L’eredità di Neustift: tra vecchi difetti e piacevoli sorprese

26.07.2016 10:35 di  Carlo Dellacasa   vedi letture

Possono bastare una dozzina di giorni per capire dove stia andando il Genoa? Se la risposta può sembrare ovvia a prima vista (i Soloni del calcio sono pregati di astenersi da giudizi approssimativi) invece nasconde tra i ciuffi d’erba di Kampl qualche interessante indicazione.

 

Partiamo dal tecnico croato: vi ricordate lo Juric calciatore? La sua grinta? Bene, quella è rimasta intatta; un mastino pronto a mordere le caviglie del primo che capita a tiro. Ma non è tutto. Ivan è tornato a Genova, a 40 anni, con una valigia piena di buon senso e pragmatismo, impastati ad una buona dose di filosofia e psicologia.

 

Ogni giocatore ha ricevuto, a tempo debito, spiegazioni, rimproveri, incoraggiamenti, stimoli e indicazioni chiare. Tutto si potrà dire un domani sul nuovo tecnico rossoblù, meno che non abbia cominciato con il piede giusto questa sua avventura. “Meticoloso” è stato il termine usato dai suoi collaboratori, il giusto aggettivo per far bene questo lavoro.

 

Passiamo alla squadra che si è dimostrata ancora incompleta. Motivo di allarme? Forse; perché il mercato non è facile ed è ancor più difficile far quadrare i conti economici e numerici rispetto alla rosa da iscrivere ai nastri di partenza del prossimo campionato. C’è una piacevole sorpresa, però, che lascia di stucco chi era abituato alle rivoluzioni. Il Grifone quest’anno non ne ha fatto. Non ancora magari, ma non sono comunque in preventivo. 

Bisogna rimarcare come qualche pezzo pregiato sembra dovere essere per forza sacrificato ma, per adesso, in assenza di una adeguata offerta, Pavoletti & co si allenano sorridenti in casacca rossoblù. Il mercato però non è immobile, anzi. Si lavora a fari spenti, senza far uscire quei maledetti nomi che spesso rimangono un semplice sogno di una notte di mezza estate. La migliore operazione al momento è davanti agli occhi di tutti: Ocampos. L’argentino è stato identificato, trattato e preso senza che il suo nome facesse più e più volte il giro del globo.

 

Piccola importante menzione per Scarpi, faccia da guascone ma timido e riservato. Ha raccolto seriamente e con grande intensità il testimone lasciato da quel mostro sacro di Spinelli. Ha tempo, modo e mezzi per non far rimpiangere chi lo ha preceduto. Come si dice: lasciamolo lavorare tranquillo. 

 

Concludiamo con i vecchi difetti: uno spunto di riflessione che è già ben chiaro al tecnico e venuto alla luce nell’ultima amichevole.

Il Grifone quando è messo alle strette si lascia andare al più classico calcio alla “viva il parroco”. Palla lunga per quel marcantonio di Pavoletti che, si spera, qualcosa inventi. Non è quello che è stato predicato dal croato durante tutto il ritiro e Juric si è scusato proprio per questo dopo la partita con i turchi di sabato scorso. Non era il caso. Ben vengano a galla questi peccati di gioventù di una squadra quando si è ancora a luglio, nel ridente Tirolo. Gli errori sono umani, intelligente è chi ne sa trarre insegnamento per migliorare. 

 

Pensate che Juric “il meticoloso” non abbia già pronto il bastone e la carota giusti per stimolare i suoi? Sul primo sono più che convinto, sulla seconda me lo auguro per i giocatori…


Altre notizie - Copertina
Altre notizie