La Reggina è in caduta libera, il Genoa può approfittarne

30.03.2023 17:18 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Due mesetti fa, il sommo interrogativo in seno all'ambiente rossoblù, era: “Riusciranno i nostri ragazzi a lasciarsi alle spalle la Reggina nella corsa al secondo posto?”. La secca, inequivocabile risposta risiede nella classifica attuale e soprattutto nel diversissimo curriculum recente delle due formazioni. Sulla carta – ma ben sappiamo quanto la cadetteria sia ingannevole – non c'è partita tra il Grifo, sempre più rampante, e la squadra di Pippo Inzaghi, in caduta libera.

In casa amaranto, parlare di acque agitate è un eufemismo. Atteso da settimane, è giunto il deferimento legato a gravi irregolarità amministrative ed è scontata la susseguente penalizzazione, senz'altro più pesante di quella – la minima possibile – toccata al Genoa. Sullo Stretto, l'impressione è che le vicende sportive siano l'ultimo argomento di attualità, ma anche dal campo non giungono da tempo notizie confortanti, Negli ultimi dieci match i calabresi hanno vinto solo due volte a fronte di ben otto sconfitte, che li hanno fatti precipitare dalla seconda piazza sino ai margini della zona playoff e il distacco dal Grifone è salito addirittura a 14 lunghezze, da limare eventualmente grazie al recupero della gara di Perugia, rinviata per ragioni di terremoto.

Gli amaranto, forse demotivati dal ritardo nel pagamento degli stipendi, stanno anche pagando la consueta metodologia di lavoro del fratello d'arte, aduso a partenze stagionali fantastiche e a cali verticali nel girone di ritorno, sino ad un perentorio ridimensionamento. Con tutto ciò, l'andatura iniziale è stata superiore alla reale caratura dell'organico, ma neppure il più pessimista dei tifosi avrebbe vaticinato uno sgonfiamento di tali proporzioni.

Il Genoa, tuttavia, farà bene a non vendere in anticipo la pelle dell'orso. Dopo tutto, gli avversari presentano un gruppetto di individualità non trascurabili, a partire dal quasi 36enne bomber Menez, che offre ancora lampi di classe cristallina, per proseguire con il ventenne Fabbian, inviato dall'Inter per farsi le ossa e rivelatosi un centrocampista avanzato di enormi potenzialità. Ad essi vanno aggiunti il navigato centrale difensivo Gagliolo, nativo di Imperia, e l'ex di giornata, quell'Hernani – acquistato da Preziosi come un pezzo da novanta – che in rossoblù si rivelò disastroso ma al Sud ha saputo ritemprarsi.

Inzaghi, comprese le lacune del suo 4-2-3-1, pare orientato ad un modulo più prudente, il 3-5-2 nella speranza di arrestare l'emorragia, ma a giudicare dalle ultime gare difficilmente basterebbe un maquillage tattico per restituire presentabilità.

Alberto Gilardino, che come il collega vanta un prestigioso passato come centravanti milanista, è immerso in ben altra situazione e ha il solo compito di non deragliare dai binari diretti in serie A. La sola preoccupazione riguarda la fascia sinistra, rimasta orfana del suo titolarissimo Haps, acquisto super sul mercato di gennaio. Quella striscia d'erba presenta, si presume, una botola capace di inghiottire chiunque la frequenti: era già toccato a Pajac, Boci e Czyborra finire in infermeria e il quarto infortunio costringerà Gila ad un equilibrismo tattico.

L'incertezza relativa coinvolge Criscito ed Hefti. Il veterano sa gestirsi e ridurre al massimo lo spreco di energie, ma a 36 anni non ha più lo smalto per coprire settanta metri di campo ed appare più adatto a proteggere come difensore aggiunto un eventuale parziale vantaggioso. Lo svizzero si piazzerebbe sul corridoio di destra lasciando il versante opposto al più eclettico Sabellli, che però sul fronte mancino non riesce a spingere con identica efficacia. Altamente improbabile che il mister, per ovviare ad un solo forfait, decida di rivoluzionare l'assetto puntando sulla 4-3-1-2 o sulla 4-3-2-1.

Confermato l'abituale trio difensivo, con un Dragusin tirato a lucido anche nella nazionale maggiore rumena, in mezzo al campo permane il ballottaggio tra Sturaro e il più giovane Jagiello, che però si è sinora distinto soprattutto come subentrante.

Per i ruoli d'attacco Puscas, indietro di condizione, non sembra ancora in grado di rendersi utile, mentre sono tornati disponibili sia Aramu sia Coda, titolari fissi per tre quarti di campionato, prima di finire in bacino di carenaggio. La tentazione di rilanciarli – entrambi o uno solo -  frequenta la mente di Gilardino, che deve fare i conti con gli equilibri di spogliatoio ma anche con un quadro complessivo talmente tranquillizzante da sconsigliare mutamenti non forzati. Avvicinandosi la resa dei conti stagionale, un allenatore ha il sacrosanto dovere di non guardare in faccia nessuno e limitarsi a privilegiare la forma contingente piuttosto che le gerarchie consolidate.  Ecco perchè davanti all'imprescindibile Gudmundsson - il cui apporto è quasi sempre decisivo sia in fase realizzativa sia in rifinitura – potrebbe essere riconfermato il vivacissimo e intraprendente Salcedo. Ma attenzione anche ad Ekuban, altra carta da calare al momento giusto, magari per chiudere la partita con le sue volatone e i suoi assist in caso di risultato gradito.

                  PIERLUIGI GAMBINO


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