Dopo una settimana senza cambi si attende qualche novità in campo

03.12.2022 18:31 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Dopo una settimana di assurdità assortite, si torna al calcio giocato con un ambiente genoano immerso in un mare di incognite. Stravolgendo il clima gattopardesco, qui nulla cambia sperando invece che cambi tutto, ovviamente in campo. Le premesse non invitano all'entusiasmo e la dirigenza rossoblù ha il compito improbo di convincere tutti noi che senza mutare una virgola a livello organizzativo si confidi di invertire il corso degli avvenimenti.

Herr Blessin è ancora in sella e, se proprio non si registrassero due rovinosi verdetti contro Cittadella e Sudtirol, nessuno oserà schiodarlo dalla panca. Il prode Spors resta il plenipotenziario, oltreché la longa manus della proprietà, e siccome l'esercizio della sostituzione del tecnico non è contemplata negli States ed è rarissima nel centro Europa, ecco che si prosegue sulla vecchia strada, e pazienza se si rischia fortemente di andare a sbattere.

Il popolo genoano, interdetto e sbalordito, si trova di fronte ad un quadro avvilente e si chiede, senza trovare risposta, quale avvenimento o decisione possa repentinamente risvegliare un gruppo di pedatori senz'anima e senza istruzioni. E' forse pensabile che l'intemerata del trainer negli spogliatoi di Perugia e il fervorino di prammatica recitato a metà settimana dal professor Zangrillo, presidente senza poteri, possano richiamare all'ordine una squadra smarrita? La frattura tra allenatore e atleti è forse stata ricomposta, ma il futuro resta nebuloso.

In molti, noi compresi, iniziano ad entrare nell'ordine di idee che non tutte le responsabilità di un novembre da incubi vadano attribuite all'uomo di Stoccarda, ma la sola via per mettere l'equipaggio davanti alle proprie responsabilità, privandolo di ogni alibi, sarebbe stata il cambio di timoniere,

In un'atmosfera di progressiva sfiducia, la gente genoana, almeno sino al fischio finale, si limiterà ad esprimere il proprio stato d'animo con qualche striscione eloquente senza negare a Strootman e compagni il consueto, commovente sostegno, ma il fuoco cova sotto la cenere e potrebbe tramutarsi in incendio nel dopo gara senza un responso favorevole.

Intanto, cosa partorirà mister Alexander dopo aver “accontentato” i tifosi a Perugia proponendo l'invocato Puscas cassando e in compenso entrambi i fantasisti (Aramu e Gudmundsson)? Come dire che il “tacon è stato peggio del buso”. Non uno dei giocatori alternati in avanti nell'ultimo mese ha offerto riscontri confortanti e il solo elemento di autentica novità sarebbe un cambio di modulo (4-3-3 puro o 4-3-1-2), ma sconfessare il 4-2-3-1, marchio di fabbrica della galassia Red Bull ed unica disposizione tattica nelle corde dello stesso Blessin, appare delittuoso.

Qualche novità, sostanziale o di facciata, uscirà senz'altro dal cilindro del tedesco. Probabile che almeno uno dei due rifinitori e Portanova (mostratosi tra i più vivaci in Umbria) ritrovino un posto al sole. Quasi certo, poi, che l'esperimento Vogliacco come terzino sinistro sia ormai archiviato a favore di Sabelli (con Hefti a destra): il giovane centrale potrebbe invece sostituire Dragusin, che da parecchie partite sta girando in folle.

Inutile ribadire che si tratti dell'ennesima gara da vincere, senza “se” e senza “ma”. Il Cittadella è la creatura amorevole di una società dai piccoli numeri (di pubblico e di potenzialità economiche) ma alquanto organizzata ed efficiente, come dimostra la sua lunga milizia in cadetteria. L'organico è felicemente assortito ma non di primissima qualità e il trainer, il carneade Gorini, è un enfant du pays cresciuto in casa come allenatore e privo di pedigrée. Non un genio, ma almeno conosce a fondo le pieghe del calcio italiano e della cadetteria: la speranza è che non impartisca – pure lui... -  a Blessin un'ulteriore lezione di tattica e di raziocinio.

                                   PIERLUIGI GAMBINO


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