Diego Milito, argentino genoano
I corsi e i ricorsi storici nel calcio assumono connotati particolari, andando spesso al di là delle tendenze momentanee. Una serie di calciatori e allenatori vivono, infatti, molto vincolati ad alcuni club, nei quali hanno giocato o militato in più di un'occasione, oppure con i quali si sono sentiti fortemente identificati per molto tempo oppure in periodi storici nei quali hanno rappresentato un unicum per il club stesso. Il caso del Genoa e Diego Milito è uno di questi. L'ex bomber argentino, da anni ritiratosi definitivamente dal calcio giocato, ha vissuto in rossoblu due tappe importanti della sua carriera, in Serie B e in Serie A. E con la maglia del Genoa ha messo a segno in totale 57 reti in due stagioni. Il suo ricordo è talmente forte che ancora oggi molti tifosi del Genoa portano la sua maglia col numero 22 quando assistono agli incontri allo stadio Luigi Ferraris. E questo percorso storico è stato adesso realizzato da Lisandro Lopez, difensore argentino appena approdato alla società presieduta da Enrico Preziosi dopo aver effettuato anche una presenza nell'Inter. L'arrivo di questo calciatore è l'occasione perfetta per ricordare le grandi imprese di Milito, un genoano adottato per sempre grato alla città.
Dal Racing Club con amore
L'ex centravanti approdò per la prima volta al Genoa nel gennaio del 2004. Proveniva dal Racing Club de Avellaneda, storica squadra dell'agglomerato urbano di Buenos Aires che ha vinto sette scudetti consecutivi negli anni di Juan Domingo Perón, per i tifosi nota come "La Academia". Il suo impatto in maglia rossoblu fu devastante, dato che mette a segno ben 12 goal in 20 partite nella prima stagione in Serie B, una categoria dove l'attuale centravanti genoano Gianluca Lapadula ha convinto tutti in passato. Per l'ex attaccante del Pescara Milito è sicuramente un modello nel quale rispecchiarsi. Il centravanti argentino, infatti, fu assoluto protagonista nelle due stagioni che realizzò al Genoa, dimostrano praticamente la stessa solvenza e la stessa concretezza tanto in Serie B come in Serie A. La sua stagione 2008-09, infatti, è stata semplicemente fantastica. Già il giorno del suo ritiro, Milito aveva voluto ringraziare la società genovese, dove si era guadagnato il lasciapassare per andare all'Inter, dove avrebbe vinto tutto in una stagione. I suoi 24 goal in quel campionato furono frutto sia dell'ottimo lavoro del tecnico Giampiero Gasperini sia delle sue abilità nello smarcarsi e nell'andare in gol. La squadra rossoblu era da poco tornata in Serie A e aveva deciso di chiamare di nuovo Milito, che negli ultimi tre anni aveva giocato al Real Saragozza spagnolo, in una sorta di redenzione totale: l'argentino era stato infatti costretto ad andare via da Marassi dopo che la promozione in A raggiunta nel 2005 era stata convertita in retrocessione in C1 per illeciti sportivi della società.
Dall'estate 2008, il "Principe", come lo chiamano in Argentina, avrebbe trascinato la squadra rossoblu a una stagione strepitosa. Il quinto posto in classifica, qualcosa che il Genoa non viveva da decenni, portò la squadra allenata da Gasperini a giocare l'Europa League la stagione seguente. Il tutto, ovviamente, grazie ai 24 goal in campionato di Milito, l'idolo della Genova rossoblu, soprattutto dopo una storica tripletta nel derby contro la Sampdoria.
La porta nella memoria
Passato all'Inter, che per i bookmaker calcistici è tra le favorite a vincere la prossima stagione di Serie A con una quota di 10 il 7 agosto, Milito ha sempre portato nella memoria il suo istinto da goleador, sviluppato a Genoa in entrambe le epoche nelle quali aveva portato con onore il Grifone sul cuore. José Mourinho aveva bisogno di lui per portare nuovamente la squadra nerazzurra al trionfo non solamente in Italia ma soprattutto in Europa. L'argentino non lo deluse, mettendosi immediatamente a disposizione della squadra e dando dimostrazione di quanto fosse bravo non soltanto a mettere a segno tanti goal ma anche a difendere palla spalle alla porta e far salire la squadra. Con i nerazzurri l'ex Genoa realizzò probabilmente la sua stagione migliore di sempre, non solo a livello personale ma in quanto ai successi della squadra. L'anno 2009-10, infatti, vide l'Inter vestita Nike vincere il Triplete (campionato, Champions e Coppa) e in tutte le partite decisive per i titoli la firma fu proprio di Milito, che era arrivato ad Appiano Gentile per sostituire nientemeno che Zlatan Ibrahimovic partito per il Barcellona. I 22 goal di quell'anno in nerazzurro, due in meno della precedente stagione in rossoblu, furono necessari per la vittoria di uno Scudetto che l'attaccante bramava da tempo. Umile e intelligente, è stato probabilmente il miglior affare di sempre dell'Inter, che con lui aveva preso dal Genoa anche un regista importante come Thiago Motta.
Una Champions per sempre
La vittoria della Champions League nella finale di Madrid nel maggio 2010 resterà, tuttavia, il suo ricordo più prestigioso. Il titolo di campione d'Europa è infatti quanto di più importante per un calciatore di club, e l'apporto di Milito alla vittoria interista fu fondamentale. La doppietta contro il Bayern Monaco resterà alla storia. Il secondo goal, soprattutto, ricorda molti di quelli messi a segno con il Genoa, con una finta col destro spostandosi il pallone sul sinistro. Il trionfo di Madrid è stato la ciliegina sulla torta nella carriera di un calciatore che, sebbene tardi, ha raccolto le vittorie che aveva sempre meritato.
A Genova, ancora oggi lo rimpiangono e in molti lo vorrebbero vedere di nuovo con la maglia rossoblu indosso.
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