Per battere il Parma al Ferraris ci vuole un altro Genoa

18.10.2025 17:30 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Siamo già al primo incrocio del destino per un Genoa partito col freno a mano tirato e ingloriosamente ultimo assieme con il Pisa (quest'oggi peraltro pareggiante e quindi penultimo). Il ciclo di partite terribili è alle spalle, ma adesso crescono le responsabilità, e se prima un passo falso poteva essere tollerabile, adesso i punti in palio pesano enormemente. Arriva a Marassi il Parma, antagonista diretto nella lotta per non affondare, e nella Genova rossoblù si respira già un'area pesante: non da ultima spiaggia (e ci mancherebbe...), ma quasi. Il pessimo avvio di stagione, abbinato alla consapevolezza che l'ultimo mercato è stato fallimentare, ha spiazzato una dirigenza che non brilla per avvedutezza e sta faticando a gestire una situazione imprevedibilmente critica,

Patrick Vieira, passato nel giro di un mese da autentica garanzia a tecnico altamente discusso, sparge tranquillità a piene mani, ma è conscio che l'ennesimo responso negativo, in specie se accompagnato da una prova non convincente, potrebbe – se non costargli la panchina – spingere la società a lanciargli l'ultimatum. La parentesi internazionale ha restituito all'uomo di Dakar parecchi elementi su di giri – in primis Malinovskyi ma anche Ellertsson, Ekhator e Fini– ma per parlare di un Grifo sulla via della guarigione servirebbe qualche ritocco tattico improntato al realismo. Nella conferenza stampa dell'antivigilia, mister Patrick ha sollevato una fitta cortina fumogena riguardo alle scelte di modulo e formazione, ma anche nel provino amichevole contro l'Entella il vituperato 4-2-3-1 non è fnito in soffitta.

All'appello mancano solo Messias e Stanciu, con Cornet in bilico tra piena disponibilità e forfait. Abbondano le opzioni, ma si teme che il conservatorismo la spunti ancora sul rinnovamento e che la sola eventuale variante tattica riguardi la posizione di Malinovskyi, capace in Nazionale di fornire gol e assist da rifinitore mentre in rossoblù è atteso ad esibirsi una quindicina di metri più indietro, nella zona dove nasce la manovra. Nei suoi pressi agiranno ancora Frendrup (galvanizzato dal ritorno nella rappresentativa danese, pur senza aver inciso) e Masini, mentre in difesa Ostigard sembra aver smaltito la contusione vertebrale ed essere in grado di rientrare, con Marcandalli pronto a rilevarlo.

Incerta è anche la collocazione di Ellertsson, che a Napoli non ha sfigurato come terzino sinistro al posto di Martin, ma servirebbe... clonarlo e riproporne una copia sulla fascia offensiva. Più chiaro, almeno in apparenza, il quadro a destra, con il sempreverde Sabelli a protezione di Norton-Cuffy, libero di sprigionare la propria straordinaria vitalità in posizione più avanzata.

Due sono le maglie di più ardua assegnazione. Quella di centravanti coinvolge principalmente Ekhator, che l'intera tifoseria genoana spingerebbe certamente in campo, ma Vieira sul tema non si è sbilanciato, concedendo una speranziella pure a Colombo (sbloccatosi contro i chiavaresi) e Vitinha, il quale è in lizza anche per la fascia sinistra. Anche qui sarebbe scontato l'esito di un referendum nel popolo genoano: stravincerebbe Venturino. L'allenatore però continua a meditare su questa mossa, probabilmente temendo che il diciottenne possa pagare dall'inizio un fisico ancora da irrobustire e l'inesperienza. Il folletto arenzanese, al pari di Ekuban, si manterrà comunque caldo e concentrato in vista di un possibile utilizzo nella ripresa. In teoria sarebbe disponibile anche Carboni, ma la sua tendenza all'anarchia non ha mai esaltato il tecnico,

Se l'obiettivo è la prima vittoria stagionale, gli strumenti per arraffarla non possono che essere il comando della partita e il costante soggiorno nella trequarti rivale, pur con il tassativo obbligo di scongiurare letali sbilanciamenti. Serve insomma una metamorfosi rispetto alle precedenti gare, caratterizzate da ridotto possesso palla e baricentro arretrato. E qui cade l'asino: ci sono le risorse tecniche per girare l'interruttore?

Per fortuna, se l'Atene rossoblù piange, la Sparta parmigiana non ha di che ridere. Gli emiliani hanno battuto solo il Toro raccattando altri due pareggi e non scoppiano di salute. Carlos Cuesta, il trainer più giovane del nostro campionato, è fortemente tentato dal passaggio alla difesa a quattro nella speranza di accrescere il tasso di pericolosità, sinora deficitario, ma è una mossa dai riscontri incerti. Rispetto al Genoa i crociati vantano una qualità superiore a centrocampo grazie alla sagacia di Keita e alle doti eccelse dello spagnolo Bernabé, ma anche la prima linea sembra più fornita. L'argentino Pellegrino non sarà un fuoriclasse ma è il miglior centravanti nel lotto delle provinciali e il suo partner Cutrone sa come destreggiarsi nei sedici metri.

Di opposto tenore il raffronto difensivo, La retroguardia ospite non si annuncia impermeabile e il portiere Suzuki, pur osservato con attenzione dal Milan e da altri club prestigiosi, non sta brillando come nella precedente stagione. Sarebbe d'uopo verificarne concretamente lo stato di forma: ne saranno capaci le punte, mezze punte e... puntine da disegno (per dirla alla Carosio) in forza al Vecchio Balordo?

                            PIERLUIGI GAMBINO


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