Modulo e uomini nuovi, ecco servita la svolta

16.10.2017 12:08 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

L'unico fattore stridente con la realtà è quel golletto striminzito nel computo finale di una partita stradominata dal Genoa e conclusa con il timore diffuso dell'ennesima beffa. Destino avverso, arbitro mai favorevole nei momenti topici e qualche ingenuità degli juriciani in entrambe le aree hanno tenuto in partita un Cagliari umiliato nei primi 45 minuti e premiato con due gol, nella ripresa, al di là dei suoi relativi meriti.

Juric, pur con qualche tremore, ha abbandonato l'asse orizzontale sul quale camminava da parecchie settimane: i tre punti conquistati nell'isola rafforzano la sua panchina e confortano la scelta della società di respingere al mittente le implorazioni a cambiare manico. Forse, formazione e modulo non sono tutti farina del sacco di mister Ivan, ma l'importante era centrare la svolta. Da tempo tutti gli addetti ai lavori con un po' di sale in zucca predicavano che il 3-4-3 con due esterni puri era una scelta perdente: finalmente il croato l'ha capito, correggendo il canovaccio tattico e finalmente convincendosi che un Grifone così malandato non poteva rinunciare a Rigoni, tutt'altro che un fuoriclasse, ma elemento sagace e, soprattutto, concreto in ogni zona del campo.

L'innesto dell'ex rosanero è una delle chiavi della resurrezione. L'altra è il lancio a sorpresa di Galabinov, capace di spezzare lo 0-0, partecipare all'azione del raddoppio e, nella ripresa, di trattenere lassù, lontanissimo da Perin, una valanga di palloni. ProbabilmenteLapadula avrebbe sfruttato quell'occasionissima capitata nella ripresa, ma il bulgaro si è ampiamente guadagnato la pagnotta.

Al resto ha provveduto l'unico elemento di classe cristallina di quest'organico: Taarabt. Suo l'assist del vantaggio, suo il raddoppio, e nella ripresa, prima di aver fatto ricorso all'ultima dose di fiato, il marocchino si è pure creato un possibile fallo da espulsione sul quale l'imperiese Massa ha colpevolmente sorvolato. In questo Genoa, a ben vedere, nessun giocatore appare meno sostituibile di lui, atteso ora ad accrescere i minuti di autonomia atletica.

Così il trio delle meraviglie ha quasi oscurato l'esordio stagionale di Izzo, il più talentuoso dei difensori rossoblù, rivelatosi subito un puntello di una difesa ancora da registrare alla perfezione. Sì perché le due reti dei sardi (la seconda peraltro propiziata da un discutibile fischio arbitrale) e qualche altro spasimo confermano che la fase di filtro non è ancora al “top”. Carenze che sarà più agevole eliminare con la pancia riempita, finalmente, da tre punti in un unico... pasto.

Intanto, la gara nell'isola ha confortato la tesi dei più ottimisti, ostinati a predicare che, una volta rientrati Izzo, Rigoni e un presentabile Bertolacci (dal quale però ci si deve attendere di più), il Genoa avrebbe colmato d'acchito il “gap” di consistenza e di valore rispetto a parecchie formazioni dell'attuale serie A.

L'auspicata inversione di tendenza cancella lo scoramento, pur senza risolvere tutti i problemi di classifica. Guai, ora, ad illudersi che la salvezza non sia più l'obiettivo stagionale: certi limiti costituzionali rimarranno, almeno sino a gennaio. Rallegriamoci, comunque, per quest'avvio significativo della ripresa, riflessa in un importantissimo risultato pieno ma anche in un progresso gigantesco in fatto di personalità e lucidità. Il Cagliari (confermatosi in angustie nei match casalinghi) ci avrà anche messo del suo, ma quando una squadra produce in 90 minuti almeno una decina di nitide palle gol, andando tre volte al bersaglio, timbrando un palo ed esaltando la bravura del portiere avversario, è innegabile che si sia innestata ben altra marcia. Il prossimo “step” sarà una crescita del cinismo nel momento topico, tanto per evitarsi qualsiasi sofferenza nei minuti conclusivi. Senza più l'acqua alla gola e con il ritorno di Lapadula, anche questo difetto sparirà.

PIERLUIGI GAMBINO


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