Il Genoa in note: a Pescara una "reazione umana" rossoblù

29.08.2016 15:29 di  Alessio Semino   vedi letture

"Vivere in emergenza anestetizza l'anima, le toglie il senso del pericolo mortale. In questo stato di indifferenza acuta è una novità provare un brivido". Comincia con queste parole il ritornello della canzone dal titolo "Reazione Umana", uno dei brani dell'ultimo album pubblicato da Samuele Bersani nel 2013. 

Per la nostra rubrica "Il Genoa in note", chiamata questa settimana a documentare sia la partita vittoriosa del Grifone sia l'animo di un intero Paese di fronte al sisma che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto scorso, il brano scelto è sembrato il più calzante per raggiungere entrambe le dimensioni, quella sportiva e quella umana. 

Il tema della reazione, dunque, come fulcro di una canzone. Di reagire si sta parlando ormai da giorni per dare speranze a chi, tra Marche e Lazio, ha perduto amici, familiari e la memoria di posti che non ci sono più. Chiaramente non c'è nemmeno da proporre un nesso tra l'orgoglio mostrato da chi ha sofferto il dramma di un terremoto e quello di chi si è rimboccato le maniche per rimettere in piedi una partita di campionato, ma una cosa è chiara: in entrambi i casi si sono visti gruppi di persone che insieme hanno deciso di rivoltare una situazione difficile. 

Una reazione umana, per l'appunto. Crediamo che ci fosse anche quella dietro al bellissimo gesto dei tifosi pitagorici di comprare comunque i biglietti della sfida contro il Genoa pur senza recarsi allo stadio. Crediamo che altrettanta solidarietà e compattezza ci fosse dietro lo striscione esposto dai tifosi rossoblù di stanza a Pescara, solo l'ultimo gesto per ribadire che i Genoani e la Nord non sono rimasti a guardare, attivando un circuito di aiuti e di raccolta che resterà attivo sino al primo settembre. 

Ci piace credere che una reazione del genere possa aver spinto anche i calciatori a dare dimostrazione di come si possano rimettere in piedi situazioni di difficoltà. Lo hanno fatto gli uomini di Juric, lontanissimi parenti gli uni degli altri a distanza di quindici minuti, il tempo dell'intervallo. 

I rossoblù, con Pavoletti in testa a guidare l'intera brigata, hanno mostrato di "saper apprendere l'esperienza da una pila scarica, che non si ossida e si ostina a funzionare", nonché di "avere il fegato e l'esigenza di ottenere una ragione che possa provocare una reazione umana". 

C'è sicuramente una simbologia in tutto ciò che la vita ci offre, nel bene e nel male. E' per questo che forse, ancor più di altre volte, la partita del Genoa disputata ieri sera ci ha disvelato un aspetto di non poca importanza: arrendersi alla prima difficoltà non deve far parte dell'animo umano in nessun frangente della sua esistenza. 

E ci piace pensare che a insegnarlo al calcio siano state proprio le persone sofferenti di fronte a una distruzione che non dovrà però tramutarsi in "stato di indifferenza acuta". Una reazione umana dovrà fare in modo che tutto ciò non accada. Non possiamo permettercelo.

 


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