Genoa perfetto per 88 minuti, poi tutto viene rovinato

27.11.2023 11:22 di  Franco Avanzini   vedi letture

di Pierluigi Gambino

Troppi gli indizi per non tramutarli in prove: negli ultimi minuti, con sconvolgente continuità, perdono la tramontana il Genoa e soprattutto mister Gilardino. Anche in Ciociaria il gol della condanna giunge in pieno recupero,cinque minuti dopo che l'allenatore, inspiegabilmente, aveva effettuato in un sol colpo tre cambi (dentro Vasquez, Galdames ed Hefti per Vogliascco, Haps e Badelj) stravolgendo l'assetto di una squadra che, pur con una certa sofferenza, stava portando a casa un preziosissimo 1-1 chiudendo ogni varco con puntualità.

Il calcio è ricco di allenatori che preparano perfettamente qualsiasi tipo di confronto e poi, nei momenti decisivi, non riescono a mantenersi lucidi e prendono decisioni a capocchia: iniziamo a temere che il biellese appartenga a questo novero.

Non è un caso che l'azione vincente – registrata al penultimo dei 5 minuti di recupero - si sia sviluppata sulla destra, dove era appostato Galdames, giocatore che al pari di Hefti si portava appresso mesi di ruggine. Palla da Brescianini a Soulé, bravissimo a servire a centro area Monterisi, anche lui indisturbato a due passi da Martinez. Una voragine sfruttata dai fantasisti laziali, specialisti in questo tipo di giocate.

Sino a quel momento, il pari era persino stretto ai rossoblù, che mai nelle precedenti trasferte si era espressi con questa autorevolezza, comandando a lungo la gara e sciorinando inedite capacità di palleggio. Anche il computo delle palle gol parla a favore degli ospiti, che hanno pagato – e non poteva essere altrimenti – l'assenza di Retegui, sostituito da un Puscas in netta evoluzione rispetto alle precedenti, disastrose partite, ma ahinoi sciupone (pazzesco l'errore in apertura, era più agevole segnare che farsi respingere la conclusione) e non sempre ficcante in zona gol anche quando poteva godere di spazi invitanti.

Nel primo tempo il Genoa ha controllato la gara con assoluta disinvoltura, trovandosi sotto non per un'azione travolgente dei gialloblù ma per una paperaccia del portiere Martinez, forse abbagliato dal sole: la palla, neppur violentissima, calciata  dalla distanza di Soulè si è infilata vicino al palo controllato dallo spagnolo.

Svantaggio effimero, cancellato da un'autentica chicca di Malinovskyi, capace di infilare all'incrocio con una bordata irresistibile da fuori area. L'ucraino, tornato nel ruolo prediletto di rifinitore per l'assenza di Gudumndsson, è finalmente risalito ai livelli per lui abituali nel periodo atalantino. Non solo ha bloccato le azioni avversarie sul nascere con una schermatura efficace, ma ha pure prodotto un calcio di ottima fattura in ogni zona del campo. Dal suo magico piede, nella ripresa, è partita un'altra perla su calcio fermo respinta dalla traversa: sarebbe stata l'apoteosi per un campione da troppo tempo inespresso.

I ciociari hanno impegnato Martinez in avvio di ripresa per poi ricadere nella trappola di un Genoa che pressava alto, recuperava presso il pallone e, quando possibile, si distendeva in avanti con una certa pericolosità. Almeno sino all'85' i contropiedi rossoblù parevano assai più insidiosi delle iniziative frusinati, spente da una fase difensiva assai attenta, con un Vogliacco – all'esordio stagionale dal primo minuto – subito ammonito ma in grado di gestirsi abilmente sino alla cervellotica sostituzione subita nel finale.

Verso il recupero, immancabilmente, il Grifone, sicuramente stanco, si è acquattato a difesa del fortino, ma rispetto a parecchie altre trasferte il periodo di patimento si è notevolmente ridotto e l'agognato pareggio sembrava ormai in saccoccia.

Stavolta, pur favorita grandemente dalle assurde scelte dell'allenatore, si è trattato di una beffa autentica, di un verdetto assolutamente immeritato. Qualsiasi giudizio confortante in prospettiva – figlio di una prestazione globalmente all'altezza – non potrà però lenire la rabbia per un epilogo evitabilissimo.

                                             PIERLUIGI GAMBINO


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