La rotta della muta muta di Motta

13.11.2019 07:22 di Carlo Dellacasa   vedi letture

Non è uno scioglilingua, ma poco ci manca (ripetere 10 volte sempre più in fretta per mettersi alla prova). La strada (rotta) intrapresa dal tecnico (Motta) è quella di cambiar pelle (muta) in silenzio (muto) al Grifone.

Così è stato soprattutto per due aspetti: il gioco e gli interpreti.

Il Vecchio Balordo targato Thiago tiene palla, detta il gioco e cerca di avvolgere l’avversario. Senza fretta, senza la schizofrenica ricerca del lancio lungo. Nella testa dei giocatori adesso è probabilmente ben chiaro un concetto: ci sono 90 - e più- minuti per vincere una partita, nessuna fretta. Questo non vuol dire che il calcio professato dall’italobrasiliano sia lento e compassato, assolutamente, vive di improvvise accelerazioni e cambi di fronte, dettati però dalla disposizione dell’avversario e dalla situazione di gioco.

Non è facile cambiare così una squadra, e soprattutto farlo in pochi giorni, senza neppure un attimo di pausa, con in aggiunta il turno infrasettimanale. Questo è accaduto a Motta da quando ha varcato i cancelli di Pegli. Ora, per fortuna, ha due settimane di tempo per poter plasmare meglio i suoi.

E la rosa del Genoa, da striminzita in alcuni reparti, sembra essersi di colpo infoltita. Dalla partita col Cagliari nella quale tutti avevano additato i cinque cambi di Andreazzoli come un tremendo azzardo, sono spuntati i vari Agudelo, Gumus per finire all’ultimo Cleonise. Tutti giocatori tenuti sulla corda dal tecnico rossoblu che si era presentando elogiando tutta la rosa. 

Presto in Genoa riabbraccerà Sturaro, potrebbe godersi Favilli, potrà ricontare su Criscito. Tre ottimi innesti per ogni reparto.

E la rotta della muta muta di Motta continuerà...


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