Il segreto dell'infelicità

27.07.2020 09:32 di Luca Canfora   vedi letture

Io non riesco a parlare di Genoa come se fosse una squadra di football. Per quello potete leggere altri, alcuni lo fanno benissimo. Non è un giudizio di merito, è una constatazione che non vale solo per il Genoa. Potremmo parlare di uno yogurt, di una pinza, di una scala, di una forchetta. Alla fine io arriverei sempre in un altro posto, apparentemente molto distante da dove si è partiti. Io non ho alcun potere su questo, è la mia testa che vede scatole cinesi in ogni respiro, pensiero, ipotesi, passo, distanza, sensazione. 

Dite una parola. Pavimento? Va bene. Pavimento=appoggio. Appoggio=necessità. Necessità=amore. Amore=dolore. Dolore=vita. Vita=dono. Dono=perdita. Perdita=mancanza. Mancanza=ricerca. Ricerca=obiettivo. Obiettivo=speranza. Speranza=appoggio. Appoggio=pavimento.

Siamo partiti da un pavimento, e ci siamo tornati. Passando attraverso la filosofia greca, la storia dell'umanità, la religione, e la psicanalisi. Senza mai trovare una risposta, senza mai perdere una domanda. 

Non ho scelto io l'infelicità, è lei che ha scelto me. Non esiste domanda in cui io possa trovare pace, non esiste risposta in cui io possa riposare.

Ed il Genoa? Il Genoa non fa eccezione, nella mia testa. Se fosse solo un prato, un pallone, un gol, avrei già smesso di seguirlo dalla mia settima reincarnazione. Io dal Genoa voglio molto di più, di un prato, di un pallone, di un gol. 

Io voglio tutto il bene, e tutto il male. Il pieno ed il vuoto, l'amore e l'abbandono, la gioia ed il dolore, l'appoggio e la voragine, la speranza e la disperazione, la mancanza e l'eccesso, il reato e la perfezione, la bellezza e lo squallore, il colore ed il grigiore.

Perché la vita non è in uno stato o nell'altro, ma è tutta in quell'istante effimero ed inafferrabile in cui passiamo da una sensazione al suo esatto contrario, che sia positiva o negativa non ha alcuna importanza. Quando perdiamo questa capacità, questo potere, la vita non ha più alcun significato.

Il Genoa non è salvo, ma è molto vicino ad esserlo. E' tutto nelle nostre mani.

Sono contento, certo. Sono genoano, come tutti voi, fino in fondo all'ultimo elettrone in moto intorno al suo nucleo della più sperduta ed inutile cellula del mio terzo dito del piede destro... rotto.

:-)

Ma dal Genoa, e dalla vita, io mi aspetto molto di più. Voglio tutto, e tutto il suo contrario, e lo voglio in uno spazio temporale sufficientemente breve da non poter controllare il battito del cuore. Per la gioia, o per il dolore.

Grazie Nicola, grazie ragazzi.

   Luca Canfora


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