Galabinov, una "torre" da non cedere e a centrocampo serve un rinforzo

07.01.2018 11:52 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Nella calza del Genoa un quintale di carbone dolce, prelibate monete di cioccolato finissimo ed altre ghiottonerie che ben pochi tifosi avrebbero previsto. Un'Epifania festosa, che consente ai rossoblù di sfoggiare una situazione di classifica esaltante se rapportata a quella disastrosa di due mesi orsono. L'allungo perentorio si deve in primis al “mago” di Ravenna, al secolo Davide Ballardini, che ha raccattato la bellezza di 15 punti in otto partite: media quasi da Champions. Avrà anche goduto di un calendario favorevole e in qualche circostanza di un aiutino della sorte, ma disconoscere i suoi meriti sarebbe delittuoso. Con lui il pragmatismo è diventato un vangelo.

Anche col Sassuolo la sua interpretazione del match è stata esemplare. Con la tattica garibaldina tipica di Juric, il Grifo sarebbe incorso quasi certamente in un pesante passo falso. Invece Balla ha badato in primis a non prenderle, evitando di beccare i contropiede, che sono la specialità della casa neroverde, per poi giocarsela apertamente nella seconda metà della ripresa. Vero che prima dell'inzuccata vincente di Galabinov gli ospiti avevano accarrezzato due volte il vantaggio, dapprima fermati da uno strepitoso intervento di Perin e poi dal palo, ma perché rifiutare il destino benevolo?

Certo, nell'ascesa del Grifo ha messo le sue manone il portiere di Latina, bravissimo contro il Benevento, decisivo a Torino e portentoso ieri: con tutte le vicissitudine fisiche patite negli ultimi anni, chi si sarebbe aspettato che Mattia tornasse a regalare punti pesantissimi al Vecchio Balordo? Ora come ora, il capitano strameriterebbe l'eredità di Buffon in Nazionale. Chissà...

La prima gara del 2018 ha offerto mille altri spunti di discussione. Di sicuro Ballardini ha trovato l'esterno destro di centrocampo che andava cercando da tempo. Biraschi non è un fuoriclasse, ma sa difendere con efficacia, ha “gamba” e anche sotto l'aspetto tecnico e dell'intraprendenza ha dimostrato di saperci fare. A precedere il cross a giri contati per il bulgaro, ecco un gradevolissimo doppio passo, la giocata che rese famoso circa ottant'anni fa Biavati: anche il nome del genoano comincia per “Bi”...

Altro argomento di attualità, il futuro di Galabinov, che almeno sino a ieri pomeriggio era già prossimo alla porta d'uscita, destinazione serie B. L'auspicio è che il Joker e Perinetti ci pensino a fondo prima di cederlo: non tanto per il gol realizzato, quanto per le sue caratteristiche fisiche, che lo rendono unico nell'organico genoano.

Preso atto che il centrocampo rossoblù, più che dignitoso nella fase di filtro, è tra i peggiori quando occorre costruire, è stato e sarà in futuro giocoforza affidarsi ai lanci lungi di Perin o di un difensore, a scavalcare la zona mediana. Ebbene, sui palloni alti l'ex del Novara è di gran lunga preferibile a Lapadula, che non ha i centimetri sufficienti. Tutto ciò a prescindere dallo stato di forma assai carente e ai limiti tecnici che lo strapagato bomber ha squadernato anche ieri.

Intanto, prendiamo atto che la retroguardia si è ripetuta su livelli notevoli, concedendo agli avanti emiliani solo le due suddette conclusioni. Stavolta mancava Izzo, ma Rossettini, che aveva deluso parecchio come centrale dei centrali, ha confermato che a destra è a proprio agio. Quanto a Spolli e Zukanovic, da tempo sono baluardi pressoché insuperabili, almeno in campo chiuso.

Resta irrisolto il problema sopra accennato del centrocampo. Tutti i suo interpreti – titolari e riserve – hanno un identico passo estremamente cadenzato e una macchinosità eccessiva. Servirebbe come il pane un pari ruolo più veloce e fisicamente prestante o, se non altro, un centromediano metodista che avvii l'azione e sgravi Veloso (ieri Bertolacci, per l'assenza del portoghese) dal compito di interdizione, che non è nelle sue corde.

In caso di mancato potenziamento, Ballardini, anche dedicando maggiore tempo alla fase di impostazione (dopo aver sistemato a dovere quella di filtro), sarà praticamente condannato a schierare un Genoa monocorde, a trazione posteriore, col baricentro bassissimo, puntando decisamente a non prenderle prima che a darle. Sia chiaro, come la classifica inizia ad attestare, la rosa attuale (sperabilmente liberata di qualche dannosa zavorra) pare basti ed avanzi per centrare l'obiettivo minimo, ma per ridurre a zero i rischi e, chissà, provare a raggiungere il centro classifica servirebbe almeno un ritocchino. Dunque, dopo i miracoli di Perin, speriamo in un... miracoletto di Perin...etti.

PIERLUIGI GAMBINO

 


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