Da brutto anatroccolo in cigno, di Ekuban la favola di Natale

23.12.2023 11:41 di  Franco Avanzini   vedi letture

di Pierluigi Gambino

E improvvisamente il brutto anatroccolo si trasformò in cigno. La favola natalizia ha come protagonista Caleb Ekuban, che per trequarti abbondanti di Sassuolo-Genoa è stato la disperazione dei supporters rossoblù, i quali si auguravano solo che mister Gilardino lo sostituisse con Puscas. Dopo aver perso due opportunità ghiotte di segnare per errori di controllo ed aver lisciato un altro pallone invitante in area locale, ecco il coloured, al minuto 87, decidere lo spareggio salvezza sfruttando alla grande un illuminante colpo di tacco di Gudmundsson che lo aveva lanciato verso il portiere Consigli. Diagonale a bersaglio, tanto per regalare un Natale indimenticabile al popolo genoano, che a lungo aveva temuto l'ennesima sconfitta esterna consecutiva.
Stavolta il Grifo ha invertito la tendenza, chiudendo sotto la prima metà gara e trovando la forza per ribaltare il risultato. Successo tutto sommato meritato, data la superiorità tecnica mostrata sui neroverdi, che senz'altro (va riconosciuto) hanno patito il forfait dell'ultima ora del loro trascinatore, Berardi, colpito da influenza. Ma non va neppure dimenticato che nelle file ospiti mancava un certo Retegui, rimpianto enormemente in specie nel quarto di partita iniziale, quando la banda del Gila era padrona del campo e difettava solo in fase di conclusione.
Come spesso accade, la meritevole ricerca del vantaggio è stata frustrata da un perfetto contropiede sassolese, con Bani – già ammonito in precedenza per un fallo evitabilissimo – che non ha potuto fermare l'irrefrenabile Laurentié, autore dell'assist vincente per Pinamonti.
Il gol incassato invece di procurare rabbia tra gli ospiti li faceva piombare nello scoramento. Pallida, quasi inesistente sino al riposo la reazione genoana, caratterizzata da uno sterile possesso palla. E appena prima del fischio di chiusura, il 2-0 pareva cosa fatta: l'ha evitato Martinez con una parata clamorosa su Henrique, servito dall'irrefrenabile Laurentié.
Ben altro Grifo si è ammirato in avvio di secondo tempo, come se l'allenatore avesse scosso violentemente la truppa nello spogliatoio. Si assisteva ad un monologo genoano, pur interrotto sporadicamente da qualche ripartenza emiliana: Badelj e Gudmundsson partecipavano al festival dei gol sbagliati, ma a scongiurare il peggio provvedeva l'occhio di falco dell'esperto varista Valeri, abile a cogliere un galeotto colpo di mano di Erlic in piena area suggerendo all'arbitro Guida di sincerarsi dell'accaduto davanti al monitor e poi optare per il rigore: il primissimo assegnato ai rossoblù nell'arco della stagione.
Il pareggio incassato scatenava i padroni di casa mentre il Genoa, riveduto e corretto da Gilardino (dentro Martin e Thorsby all'ora di gioco, sullo 0-1, e poi Strootman per uno sfinito Badelj con un cambio di modulo davvero coraggioso)

iniziava ad acquattarsi in retrovia, facendo riapparire i fantasmi di un'altra beffa finale nelle menti del popolo genoano. Il forcing del Sassuolo non solo non partoriva la rete del successo, ma spalancava al Genoa spazi invitanti, capitalizzati dalla cavalcata trionfale di Ekuban.
Sotto l'albero, ecco tre punti di una pesantezza indicibile per un Genoa che attenderà nell'epilogo del 2024 la corazzata Inter senza ansie. Stavolta gli episodi sono stati favorevoli, ma – al di là del verdetto conclusivo - fa davvero ben sperare sia la voglia di risalire la china (espresso anche contro la Juve) sia la capacità di soffrire e di contrattaccare nelle fasi più critiche. Stavolta sono stati i rossoblù a lasciare agli avversari il calice pieno di veleno.
PIERLUIGI GAMBINO


Altre notizie - Copertina
Altre notizie