La Fiorentina non è il Cagliari ma il Genoa sa come fermarla

17.09.2021 10:16 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Partiamo da una certezza assoluta: tra il Cagliari “banda del buco”, rimontato e sorpassato dal rampante Grifone in terra sarda e la Fiorentina, prossima avversaria dei rossoblù, passa come dal giorno alla notte. Ne è consapevole mister Ballardini e l'hanno capito alla perfezione i suoi giocatori, ma sarebbe importante che anche i tifosi genoani, avvezzi da sempre alle esagerazioni (con un successo si guarda all'Europa League, con una sconfitta ci si prepara già alla serie B), si sintonizzassero su un'identica lunghezza d'onda.

Mister Italiano, che i dirigenti genoani corteggiarono a lungo due estati orsono prima di deviare su Maran, sta riuscendo nell'impresa non trascurabile di mutare volto e prospettive ad una nobile decaduta, vittima negli ultimi anni di gestioni tecniche discutibili, per non definirle fallimentari.

La Viola è forse la sola compagine ad essersi seriamente rinforzata sull'ultimo mercato: non fosse altro per aver cambiato manico. Ma essersi tenuti stretti Vlahovic, probabilmente il prospetto di prima punta più promettente del nostro campionato, equivale ad un'ipoteca su futuri successi e l'ingaggio di Nicolas Gonzales, esterno d'attacco dal tocco felpato e dal dribbling avvolgente, rappresenta un colpaccio.

Ma è nel gioco impostato da Italiano – un 4-3-3 rigido e proteso al calcio spettacolo – che si racchiude la precipua novità di una squadra rigenerata pure in qualche suo elemento precedentemente in ombra come Bonaventura e Callejon, tornati protagonisti. Certo, non mancano i punti deboli, evidenziati alla grande dalla Roma, travolta a livello di manovra ma al fine vittoriosa. Forse gli undici gigliati, pur contando i sunnominati Over 30, sono un po' troppo inesperti e anche il loro allenatore, a volte, si lascia trascinare dalla voglia di stupire e interviene tardi quando i suoi iniziano a concedere agli avversari – specialmente a centrocampo – spazi invitanti nei quali sviluppare contrattacchi vincenti,

Il Genoa, insomma, potrà anche subire la supremazia territoriale e tecnica dei toscani, ma avrà ugualmente valide chances di sviluppare le proprie trame e rispondere adeguatamente. Molto dipenderà dalle scelte di modulo operate da Zio Balla, che giustamente teme di venire accecato dai riflessi fortissimi del secondo tempo cagliaritano e sta ancora meditando a fondo se ripudiare o meno la “tre” difensiva, senz'altro meno stuzzicante ma più prudente e – almeno a bocce ferme – più fedele al realismo.

In quest'ultimo caso, ecco che il Genoa potrebbe schierarsi con Vanheudsen, Maksimovic e Criscito in retroguardia, Cambiaso e Fares sui corridoi esterni, Rovella centrale  di centrocampo (in attesa di recuperare alla miglior forma l'acciaccato Badelj), supportato da Tourè nella doppia funzione di diga e di incursore  e da un elemento da scegliersi tra Sturaro ed Hernani. Se Badelj dovesse recuperare, Rovella si sposterebbe nel ruolo di mezz'ala. In avanti per finire, maglia garantita per Destro, a fare coppia con Caicedo (ammesso che recuperi dal lieve guaio muscolare) o Ekuban o Kallon.

Se dovesse essere il pubblico a scegliere lo schema tattico nessun dubbio sulla preferenza per il 4-4-2. In difesa ecco l'olandesino e Maksimoic in mezzo, Criscito a sinistra e Biraschi (da preferirsi a Sabelli) a destra. In mezzo al campo, possibile accoppiata Rovella-Touré come nei momenti felici di Cagliari e l'accoppiata Cambiaso-Fares sulle fasce. In avanti Destro e il solito ballottaggio per il compagno di reparto. Meno gettonato appare il 4-3-1-2 per mancanza di un trequartista affidabile (Hernani è ancora indietro di condizione), ma tutto è possibile, compreso qualche stravolgimento a gara in corso.

Di sicuro il trionfo nell'isola ha risolto parecchi problemi di ordine psicologico: perfino una malaugurata resa, giustificata dal valore dei rivali, sarebbe assorbita senza traumi. Ma se il Genoa si esprimerà nuovamente con l'atteggiamento mostrato in quella mezz'ora magica, la Fiorentina avrà le sue brave gatte da pelare. La speranza è di non dover inscenare un'altra rimonta: certi clamorosi ribaltoni, infatti, non sempre riescono.

                            PIERLUIGI GAMBINO


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