Genoa, la strategia di Vieira inizia a dare i suoi frutti

12.05.2025 11:22 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Dopo tre sconfitte di fila, nel match che tutti consideravamo perduto a priori, il Genoa ha un sussulto d'orgoglio che riapre il campionato, zittisce i tifosi più critici e dimostra che la strada intrapresa di recente da mister Vieira può portare lontano.

A Napoli il mister francese rivoluziona la formazione concedendo l'esordio in Italia al 33enne portiere svizzero Siegrist, pescato in Romania dal presidente, ma non si limita a ciò: ecco in un sol colpo Otoa al centro della difesa, Ahanor terzino sinistro e Norton-Cuffy confermato come ala destra. Al suo fianco, alle spalle di Pinamonti, troviamo Vitinha e Messias, due assidui frequentatori dell'infermeria.

L'avvio dei rossoblù è contratto e il Ciuccio si rende subito pericoloso in due circostanze prima di trovare il gol al quarto d'ora con Lukaku, che sfrutta un assist in verticale di McTominay e infila in diagonale beffando di forza Vasquez, non impeccabile nella chiusura. Il Grifo effettua costantemente un pressing asfissiante nella metà campo rivale, bloccando gran parte delle iniziative degli azzurri, ma quando il primo filtro viene superato si creano spazi sui quali gli uomini di Conte possono infilarsi.

Sbloccato il match, si penserebbe ad una passeggiata della capolista, ma il Genoa non ci sta, trascinato da un Messias lucidissimo, capace di accendere ondate di rimpianto dovuto alla sua lunga assenza per infortunio. E' lui a servire a Pinamonti un cioccolatino, malamente sfruttato e sarà lui al 33' (dopo una traversa colpita dal centravanti sul traversone di Vitinha) a propiziare lo strameritato pareggio. A giri contati, verso il secondo palo, il traversone per Ahanor, il più giovane in campo, che di testa colpisce secco: la sfera impatta sul palo ma il portiere Meret, non fortunatissimo, nel tentativo di parare tocca con una gamba e infila nel proprio sacco.

Sino all'intervallo il Genoa controlla da par suo soffocando i partenopei in ogni zona del campo. Incessante il lavoro sporco di Frendrup e Masini e attenta la fase difensiva di Otoa, che riscatta un avvio oltremodo complicato.

L'inizio di ripresa vede, come logico, un Napoli più propositivo, seppur non irresistibile. Lukaku e Raspadori scaldano i guanti di Siegrist, molto attento e bravo a salvarsi in extremis anche su Anguissa. Vieira sostituisce lo sfiancato Messias con Martin all'ora di gioco e al 64' i padroni di casa tornano avanti, suggellando un momento felice. McTominay, il migliore, avvia un'azione a sinistra e imbecca in corridoio Raspadori, che Otoa stranamente lascia libero senza provare a chiudere: la bordata da corta distanza del nazionale non lascia scampo al numero uno elvetico.

Tocca a Vieira scuotere un Genoa sempre in partita ma assai meno autoritario in avanti. Al 69' riecco dopo due mesi Bani per Otoa forse allo scopo di non beccare una goleada, e finisce in campo anche Kassa per un Vitinha che non ha superato a pienissimi voti l'esame finestra. Più tardi entrerà pure Zanoli per Sabelli, ma la mossa più azzeccata per conferire vivacità alla manovra genoana è stata l'inserimento di un altro baby, Venturino, piazzato in avanti a destra  Non un Genoa dominatore, ma il baricentro del gioco si sposta costantemente verso la porta di Meret: segno che i rossoblù non intendono arrendersi. Il premio di tanto coraggio arriva all'84' quando Martin, forse il miglior crossatore della serie A, dalla sua abituale mattonella sulla sinistra, scarica perfettamente sul secondo palo, dove Vasquez, improvvisato centravanti, salta più in alto di due difensori napoletani e schiaccia nell'angolino ammutolendo uno stadio intero.

Nulla ha rubato nulla il Genoa, ardimentoso e tatticamente perfetto per almeno due terzi di gara e sempre pronto a rispondere per le rime ai primi della classe, apparsi – per dovere di onestà – piuttosto male in arnese dopo aver perso il apertura il loro “faro” Lobotka. Ma, anche con questa premessa, quante altre provinciali avrebbero saputo compiere l'impresa firmata dal Vecchio Balordo? Forse nessuna, e  va dato atto a Vieira che la sua strategia a lunga gittata inizia a piacere anche a chi lo contestava.

PIERLUIGI GAMBINO


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