Genoa, obiettivo centrato soffrendo ma la davanti in troppi girano a vuoto

22.09.2021 11:35 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Il Bologna non meritava di vincere, né il Genoa di perdere. Salomonico il pari del Dall'Ara, seppur giunto per vie traverse, con qualche polemica in casa petroniana nei confronti di un arbitro che, alla fin fine, ha avuto la colpa di... applicare il regolamento. Legittimi, comunque, i rimpianti nel clan di casa per la doppia beffa subita al 95': traversa piena centrata da Skov Olsen e nel prosieguo dell'azione miracolo autentico di Sirigu su tentativo di Sansone.

Due squadre mediocri, paralizzate dalla paura di perdere dopo gli infausti risultati recenti. Inevitabile che i loro limiti  - fisici e di concretezza in casa emiliana, tecnici nelle file del Grifo – sortissero una partita frenata, scarsamente spettacolare, adattissima ad accentuare le perplessità che caratterizzano entrambi gli ambienti.

Il Genoa gioca meglio il primo quarto di partita, ma non sfrutta a dovere gli spazi invitanti concessi da un avversario che in mezzo balla tremendamente. Forse, con un Caicedo in campo, sarebbe passato all'incasso, ma lo statuario Hernani (altra recita sotto la sufficienza), l'inconcludente Fares e un Kallon volenteroso ma non incisivo (crescerà alla distanza) impediscono al Grifone di volare verso il gol. Gradatamente, Mihajlovic raddrizza il suo Bologna e gli ospiti iniziano a patire una certa inferiorità nel palleggio, anche se – tutto sommato – lo 0-0 all'intervallo disegna fedelmente un match piuttosto sciapo. Da segnalare nella difesa genoana l'ottimo ritorno, a sorpresa, di Bani che, forse pungolato dalla veste di “ex”, non commette un errore, al pari del suo partner Maksimovic, sempre più padrone dell'area.

Nella ripresa arriva subito il patatrac: il rasoterra di Hickey filtra in una salva di gambe e s'infila proprio nell'angolino basso, spezzando un equilibrio che pareva inscalfibile. Non propriamente perfetta la chiusura della difesa ligure, ma senza particolari responsabilità singole.

Ben più evidenti, invece, le manchevolezze nel disimpegno della retroguardia felsinea, prontamente sfruttate da Mimmo Criscito – altra prova monumentale - abile a depositare sulla crapa di Destro il primo pallone giocabile della partita. Pari e patta, secondo giustizia.

Qualche minuto più tardi, altra occasionissima per Destro, che il portiere locale Skorupsky disinnesca con una paratona meritando i complimenti del centravanti rivale. Se quella palla fosse entrata – correva il 62' – probabilmente il Genoa avrebbe centrato l'impresa ed invece lo scampato pericolo rianima il Bologna, ben più insidioso sino a fine match.

Zio Balla – altra mossa inedita – inserisce l'esordiente Portanova per Fares, ma non ne trarrà soverchi benefici, e quando immette Pandev per Hernani lascia capire che non si accontenta del pari. Mossa avventata, poiché il Genoa – sbilanciato in avanti dalla presenza contemporanea di tre attaccanti – inizia a subire in ogni zona del campo la maggiore vivacità degli emiliani, vivacizzati dai nuovi entrati Skov Olsen e Vignato. I rischi di capitolazione aumentano ulteriormente dopo l'80', quando Bani, ko per infortunio, è costretto a lasciare poso a Vanheudsen, promettente sinché si vuole ma pazzescamente ingenuo: come si può, in piena area, abbrancare alla cintola Sansone e mantenere la stretta per parecchi secondi? Rigore solare e nuovo vantaggio della Sinisa Band.

Fortuna che verso il 90' Kallon si guadagna il penalty per una... restituzione gentile – sotto forma di spinta – di Bonifazi. Pari strappato con le unghie dal rigorista Criscito prima di un recupero intriso di sofferenza da parte genoana. Serve anche un briciolo di sorte per sfangarla e allontanare la nuvolaglia di perplessità che stava incombendo sul capo di Ballardini. Crisi addio (mai come stavolta occorreva uscire con almeno un punto) ma – al di là di qualche recita convincente a livello individuale (la difesa titolare, il portierone Sirigu e l'inesauribile Kallon) – il giudizio complessivo è di rimandatura e la scarsissima pericolosità dalla trequarti in avanti, con Destro unico terminale efficace, non permette di dormire sonni tranquilli.

                                     PIERLUIGI GAMBINO


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