Grazie al "mago" De Rossi, più cinismo e più ordine

09.12.2025 11:42 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Chi osava immaginare un Genoa corsaro a Udine nonostante la contemporanea assenza di Ostigard e Frendrup? Invece lo stadio Friuli si conferma ancora una volta propizio al Vecchio Balordo, che impartisce ai colossi in bianconero una sonora lezione di capacità difensiva e di pragmatismo. Davvero un colpaccio, che spinge i rossoblù a ben quattro lunghezze dalla terzultima e rafforza l'etichetta di “mago” ormai affibbiata a mister De Rossi, che in campionato non ha ancora fallito un appuntamento.

I rossoblù partono con la missione di tenere palla il più possibile, non tanto per creare opportunità offensive, ma come forma indiretta di difesa. L'impresa riesce, anche perchè i giocatori di casa mostrano presto limiti tecnici che cozzano spaventosamente con le doti fisiche di cui dispongono. Leali svelle sulla linea un pallone ad effetto giunto da corner ed è poi salvato dal guardalinee su un gol viziato da palese fuorigioco, ma i lampi si esauriscono presto. I rossoblù restano a lungo rintanati in retrovia e faticano ad attivare le due punte, ma rispetto a molte precedenti gare soffrono relativamente e si coprono con ordine ed efficacia. I due baby Macandalli e Otoa non si macchiano di errori marchiani e fanno argine, aiutati dai centrocampisti, che si affannano con successo su qualsiasi avversario. 

La prima mezzora trascorre con rari brividi, disinnescati peraltro da un Leali attentissimo in ogni circostanza. Così, al 33', un po' a sorpresa si materializza il vantaggio ospite. Colombo, confermandosi uscito dalla lunga crisi, piomba su un pallone malamente controllato dai difensori locali, entra in area e il portiere Okoye, in uscita rompicollo, lo stende. Stavolta, contrariamente agli episodi dei due penalty già falliti, lo specialista Malinovskyi è in campo e dal dischetto trasforma con freddezza.

E' in premio forse eccessivo, ma merita di essere difeso con le unghie e con i denti. L'Udinese domina territorialmente, ma al di là di una sassata di Rui Modesto alzata in corner dal portiere rossoblù, combina poco e niente esaltando la robustezza del reparto arretrato avversario.

L'intervallo scuote dal torpore i padroni di casa, ma la loro reazione non sarà irresistibile come ci si poteva attendere. Leali inizia a lavorare con più frequenza e parecchi sono i palloni che piovono in area, ma senza che le guardie scelte genoane facciano una piega. Tuttavia, la gara cambia connotati in virtù di una ben superiore fisicità dei calciatori friulani, che vincono parecchi contrasti di forza e rugbisticamente schiacciano indietro gli antagonisti.  Non è un forcing pazzesco, ma costante e meritevole del pareggio, che giunge al 65': da Solet a sinistra verso Rui Modesto, al quale Norton Cuffy consente di crossare corto e basso per l'accorrente Pietrovsky, abile ad insaccare all'incrocio eludendo la ritardata chiusura della retroguardia genoana. 

In quel momento iniziano a fare capolino nella mente  dei tifosi genoani gli spettri dell'ennesimo sorpasso subito nelle gare esterne dopo un primo tempo chiuso in vantaggio. De Rossi dà un'occhiata ai panchinari e, dopo la sostituzione di Vitinha (senz'altro il meno in palla della squadra) con Ekuban appena prima del pari, procede ad avvicendare sia lo sfinito Malinovskyi (dentro Messias) sia Colombo, ormai sfiatato (ecco il baby Ekhator). I padroni di casa, forse stanchi, rallentano lievemente il ritmo e all'83' vengono inesorabilmente puniti, Proprio Messias con un gioco di prestigio irride un avversario e cede a sinistra a Ekuban, sul cui cross il brasiliano liscia favorendo  - forse in modo involontario – Norton-Cuffy, bravo a seguire l'azione e a trovarsi solo soletto davanti ad Okoye, battuto da corta distanza.

La successiva reazione dei locali non si rivela veemente e Leali deve solo arpionare un pallone giunto da cross. Neppure l'inspiespibile allungamento del match ben oltre il recupero segnalato impedisce al Grifone di intascare tre punti di oro massiccio: un tesoretto utilissimo ad affrontare il prossimo ciclo terribile senza l'acqua alla gola.

De Rossi il guaritore esulta nuovamente e torna dal Nordest non solo con un “pieno” esaltante ma anche anche con la consapevolezza che su Otoa, non più oggetto misterioso ma gladiatore indomito, potrà riporre assoluto affidamento. Meglio di così...

                    PIERLUIGI GAMBINO


Altre notizie - Copertina
Altre notizie