Genoa, cercansi attenzione e tenuta alla distanza

07.12.2025 17:02 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

La batosta di Bergamo, pur con parecchi insegnamenti e indicazioni, è passata liscia sulla pelle del Genoa e non ha certamente turbato Daniele De Rossi, ora impegnatissimo a salvaguardare, con le unghie e coi denti, il tesoro più importante: la sua imbattibilità in campionato

La tappa di Udine si piazza perfettamente a metà strada tra le agevoli e le proibitive: il classico appuntamento dal quale si può trarre il massimo ma anche restare con le pive nel sacco. Lo scorso anno l'etichetta di “fortunello” appiccicata a Patrick Vieira ebbe proprio allo stadio Friuli la sublimazione con quella superiorità numerica sancita al secondo minuto e pronuba di un successo forse inatteso e senz'altro qualificante. Ovvio, ripetere l'impresa è al colmo delle speranze di tutto il clan genoano, ma pure il singolo punticino sarebbe accolto con la fanfara.

Non è il momento più propizio per fronteggiare i friulani, che dividono con la Lazio l'ottava piazza e navigano placidi nel mare della tranquillità, senza particolari velleità europee ma in grado di giocare ogni match con la consapevolezza della propria forza.

Il Grifone – Coppa Italia a parte – è immerso in un periodo abbastanza favorevole, con risultati tuttavia non sufficienti per allontanarsi dal baratro. C'è da sputar sangue in ogni partita, sempre per la sopravvivenza e non per altri obiettivi più ambiziosi, confidando di mantenersi a galla sino al mercato di riparazione.

L'uomo di Ostia ha capito a metà settimana che il parco riserve è probabilmente il più debole della serie A e non gli consente di varare alternative plausibili alla solita formazione. In teoria, il solo ballottaggio in vita concerne la fascia sinistra e coinvolge Martin ed Ellertsson: è favorito il primo, dotato di piede educatissimo su corner e calci fermi, ma la maggiore fisicità dell'islandese è una tentazione in una gara contro una squadra di colossi. Per il resto, nessuna novità in cantiere nell'auspicio che Marcandalli in terza linea si affranchi da certe sbavature e che Malinovskyi regga per almeno un'ora. Spazio scontato in avanti alla coppia di rifioriti attaccanti composta da Vitinha e Colombo, finalmente col morale alto, e più indietro a Thorsby, la cui propensione al gioco aereo potrebbe rivelarsi ancor più preziosa del solito.

Quale la linea di condotta derossiana? Evitare i cali nella ripresa che caratterizzano ogni trasferta, con un dominio nel primo tempo ed un prosieguo di gara alquanto sofferto e monopolizzato dagli avversari. Eppoi prestare la massima attenzione sui corner, cercando di eliminare certe distrazioni degli esterni, incaricati di presidiare il secondo palo, e degli attaccanti improvvisati gendarmi.

L'Udinese è squadra strana, capace di prestazioni eccelse e anche di prolungati obnubilamenti, Il suo “gioiello” è naturalmente Nicolò Zaniolo, fulgido talento rovinato a lungo da limiti caratteriali e bizze assortite. Pare abbia messo la testa a posto, diventando la luce che illumina una manovra altrimenti grigia e fondata quasi esclusivamente sulla straordinaria forza fisica dei suoi compagni. Da temere, per carità, la vigoria e i centimetri del suo partner Adams, ma anche le accelerate di centrocampisti ed esterni dotati di “gamba”, autentici specialisti di un calcio magari ruvido ma efficacissimo. Sulla carta, un problemone per il Genoa, che in fatto di statura e larghezza di spalle risulta altamente deficitario. Anche per questo motivo mister Daniele predica maggiore pulizia nella trama, da condurre prevalentemente rasoterra scongiurando quei lanci lunghi che sarebbero prede sicure per i marcantoni del tedesco Runjaic. Ma può il Grifone forzare abiurare la tradizionale tendenza a saltare pari pari il centrocampo?

La sfida è alla portata, ma occorrono un Genoa sul pezzo dal principio alla fine e – chissà... - un'Udinese che sottovaluti lievemente l'impegno e si conceda una delle sue frequenti vacanze mentali. Di sicuro, con l'Inter alle porte, Vasquez e compagni non possono proprio permettersi di tornare dal Friuli con le tasche vuote.

                         PIERLUIGI GAMBINO


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