Da linea Maginot a difesa Colabrodo. Se non basta segnare due gol...

23.01.2017 12:01 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Diciamolo fuori dai denti: se il campionato fosse partito a gennaio, questo Genoa così “arrumentato” sarebbe immerso nella drammatica lotteria della salvezza. Così non è, ma in casa rossoblù non si meni vanto: la relativa tranquillità in classifica dipende esclusivamente dalla straordinaria, irripetibile annata che caratterizza due neopromosse ed un terzo team, il Palermo, in piena smobilitazione. Eppure, la banda di Juric, a Marassi, non ha battuto nessuna delle tre e neppure la quart'ultima, l'Empoli: un record all'incontrario da Guinness.

Il Grifo è in caduta libera, sta volando rasoterra e ha le ali impiombate. Neppure lo slancio di due gol all'attivo è bastato per tornare a librarsi ad altitudini accettabili. Un crollo verticale che, a questo punto, non si può completamente attribuire agli ennesimi “commerci” di un negozio che ha perennemente le serrande tirate su e le porte aperte. L'impasse ha più padri, anche se suddividere le responsabilità in percentuali attendibili è oltremodo arduo. Chiaro, chiarissimo, che Rincon non è stato adeguatamente sostituito. Cataldi è una mezzala che opera con raziocinio ma non un cacciatore di palloni e il baby Morosini, che peraltro Juric giudica ancora immaturo, opera soltanto dalla metà campo in su. Servirebbe come il pane – soprattutto pensando al prossimo match di Firenze, dove mancheranno lo squalificato Cataldi e l'infortunato Rigoni – un rinforzo di peso, ma concordiamo con Preziosi: sarebbe assurdo acquistare solo per il gusto di farlo: a che servirebbe, per esempio, un Carmona ormai abbonato alla panchina?

Con ciò, facciamo fatica ad immaginare che un centrocampista difensivo in più avrebbe trasformato il Genoa in una maginot sui due calci fermi che hanno condotto al gol il modestissimo Crotone. Verissimo che, a ben vedere, il sigillo di Simeone è stato il solo tentativo reale verso la porta di Cordaz e che il raddoppio genoano è giunto, su penalty, a capo della sola azione discreta nella ripresa sull'asse Cofie – Laxalt – Pandev, ma in situazioni normali due reti dovrebbero essere più che sufficienti per archiviare in tutta tranquillità una delle pratiche più agevoli del campionato.

Qui il problema è in retrovia. Due mesi fa, la fase difensiva era additata ad esempio di organizzazione e rendimento, adesso invece è un perenne colabrodo. I dispiaceri su palla inattiva piovono ininterrottamente e non sono giustificabili solo con il tempismo degli avversari in area di rigore. Due traiettorie in fotocopia, invitanti per i difensori centrali calabresi improvvisati arieti, ma con un po' più di attenzione, non sarebbe successo nulla di irreparabile. La verità è che Burdisso, capitano indomito (notata la pacca di incoraggiamento al neo entrato Cofie per instillargli coraggio e sicurezza) fatica sempre più nel gioco aereo e Izzo ieri non era al meglio. Reduce da gastroenterite, ha fatto ricorso alle residue energie rispondendo presente a Juric – che giustamente non si fidava di Gentiletti e Orban – ma non era certamente in grado di offrire il meglio di sé. Nei grappoli davanti al proprio portiere, anche gli altri giocatori dovrebbero prestare mille attenzioni ed invece Ocampos si è fatalmente distratto in entrambe le circostanze. Semplici obnubilamenti individuali o errori di piazzamento dovuti ad un imperfetto studio in settimana?

Emerge intanto un ulteriore problema: la preparazione atletica. Non è che Juric abbia impostato la preparazione atletica per una partenza lanciata, a costo di pagare un momento di flessione a metà stagione? E la serie di infortuni muscolari patiti negli ultimi tempi deriva solo da pessime congiunzioni astrali? Forse non avremo mai una risposta un merito, ma una riflessione è doverosa.

E ora? Come invertire il trend? Mantenendo la calma (presidente ma anche tifosi, di cui si deve tuttavia comprendere l'infinita amarezza) e collaborando (la società) con il tecnico per risolvere almeno parte degli attuali problemi. Ma se il Prez dovesse accorgersi che Juric non ha più in mano la squadra, non esiti ad avvicendarlo con tecnico navigato e non certo con uno Stramaccioni. Una mossa che reputiamo comunque prematura, anche considerando che il croato ha il solo difetto nell'inesperienza: carenza veniale se rapportata a quelle messe in mostra da personaggi ben più esperti e scafati, che avrebbero dovuto evitare di metterlo in così gravi ambasce.

PIERLUIGI GAMBINO

 


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