A Torino sfiorata l'impresa, Rovella e Czyborra da sballo

14.01.2021 11:21 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

L'unico fattore irritante di una serata che poteva diventare indimenticabile, è il nome del giustiziere, il carneade Rafia. Se l'ottavo di Coppa fosse stato deciso in extremis da Cristiano Ronaldo, nulla da eccepire, ma questo tunisino solitamente impegnato in C, goleador abbastanza casuale, ha involontariamente opacizzato la mezza impresa di un Genoa in gara sino al minuto 120. Consoliamoci comunque con una considerazione legata al portoghese: se Pirlo, per eliminare il Grifone B, ha dovuto ricorrere al suo fuoriclasse, è conseguenziale un moto di fierezza per tutto il clan rossoblù.

Intendiamoci, la qualificazione di Madama non fa una grinza, considerando le palle gol in quantità industriale costruite dai bianconeri nel primo tempo a fronte di un unico tentativo genoano, baciato dal successo su cross calibrato di Goldaniga e inzuccata a sorpresa di Czyborra. In quei 45 minuti il Grifo ha provato atroci sofferenze, esposto com'era alle accelerate del duo Morata-Kulusevski (una rete a testa), che hanno fatto a fette il settore centrale difensivo ospite, reso insicuro dall'esordiente Dumbravanu, in preda all'emozione e frastornato. D'altronde, Ballardini ha immesso in campo un solo probabile titolare contro l'Atalanta, il difensore Bani, affidandosi per il resto ai rincalzi, in ciò imitato peraltro dal collega Pirlo, costretto a schierare qualche elemento privo di pedigrée. Il 2-1 col quale si  chiusa la frazione iniziale ha tenuto in vita il match convincendo i grifoni che la zebra poteva essere abbattuta. Detto e fatto: mentre la Juve, cammin facendo, accusava un calo secco di energie e lucidità, il Genoa è cresciuto come una torta fragrante dapprima timbrando la sbarra con una conclusione di Pjaca (confermatosi giocatore da uno, massimo due colpi a partita ad interrompere una latitanza assoluta) e poi ottenendo il pari con Melegoni, altro osservato speciale del Balla: lontanissimo da un'accettabile brillantezza dopo i mesi di infermeria, ma provvisto di qualità balistiche superiori alla norma.

Il Genoa ha retto magnificamente sino alla fine, obbligando i campioni d'Italia – pur in versione spartana – ai 30 minuti di extratime. E mentre Pirlo, dopo Ronaldo, inseriva i titolari Danilo e Rabiot , Zio Balla, imperterrito, ha insistito con le sue riserve, limitandosi ad avvicendare lo sfiancato Dumbravanu con altro debuttante, Males, centrocampista laterale.

Inevitabile che la Juve, capace di una reazione d'orgoglio, trovasse il gol (piuttosto fortunoso) in mischia e a propria volta rischiasse di ricapitolare quando Radovanovic nel secondo supplementare, colpiva di testa a botta sicura, venendo beffato da un disperato salvataggio sulla linea di Arthur. A conferma che quando non incide l'arbitro (stavolta da elogiare) provvede il destino a togliere dai guai gli squadroni.

Sarà per un'altra volta, pazienza. Tanto, i tifosi rossoblù sono abituati a digiunare in Coppa. Lo spirito combattivo comunque è emerso chiaramente e in una squadra inedita, per non definirla raccogliticcia, si sono stagliate alcune individualità di rilievo. In primis Rovella che, motivato dalla voglia di ben figurare di fronte al club che lo ha appena acquistato, è stato padrone del gioco con una regìa scintillante. In secondo lungo Czyborra che, prima di una fisiologica flessione nel finale, non si è evidenziato solo per il gol ma anche per qualche giocata sopraffina e per un dominio assoluto della fascia sinistra.

Sul taccuino casella delusioni scriviamo i nomi di Scamacca, la cui prospettiva sempre più viva di lasciare la Liguria, probabilmente per passare proprio in bianconero, lo ha spinto a strafare con risultati pessimi, e Lerager, il cui oscuro sacrificio in copertura non poteva pareggiare le vagonate di palloni regalati agli avversari.

Il resto della truppa, compreso Dumbravanu, bravo nella ripresa a riscattarsi e assai preciso nei lanci lunghi, ha strameritato la sufficienza pur senza cambiare, probabilmente, le valutazioni già maturate da Ballardini, il quale va apprezzato per aver respinto la tentazione di chiamare in campo qualche titolare, anche se con un Eldor dentro nei supplementari ora potremmo commentare un altro risultato. Giusto vale ripeterlo, pensare al campionato senza rincorrere altre distrazioni infrasettimanali, nella speranza che Strootman si riveli non solo ricco di personalità ma anche più dinamico del previsto (di un altro elemento statico non si avverte assolutamente la mancanza), che in difesa arrivi un rinforzo coi fiocchi e che in avanti, al posto di Scamacca (nessuno si strapperebbe le vesti per la sua anticipata partenza) giungesse un bomberone. E se tornasse il Pistolero...

                                  PIERLUIGI GAMBINO


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