Genoa, chiarezza sui rigori, guai a sprecare il sostegno dei tifosi

21.10.2025 16:07 di  Franco Avanzini   vedi letture

Nella giornata del riposo settimanale in casa Genoa, resta l'amaro in bocca per un successo che ancora una volta non è arrivato. Analizzare i perché ed i per come i tre punti viaggino distanti da Genova non è semplice. In fondo la possibilità per vincere contro il Parma c'è stata, all'ultimo respiro, con una massima punizione che, quasi sempre, viene trasformata. Questa volta non è andata così. Il Grifone coi penalty sembra avere un corto aperto, due lo scorso anno, entrambi ribattuti dai portieri di turno ma poi trasformati in gol sulla ribattuta ed uno in questa stagione ribattuto ma questa volta lateralmente e quindi con l'impossibilità di riprendere palla e magari depositarla in fondo al sacco.

Il tecnico Patrick Vieira negli spogliatoi ha chiaramente fatto capire che non ci sia un rigorista preposto per la battuta. Una situazione strana: spesso e volentieri ogni squadra decide anticipatamente chi sia il rigorista numero uno e la sua riserva. Un esempio lo avevamo visto lo scorso anno a Udine quando Lucca batté un rigore dopo un litigio con Thauvin che sarebbe dovuto essere l'incaricato numero uno. I compagni non la presero bene, il tecnico meno ancora, tanto che lo sostituì subito dopo la battuta, peraltro positiva con annessa rete.

Forse sarebbe stato giusto avere un rigorista ufficiale che si prendesse la briga di calciare quel tiro dagli undici metri. Sia chiaro, hanno sbagliato Campioni come Totti o Ibrahimovic, stessa sorte è toccata a Cristiano Ronaldo quindi può anche sbagliare Cornet. Il problema è dovuto soprattutto dal fatto che il genoano fosse l'ultimo entrato in campo anche se, a sua discolpa, c'è il fatto che si sia preso questa grande responsabilità. Ma da domani andrà deciso preventivamente una lista di giocatori abili alla battuta di un secondo eventuale rigore che il Genoa abbia a favore.

C'è poi un altro discorso da fare: il Genoa è una squadra molto giovane. Manca di esperienza e anche di una guida in campo che li consigli e li dia una mano nei momenti di difficoltà. Due giocatori in questa squadra mancano incredibilmente. Uno è Bani che, grazie alla sua esperienza, avrebbe potuto guidare i più giovani e l'altro è Badelj che in mezzo al campo sarà stato anche lento ma di certo sapeva far girare la sfera aiutando i compagni. Ovviamente è facile parlare di chi non c'è più ma in mezzo al campo manca un giocatore che sappia dettare i tempi. Al momento ci sta provando Malinovskyi ma in un ruolo che non è propriamente il suo.

Rialzare la testa, ripartire e soprattutto andare alla ricerca della prima vittoria sarà il punto di partenza per il Genoa. Torino tappa non semplice ma i granata hanno un percorso altalenante, due successi, altrettanti pareggi e tre sconfitte. I rossoblu dovranno tirare fuori gli artigli anche perché saranno seguiti da quasi 2.500 tifosi che non potranno e non dovranno tornare in Liguria delusi. Il rapporto coi sostenitori è troppo importante per sprecarlo in maniera scellerata: i fischi di fine gara contro il Parma devono essere un monito  da cancellare fin da subito per non fare che diventino una consuetudine.


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