Genoa, all'Olimpico pochi sussulti ma non è già tempo di giudizi definitivi

21.11.2016 15:03 di  Alessio Semino   vedi letture

"Se io fossi il giudice, mi inginocchierei" dicono gli Afterhours in uno dei loro ultimi brani diffusi in radio dal titolo Se io fossi il giudice. Perché scegliere questo brano nella nostra rubrica settimanale? Probabilmente perché, ad oggi, ci si trova nel momento clou della stagione rossoblu ed è sì tempo di giudizi provvisori, ma non certo definitivi. 

Aprendo televideo oggi si apprende che il Genoa dispone di 16 punti in classifica, una gara da recuperare e un calendario ostico ma potenzialmente ricco di sorprese. In altre parole, volendo leggere tra le righe: questo Genoa di Juric, dopo 13 giornate, ha già raccontato una storia in chiaroscuro non priva di colpi di scena. In positivo e negativo.

Tra le note negative senza dubbio il derby perso contro la Sampdoria, probabilmente un passo falso che ancora incide sulla testa dei calciatori rossoblu; tra quelle positive, invece, il buon ruolino di marcia in casa, in un "Ferraris" che ha fruttato al Grifone ben dieci dei 16 punti totali sin qui acquisiti, e un atteggiamento tattico che in alcuni momenti della partita finisce per mettere alle corde l'avversario. Prendendo volontariamente due sfide disputate a mesi di distanza per cercare di dare un filo conduttore a questa prima parte di stagione, basti rivolgere il pensiero ai finali di gara con Napoli e Udinese: in queste partite soltanto Reina e Karnezis hanno potuto impedire che l'inerzia delle sfide volgesse a favore del Genoa e permettesse a Juric e brigata di fare bottino pieno. 

La sensazione è che il Genoa abbia la necessità di ritrovare una di quelle prestazioni che solo il popolo rossoblu conosce. Magari di una di quelle partite al cardiopalma grazie alle quali, se esci vincitore, risulti temprato per diverso tempo e puoi vivere di rendita. A buon intenditor poche parole: il tifoso Genoano da sempre apprezza con un po' di sano masochismo la sofferenza, soprattutto quando sente di poter decidere le sorti di una partita stando vicino al Grifone e a chi ne veste la casacca. Per dirla con gli Afterhours, "ognuno ha un modo di abbracciare il mondo: il modo che ho io è soffrire fino in fondo".

E a volerli riprendere ancora, giocando fuor di metafora e trovando qualche analogia, il Genoa post-disfatta dell'Olimpico sembrerebbe potersi ritrovare anche in altri versi di questo brano. Versi che inoltre parrebbero descrivere al meglio l'andamento di questo campionato, forse già chiuso per quanto riguarda la pratica scudetto e tuttavia molto fluido e altalenante nelle zone calde di alta e bassa classifica. 

"In mezzo a tutta questa casualità, chi scappa, chi è di pietra, chi si converte a Dio, chi spiega le ali e vola via". A volerlo collocare, il Genoa non è né di pietra né in procinto di spiccare il volo e convertirsi. Lo troviamo piuttosto immerso nella casualità, prospettiva che non deve creare illusioni ma nemmeno far disperare. Meglio giudicare più avanti ed evitare di inginocchiarsi: domenica arriva la Juventus e questo Genoa ha bisogno di un'ampia corte di avvocati difensori.


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