SOTTOCANFORA: Il mio tempo

15.02.2016 09:30 di  Luca Canfora   vedi letture
Mi spiacerebbe che il mio pensiero venisse inquadrato in logiche che non mi appartengono, o venisse manipolato per interessi personali, ma la mia onestà intellettuale (si dice così) mi impone di essere ciò che sono, e di scrivere ciò che penso. Anche parlando del Genoa.La mia formazione culturale, se vogliamo chiamarla così, la mia "educazione" alla vita, quella che ho appreso in famiglia, il mio bagaglio emotivo, mi portano a vivere una vita apparentemente partecipativa, se non addirittura volitiva e consenziente, in molti campi del mio tempo.Mi sono stati insegnati valori molto importanti, anzi, ho visto con i miei occhi valori importanti, non sbandierati, millantati, raccontati. Valori vissuti, ogni giorno, in casa, a scuola, nello sport, per strada.Cose in cui ho creduto, ed in cui credo ancora.Credo nel lavoro, nella fatica, nello studio, nella qualità, nella cultura, nella conoscenza, nella normalità.Normalità non è un insulto, non è cosa di cui vergognarsi, in un tempo in cui pur di sottolineare se stessi si è disposti a tutto, perfino a farsi ridere dietro, pur di dare notizia di se stessi.Normalità, classe, garbo, educazione, preparazione, studio.Tutto questo esiste?Esiste, certo. Non fa punteggio, non fa audience, non vince premi, non prende applausi, se non quelli di compassione, ma esiste. Esiste quando un Ministro della Repubblica si vanta dei successi italiani nel mondo, e poi viene ridicolizzata da chi è dovuto scappare dall'Italia per ottenere ciò che le spettava, per qualità, per capacità, per talento.Per diritto.Esiste quando un pianista di grande classe, di grande umanità, di immensa forza interiore, ottiene lo spazio che avrebbe sempre meritato, non tanto per se stesso, quanto per insegnare a tutti noi cosa sia la musica, e molto più importante, cosa sia la vita.Ma quello spazio è già finito, stiate tranquilli, siamo nuovamente pronti a regalare prime pagine e chiacchiericcio da paesello alle vere stars della nostra Società, improbabili ministri della Repubblica privi delle più elementari basi linguistiche pronti a legiferare per noi, veline con il cervello di un carica-batterie che lanciano messaggi su amore, famiglia e lavoro, calciatori con creste da fare invidia al pollaio di mio nonno, media gol pari al tasso di interesse attuale e Ego da Premio Nobel per la Fisica, che ripetono le stesse tre parole inutili di cui non conoscono il significato per tifosi festanti, attorini ed attricette da sagra del sottovuoto che pontificano su vita, etica e diritti, musica da balera per la prima serata di casalinghe deluse, mariti frustrati e famiglie sfaldate, divi di cartongesso per i sogni infranti di chi non ha mai abbandonato l'adolescenza, e dovrebbe aiutare gli adolescenti a diventare gli uomini e le donne che non sono.Sono stato pessimista? Io? Non mi conoscete proprio, sono stato solo un osservatore della realtà, ed oserei dire anche abbastanza ottimista.Questo è il nostro tempo.Ed il Genoa? Il Genoa come potrebbe sfuggire a tutto questo? Il Genoa è dentro questo tempo, ne fa parte.Conoscete benissimo la mia posizione. Non ho mai voluto sostituirmi a chi fa il proprio mestiere. Dico la mia, cercando di restare sempre al mio posto, grato a chi, in un periodo storico difficile, per tutti, anche per le altre Società italiane, e per il calcio italiano in declino assoluto, consente al Genoa di esistere, e di partecipare a questa competizione, per quanto misera, spenta, di basso livello.Il Genoa c'è, e non è scontato, come può, come si può.Ma sarei un bugiardo, un falso, se vi dicessi che il mio tempo, che il nostro tempo, non mi ha deluso. Non vedo la poesia, non vedo più la qualità, lo studio, la serietà, la passione. Mi manca, mi mancano. Mi mancano i progetti a lunga scadenza, fatti di tappe, di obiettivi, intermedi e finali, e di tutto il lavoro che ci sta in mezzo. Mi manca il credere, fortemente, in qualcosa di condiviso, in qualcosa di impossibile, di comune, mi manca l'abbracciarsi per farsi forza a vicenda, dimenticando per un attimo la vita, la morte, la sofferenza. Mi manca sentire quella forza che solo la fede assoluta in un mondo migliore può dare, uno sguardo più alto, più completo, più vero.Ho bisogno di un sogno, ho bisogno di molti sogni, ma non posso crederci sempre da solo. Il mio tempo, il nostro tempo, ha perso tanto tempo, ha perso troppo tempo, ed ha perso il tempo.Io vado avanti per quella strada, come se niente fosse, come se non vedessi, non sentissi, non provassi niente.Ma se devo essere sincero, è dura.Io rivoglio il mio tempo.Rivoglio i miei sogni.Rivoglio la bellezza.Rivoglio la verità.Rivoglio tutto.E rivoglio il mio Genoa.Adesso.O mai più. Luca Canfora

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