Col Verona il nuovo corso, in campo non parte ancora

24.09.2021 15:41 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Il mondo Genoa è in fibrillazione e, almeno per qualche altra ora, si concentrerà più sulle notizie di carattere societario che sugli sviluppi di campionato. Il fondo 777 Partners, in attesa di diffondere le prime mosse sulla struttura societaria – ma nei primi tempi le modifiche saranno relative – ha già lanciato un'apprezzabile operazione simpatia, optando per l'ingresso gratuito dei tifosi a Marassi in occasione del delicatissimo match col Verona: un biglietto da visita graditissimo. La loro mentalità è americana, ben più aperta alla promotion rispetto a quella, distante anni luce, messa in atto dalla gestione Preziosi, che ha sempre trascurato il rapporto con la tifoseria e con i media.

Inizia insomma un'altra era, anche se, almeno per ora, non si registrano mutamenti significativi sul fronte squadra. Zio Balla, rabbuiato dalle critiche piovutegli addosso dopo la sfida con la Fiorentina e, soprattutto, dalle voci incontrollate di un suo possibile licenziamento, ha provato sollievo grazie al pareggio conquistato, con le unghie e coi denti, ma anche con lo stellone, a Bologna. Il bilancio iniziale resta, comunque deficitario, anche se attribuire colpe particolari al mister sarebbe una clamorosa ingiustizia. Non è colpa sua se – al di là della qualità complessiva, piuttosto bassa – qualche ruolo rigurgita di interpreti e qualcun altro è una casella vuota.

Gran parte delle squadre hanno ormai trovato un assetto tattico ed una formazione base, ma il Grifo è ancora lontano anni luce da certe conquiste.  Il trainer aspetta almeno Caicedo – ancora in bacino di carenaggio – per tirare le prime conclusioni, ma di sicuro ha capito che i cambi di uomini da una partita all'altra dovranno essere limitati.

Arriva il Verona per match che ha tutte le peculiarità dello scontro diretto: se non per la salvezza nuda e cruda, per accaparrarsi una posizione più tranquilla in graduatoria. E' chiaro che il Grifo deve provare a vincere ma non può assolutamente permettersi di perdere. Contro una compagine forte, in avanti, del resuscitato Kalinic, del vivacissimo ex doriano Caprari (in ballottaggio con un ex col dente avvelenato come Simeone) e di una signora mezza punta come Barak, guai a non coprirsi adeguatamente, ma si gioca a Marassi con una discreta cornice di pubblico e qualche forzatura offensiva, almeno in apertura, è autorizzata. Da ciò sgorga una lieve preferenza per la difesa a quattro, con Maksimovic e uno a scelta fra Bani e il favorito Vanheudsen (avrà imparato la lezione, al Dall'Ara?) in mezzo e la coppia Cambiaso-Criscito a presidiare le fasce. Quasi obbligata la scelta di Badelj e Rovella per la zona nevralgica, e pazienza se il quasi ventenne deve adattarsi alla bisogna: il suo dinamismo è indispensabile.

Sl fronte rifinitori, spazio a Fares, sperando che incida più che in Emilia, e a Kallon, che ormai si è conquistato un posto al sole con le sue iniziative d'attacco a anche con l'instancabile lavoro di spola sul corridoio destro. Il solo dubbio riguarda Hernani, che sarebbe destinato a perdere il posto (a favore di un gendarme) in caso di difesa a tre: in teoria, il suo piede è il più educato” della compagnia, ma senza il necessario dinamismo risulta un'arma innocua. In attacco, ovviamente, conferma per Destro, il quale chiede soltanto qualche pallone giocabile da sbattere in porta: in cambio, però, deve aiutare maggiormente la squadra in fase di ripiegamento.

Il Verona ha subito tratto giovamento dall'esonero del discusso Di Francesco e dall'avvento sulla panca di Igor Tudor, sul quale si posavano inizialmente sguardi perplessi. I gialloblù adesso sono più ordinati e concreti, anche se la rimonta subita a Salerno dopo aver sfiorato il 3-1 non depone a favore della loro robustezza difensiva. L'ex rossoblù Gunter, centrale dei centrali difensivi, non è un baluardo insormontabile, e così pure i suoi compagni di reparto.

A centrocampo, data l'assenza di Veloso, genero del Prez, i gialloblù si fanno forti del dinamismo di Tameze e Ilic, supportati ai lati da Lazovic (meno discusso in terra veneta che a Genova...) e di Faraoni, i cui inserimenti in zona gol potrebbero creare dei grattacapi.

Si annuncia un match ispido ed equilibrato, che non ammette sconfitta, pena l'inizio di ua crisetta e qualche indebito sommovimento di carattere ambientale.

                        PIERLUIGI GAMBINO


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