The day after: tanti motivi per esser fiduciosi

12.09.2016 08:56 di  Franco Avanzini   vedi letture

Peccato! Diciamo la verità, la partita Genoa-Fiorentina poteva proseguire se si fosse attesi un quarto d'ora in più visto che poi il sole è tornato a splendere e il cielo è tornato sereno. E invece i 27 minuti giocati vanno in archivio in attesa dei restanti 63 che si disputeranno chissà quando. La squadra di Ivan Juric stava dominando il campo. Paulo Sousa sembrava non averci capito molto se è vero che la sua squadra, salvo una punizione di Ilicic centrale, non aveva mai impensierito più di tanto la retroguardia rossoblu.

Genoa brillante, sostenuto da un pubblico super, veloce di pensiero. In difesa Orban all'esordio si appiccicava a Ilicic non permettendogli i rituali movimenti; in mezzo al campo Miguel Veloso distribuiva con la sua solita maestria palloni su palloni ai compagni e Lazovic pareva in giornata di grazia scorazzando sulla fascia di competenza senza trovare grandi ostacoli avversari oltre, naturalmente, ad un Laxalt proprompente e sfortunato sulla traversa colpita di testa. L'uomo a sorpresa si chiamava Rigoni inserito per le sue capacità di inserimento in zona gol. E davanti Pavoletti correva come un dannato impegnando la retroguardia viola e lo stesso Gakpé sembrava aver approcciato al meglio la sfida.

Peccato, insomma , per una partita che, visto l'andazzo, si poteva portare tranquillamente in porto in maniera più che positiva. Colpa di Giove Pluvio; colpa di un arbitro Banti che ha dimostrato troppa fretta nel chiudere la sfida ma anche di un terreno di gioco che ha retto malamente al primo acquazzone di fine estate. Ma non doveva resistere a dieci alluvioni?


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