Genoa, l'anno scorso queste partite si sarebbero vinte

20.10.2025 11:10 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Sono segnali sinistri, quelli provenienti da Marassi, dove il Genoa non trova il modo di capitalizzare una superiorità numerica per oltre mezza partita e un rigore a favore fischiato ad un minuto dal termine del recupero. Due opportunità ghiotte, che qualsiasi altra squadra di serie A avrebbe colto al volo per firmare il primo successo stagionale, abbandonare la zona calda e insinuare nella mente dei consueti trentamila pensieri meno foschi.

E' finita con un'assordante bordata di fischi all'indirizzo dei beniamini di casa, incapaci di battere anche il Parma dopo aver toppato nel match d'apertura contro il Lecce. La classifica è sempre più disastrosa, ma ancor più preoccupa l'estrema pochezza di una squadra che continua ad accusare un fortissimo mal di gol in specie quando deve “fare” la partita e l'antagonista si chiude.

Vieira, in mancanza di alternative potabili, si affida ancora una volta in regia a Malinovskyi, reduce da una parentesi trionfale con la rappresentativa ucraina, ma l'ex atalantino capirà presto che il tatticismo delle gare di serie A è ben più impegnativo. Troppi i suoi errori, soprattutto di mira, pur essendosi presentate ghiotte chances di tiro. Con o senza responsabilità di Ruslan, la manovra genoana non brillerà mai per rapidità, fantasia e imprevedibilità. Mille passaggetti per arrivare a metà campo, inutili stop del pallone quando occorrerebbe giocare di prima, mai un tentativo concreto di guadagnare con un dribbling la linea di fondo per un cross minimamente pericoloso.

Il Parma nel primo tempo non deve affannarsi per difendere il fortino, insidiato solo da un'inzuccata di Vitinha sul primo palo, disinnescata da Suzuki. E' il solito Grifone, che mastica un calcio inefficace e sterile esaltando le qualità delle aitanti guardie scelte emiliane. Ci vorrebbe una svolta clamorosa, ed eccola servita sul piatto d'argento al 42' dall'incauto difensore ospite Ndiaye (gendarme insuperabile nel gioco aereo) che, già ammonito, si vede mostrare un altro sacrosanto cartellino giallo lasciando in dieci uomini i compagni.

Vieira, con sagacia, lascia negli spogliatoi Sabelli, ormai senza avversario, e immette un altro calciatore offensivo, Carboni per scardinare dalla zona esterna la munita fortezza dei crociati. Non manca qualche conclusione dalla distanza verso Suzuki, tonico e attento, ma mai chiamato agli straordinari. E' un Genoa monocorde, che non trova varchi vincenti per mancanza sia di tecnica sia di fisicità nei sedici metri.

Verso l'ora di gioco esce Vitinha, latitante da tempo, ed entra l'invocatissimo Venturino, ma i rossoblù non sfondano e a metà ripresa Vieira ci prova con Colombo ed Ekhator, proponendo una squadra a trazione anteriore, con tutta o quasi la forza d'urto a disposizione. Il Parma alza sempre più la Maginot, favorito dalla pochezza degli avanti locali, e se la cava con onore, pur ricorrendo a qualche censurabile ma comprensibile perdita di tempo. All'81' ecco Cornet, uscito di recente dall'infermeria: è l'ultima carta da calare per intascare in qualche modo i tre punti. Un minuto più tardi Venturino con un “lob”a giri contati serve il compagno di Nazionale Ekhator, il quale di testa all'indietro spedisce nell'angolino basso da breve distanza: in trentamila esultano in anticipo, ma Suzuki – non a caso nel mirino del Milan per la sostituzione di Maignan – compie un balzo fantastico sulla propria destra e allontana la minaccia. Ma come ha fatto? - ci si chiede.

Non manca il tempo per un ultimo assalto e quando Ekhator, al 95', scarta d'imperio l'ingenuo Troilo facendosi atterrare  a due passi dal portiere e inducendo l'ottimo arbitro Sozza a indicare il dischetto, il più sembra fatto.

Designato è Cornet, sulla carta il genoano tecnicamente più dotato, ma ahinoi l'ivoriano, invece di osservare Suzuki, che battezza in anticipo il tiro tuffandosi sulla propria destra, sparacchia proprio lì invece di cambiare angolo come dovrebbe fare un rigorista di livello, Il giapponese è un gatto e vola a respingere, nella disperazione di tutto uno stadio.

Tutto il Parma, così, festeggia (abbracciando il proprio prodigioso numero uno) un punto che vale quanto una vittoria mentre il Grifo archivia quest'ennesima pagina nera come un perfido segno del destino. Mettiamoci pure una buona dose di jella e la bravura indiscussa del portierone avversario, ma i rossoblù hanno contribuito parecchio a rinviare ulteriormente il primo acuto stagionale. Certe gare, nello scorso campionato sarebbero state vinte, ma ora è cambiato il vento e sul cielo del Genoa si infittiscono nuvoloni nerissimi.

Vieira ha sbagliato certamente ad inserire così tardi Ekhator - il suo giocatore più in forma - ed è normalissimo, con certe risultanze, che inizi ad essere in discussione anche agli occhi dei dirigenti. Lo scorso anno mister Patrick è stato spesso spinto da una sorte amica, ma ora sta pagando quei teorici aiuti con gli interessi.

                         PIERLUIGI GAMBINO


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