Estate 2016: soldi (tanti), speranze (poche) e scudetti di cartone

24.07.2016 10:02 di  GianPiero Gallotti   vedi letture

L'estate 2016 potrebbe passare alla storia per essere una di quelle ad aver maggiormente visto il trionfo dei più spregiudicati interessi economici ai danni della passione genuina dei tanti tifosi e appassionati di quello che è universalmente considerato come il gioco più bello del mondo: il calcio.

Per la verità, definire ancora il calcio come un gioco è quantomeno utopistico visto che, per fatturato, rappresenta ormai la terza azienda italiana, capace di muovere ogni anno svariati miliardi di euro.

Basti pensare che nel 2015 il giro d'affari mosso dal pallone italico e dal suo indotto è stato stimato in circa 13,7 miliardi di euro, con una crescita media di fatturato negli ultimi 20 anni calcolata in un 6,1% annuo.

Dato di per sé abbastanza impressionante, se si considera che il Pil italiano (Prodotto Interno Lordo) non ha superato il 2%.

In pratica un po' come giocare a Monopoli con soldi veri.

Ma torniamo a questa estate 2016, che sembra destinata a veder lievitare in maniera esponenziale il giro di denaro legato al calcio italiano.

Infatti, ad aprire le danze di questo vorticoso giro di soldi di cui parlavamo ci ha pensato l'Inter, interamente ceduta in mani cinesi (Suning Group) per una cifra che pare aggirarsi intorno ai 270 milioni di euro. Cessione alla quale farà poi molto probabilmente seguito anche quella del Milan, in procinto di passare anch'esso in mani asiatiche.

Ma non sono solo le cessioni societarie a fare scalpore (e movimentare cifre da capogiro) in questa pazza estate.

Un altro argomento che sta infatti facendo tanto discutere i tifosi è quello della probabile cessione dello juventino Paul Pogba al Manchester United, per un ammontare di circa 120 milioni di euro.

Una cifra “monster”, che porterebbe nelle casse bianconere i liquidi necessari per strappare poi al Napoli il bomber del momento, ossia Gonzalo Higuain.

Operazione questa sempre smentita dal presidente dei partenopei Aurelio De Laurentiis, che ha dichiarato di non voler assolutamente cedere la sua punta di diamante, ma che non potrà invece fare altrimenti visto che sul cartellino del giocatore è stata fissata una clausola rescissoria di 94 milioni di euro, ossia una cifra davanti alla quale la società non può rifiutarsi di cedere il proprio gioiello.

Inutili dunque gli appelli di De Laurentiis al calciatore affinchè non tradisca l'amore che provano per lui i tifosi partenopei.

Higuain infatti è come se fosse sempre stato sul mercato, perchè nel momento in cui si decide di fissare una clausola rescissoria è un po' come dire: il giocatore se lo volete è qui. Costa caro ma è comunque in vendita.

Con buona pace della tifoseria napoletana che ha ormai perso le speranze di trattenere il proprio campione, senza il quale sarà difficile cercare di coronare il sogno, svanito nel finale dello scorso campionato, di riportare a Napoli un tricolore che per storia, tradizione e passione meriterebbe ampiamente.

Tricolore che, se appare difficile vederlo conquistato da un Napoli privo del proprio bomber, a maggior ragione ancor più difficilmente si potrà vedere cucito sulle maglie di qualsiasi società italiana di medio livello.

Questo almeno fino a che ci sarà una ripartizione dei soldi provenienti dalla vendita dei diritti TV (principale fonte di sostentamento per le società della nostra massima serie) ad appannaggio prevalente delle solite note.

Con buona pace di chi vorrebbe veder realizzato anche in Italia il sogno di un caso Leicester.

Dunque un'estate fautrice di vorticosi giri di soldi e di speranze disilluse ma anche, come dicevamo nel titolo, di possibili assegnazioni di Scudetti “di cartone”.

Il prossimo 4 Agosto infatti, nel corso della riunione della Lega Calcio, verrà discussa la richiesta della Lazio di vedere assegnato ex-equo lo scudetto del 1915 (assegnato al Genoa per manifesta superiorità), campionato per il quale, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, non fu possibile disputare la finale fra la vincente del girone Nord (il più equilibrato, con il Genoa che al momento della sospensione del torneo era primo incontrastato) e girone Sud (vinto dalla Lazio).

Se il consiglio di Lega deciderà di accogliere le richieste del presidente Lotito, la Lazio potrebbe così cucire sulla propria maglia il suo terzo tricolore, eguagliando quindi i cugini giallorossi.

Forse l'unico modo per riuscire a mettere un titolo in bacheca e di conseguenza provare a placare le contestazioni di una piazza per larga parte da tempo delusa e infuriata con la società.

Ma se la Lazio avrà il suo terzo scudetto, che dire del Grifone? Quello del 1925, strappato dalle maglie rossoblù dal regime dell'epoca, dovrebbe e potrebbe avere una sua collocazione logica sul petto della casacca più antica d'Italia.

Basterebbe poco, neppure uno scudetto ad essere sinceri, ma una stella.

Storie di una pazza estate di soldi (tanti), speranze (poche) e scudetti di cartone.

 

Gip

 

 


Altre notizie - News
Altre notizie