Compattezza, difesa e contropiede: a San Siro la prima uscita dall'abisso

09.03.2020 11:29 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Dopo mezzo campionato, riecco il Grifone mettere il becco in zona salvezza. E' un evento che, ad un esame attento della situazione, non può neppure essere considerato stupefacente. La verità è insita in una cifra, quella della media punti dall'avvento di Davide Nicola in poi: oltre 1 e mezzo a partita. Un cambio di marcia radicale, che ha consentito di risalire dall'imo di una classifica disperata sino a rivedere la luce. Il successo di San Siro, in un'atmosfera che sarebbe piaciuta a Michelangelo Antonioni, è stato tutto meno che casuale.

Dopo tutto, certe premesse invitavano alla fiducia: l'assenza del fattore campo, i travagli societari di un Diavolo sempre più povero, la fiducia in casa Genoa non certo scalfita dalla sconfitta a petto di una Lazio dalle sembianze di schiacciasassi. Dalla parte del Milan, solo il teorico orgoglio di alcuni suoi calciatori: poco per spegnere le legittime velleità di un Grifone che ha saputo approcciarsi magnificamente alla battaglia, sino a colpire due volte d'incontro.

Anche la reazione pur sconclusionata dei rossoneri nella ripresa rispondeva alla logica: bastava contenerla, racchiuderla nei confini di una pericolosità sopportabile. Compito assolto alla grandissima, come dimostrano le ridotte insidie procurate a Perin, fatto salvo il platonico sigillo di Ibra.
E' indubbio che adesso il Genoa sia una squadra e non più un'accozzaglia di modesti giocatori. Merito della massiccia campagna di rafforzamento decisa da Preziosi, ma soprattutto delle scelte di mister Nicola, che ha resuscitato elementi ormai giudicati perduti alla causa. Qualche nome? Davide Biraschi, che dopo mesi di naftalina è diventato un inamovibile e a Milano si è espresso magistralmente in ruolo - esterno destro - al quale molti addetti ia lavori lo consideravano assolutamente inadatto. Che dire di Cassata, che tutti noi abbiamo etichettato lungamente come inadeguato alla categoria? Al di là dei due gol nelle ultime due gare, ha fornito un apporto corposo in ogni zona del campo. Potremmo aggiungere all'elenco Sanabria, ma anche Pandev che, pur decisivo anche nei mesi iniziali di stagione ha acquisito nuova brillantezza grazie alla terapia d'urto nicoliana.

E' la compattezza del collettivo, tuttavia, la conquista più importante che si deve alla nuova gestione. La fase difensiva, altamente deficitaria per mesi, è diventata un punto di forza, e ne sa qualcosa il Milan, che oltre al gol di Ibra e a due mezze opportunità create nel primo tempo e sventate da un attento Perin. ha dovuto raccogliere solo briciole. Anche l'uno-due in ripartenza rappresenta un passo avanti. In autunno, il "vecchio" Genoa, oltre a rivelarsi permeabilissimo, era inerme nelle cosiddette ripartenze: con Nicola si è raddoppiata la velocità di esecuzione, e con essa l'incisività. D'altronde, una provinciale priva di quest'arma non potrebbe accampare troppi diritti alla sopravvivenza.

Le ultime recite hanno dimostrato chiaramente che il Grifone riveduto e corretto a gennaio non può essere coinvolto, alla lunga, nella spinosa questione salvezza. Certo, è perfettibile soprattutto nella gestione del risultato, ma i progressi evidenziati in due mesi scarsi sono stati ragguardevoli e fanno pensare che  - ad onta della coabitazione in graduatoria - con il Lecce esiste attualmente un abisso, di valore assoluto e di prospettive. 
L'infortunio a Berhrami rappresenta il classico sassolino in un ingranaggio che girava a meraviglia, ma almeno a livello di 15-16 uomini, l'organico rossoblù può anche sopportare qualche assenza. Certo, se la batteria di centravanti in rosa desse un pur pallido segno di vita, si colmerebbe l'ultima lacuna, ma il rifiorito Pandev (un'ora di gara basta ed avanza ad elevarlo tra i protagonisti), il vivace Sanabria e il bomberino appena scoperto Cassata dovrebbero garantire il bottino necessario, soprattutto se in retrovia i vari Soumaoro (altro partitone), Masiello, Criscito e Romero (altra garanzia, quando ci risparmia, come a Milano, qualche distrazione) continuassero a proporsi su certi livelli. Importante sarà tenere a bada il nemico che da decenni alberga nel clan genoano: l'euforia, pessima compagna di viaggio appena giunge qualche risultato utile. Guai se si iniziasse a mirare Samp, Toro e altre compagini non più lontane anni luce. Guardarsi alle spalle è un imperativo da non trascurare: altro che voli pindarici.
                                                                                          PIERLUIGI GAMBINO


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