianconeri volevano pareggiare subito e non si preoccupavano di eventuali contropiedi del Genoa, ritenendolo troppo inferiore per non riuscire a controllarlo agevolmente nei suoi impacciati movimenti offensivi.

Ma non avevano fatto i conto col potente rinvio di Becattini.

Va detto che a quei tempi il calcio risentiva delle modifiche apportate dall’introduzione del Sistema inglese nel 1927 (che in Italia arriverà solo 12 anni dopo, grazie al Genoa). Il Sistema prevedeva la marcatura a uomo da parte dei difensori, ai quali si chiedeva di dedicarsi unicamente all'avversario diretto senza preoccuparsi di costruire l’azione. Uno dei pregi richiesti ai difensori, oltre alla capacità di francobollare l’attaccante, era la potenza del rinvio. Più potente era il rinvio e più si allontanava la minaccia. Alla costruzione del gioco dovevano pensare i centrocampisti, che erano quattro: i due mediani e le due mezze ali, che costituivano il famoso quadrilatero. Senza un buon quadrilatero, per una squadra erano guai seri.

Becattini, che verso la fine degli anni ’40 ebbe l’onore di giocare in Nazionale insieme ai grandi del Torino, eccelleva nel rinvio che praticava in tutti i modi, anche in acrobazia, al punto da guadagnarsi l’appellativo unico di “Palla di Gomma”. Nella storia del calcio, infatti, c’è stato un solo giocatore chiamato “Palla di Gomma”: lui, il Corsaro di Sestri Levante. Accadde così che con tutta la Juve nella metà campo del Genoa, il grande “Palla di Gomma” azzeccasse un rinvio dei suoi, col pallone che sorvolò la metà campo per piombare ai limiti dell’area juventina, battere a terra e scavalcare Mattrel piazzato ai limiti dell’area di rigore, sorpreso dalla rapidità dell'azione, per finire poi la sua corsa da un'area all'altra beffardamente in rete!!!
Un gol da 70 metri!!! Forse un record assoluto, chi lo può negare?

Sicuramente un’impresa che, sia pure con la complicità di una situazione favorevole che vedeva tutta la Juve, compreso il portiere, in avanti, va annoverata tra le gesta memorabili del “nostro”, che in tutta la carriera di giocatore ha indossato una sola maglia: quella rossoblù del Vecchio e glorioso Grifo.

Il Genoa poi perse 3 a 2, col terzo gol della Juve ottenuto di testa dal gigante Charles che su calcio d’angolo allo scadere, buttava in porta pallone e portiere, e per l’arbitro tutto regolare. Ma questa è banale cronaca. Il gol di “Palla di Gomma” invece è Leggenda. L’affetto dei tifosi per Becattini era tale, che per lui si fecero anche poeti, con una filastrocca che ripropongo perché nulla deve essere dimenticato:

“Nel Levante c’è un Corsaro
Che è il più grande dei terzini
Corre, salta, tira, vola
Il suo nome è Becattini”

E chiusi i ludi.

 

Francesco Venturelli

 


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