The Day After, pubblico genoano unico vincitore nel buio di Bergamo

04.12.2025 10:00 di  Franco Avanzini   vedi letture

La Coppa Italia Frecciarossa non è mai un obiettivo del Genoa. Parole di circostanza se ne dicono tante, giustamente nessuno dirà mai che questa manifestazione al Grifone interessa poco o nulla. Poi scopri la formazione e capisci che di possibilità per andare avanti ce ne sono ben poche soprattutto se poi si va a guardare l'undici mandato in campo dalla squadra avversaria. 

Il Genoa si dimostra timido timido, tanto che non sembra mai in grado di ribattere colpo su colpo all'Atalanta. L'undici di mister De Rossi resiste il primo quarto d'ora quando sembra poter infastidire l'avversaria. Poi appena i ritmi della Dea si alzano, il motore avversario si scalda, ecco che per Vasquez e compagni i nodi arrivano al pettine.

La retroguardia genoana cola a picco sotto i colpi avversari. Sono i cross a fare la differenza. Tutti belli alti contro i quali non esiste contraerea genovese. Se poi si lasciano gli avversari colpire indisturbati come capitato col vantaggio segnato da Dijmsiti, il gioco è fatto. Per la Dea il difficile era sbloccare il risultato. Poi da quel momento tutto è stato più semplice.

A dare una mano ai locali ci ha pensato pure Fini facendosi espellere per una trattenuta a Bellanova lanciato a rete. Il ragazzo genoano poco utilizzato in questo periodo se lo faceva scappare senza riuscire ad intervenire e quindi si vedeva costretto a fare fallo. In dieci le possibilità di recupero per il Genoa crollavano definitivamente.

La squadra di mister De Rossi si scioglieva come neve al sole e complice la giornata negativa di alcuni elementi, non riusciva più a rialzare la testa. Basti pensare alla fine ai nove tiri della Dea contro uno solo del Genoa. Una pochezza spaventosa! La Coppa è passata ma al tempo stesso ha evidenziato problemi che, sino allo scorso anno, non esistevano od almeno erano minori: la difesa.

Dieci gol subiti (sei in campionato più quattro in Coppa) dall'avvento del tecnico romano sulla panchina genoana sono davvero tanti. Occorre registrare questa fase difensiva che poi è quella che alla fine determina la salvezza o meno di una squadra. Lo scorso anno era un punto di forza, quest'anno no. E mancano i cambi. A Gennaio non ci sono anche i reparti di centrocampo ed attacco da risistemare ma pure quello difensivo.

Notizie negative: Stanciu ha girovagato a vuoto in mezzo al campo, Carboni praticamente non lo si è visto ed il duo difensivo Otoa-Marcandalli ha dimostrato di essere parecchio acerbo. E di positivo cosa c'è stato? Praticamente nulla, forse l'impegno di Ekhator che ha cercato di attaccare i portatori di palla combattendo parecchio ma troppo spesso si è trovato troppo solo ed isolato.

Voltare pagina al più presto è importante. La trasferta di campionato ad Udine non sarà semplice ed il Genoa dovrà tornare dal Friuli almeno con un punto. Torneranno i "titolarissimi" e questo potrebbe riportare un po' di sereno dopo un pomeriggio da tregenda.

Unica consolazione: il pubblico del Grifone che in 600 ha seguito la squadra assistendo  ad uno scempio assurdo. Non meritavano di vedere una prestazione del genere tenendo presente i chilometri fatti in una giornata feriale e ad un orario del genere. Pubblico che merita rispetto e merita una squadra che sappia combattere. Adesso palla a tecnico e giocatori sino al 31 dicembre poi alla società dal 1' gennaio 2026 quando dovrà intervenire forzatamente per restituire una formazione in grado di lottare e regalare soddisfazioni ai propri ineguagliabili tifosi.


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