Il Genoa a caccia di conferme può sfruttare i guai del Toro

02.09.2023 17:12 di  Pierluigi Gambino   vedi letture

Stavolta la psicologia appare una preziosa alleata del Grifone. I tre punti piovuti come manna dal cielo di Roma hanno cancellato parecchi patemi in casa Genoa e assestato la classifica, non più deficitaria. Guai ad illudersi che tutte le ciambelle escano col buco, ma scendere in campo a Torino con il morale alle stelle è un vantaggio cospicuo, specialmente se paragonato agli stenti della squadra avversaria.

Il fattore ambientale rema certamente a favore del Grifo. Infatti, i supporter torinisti non sono felicissimi ed hanno la netta sensazione che per l'ennesimo anno il presidente Cairo li abbia presi per i fondelli con una politica di mercato contraddittoria e non certo esaltante. Mister Juric, in cuor suo, dà ragione al popolo granata e non nasconde certe smorfie di disappunto e di preoccupazione, ma al di là di un probabile cambiamento di modulo – dal 3-4-2-1al 3-5-2, che garantirebbe maggiore equilibrio – non sa proprio cosa inventare.

Di sicuro il pari casalingo in bianco col modesto Cagliari e la rovinosa sconfitta nella San Siro rossonera hanno azionato il campanello d'allarme. Neppure la difesa, consueto marchio di fabbrica del mister croato, sta funzionando, ma i problemi più spinosi riguardano la fase realizzativa. Il centravanti titolare, l'ex di turno Sanabria, è in infermeria e il suo sostituto, il genoanissimo Pellegri, è ormai passato dall'etichetta di enfant prodige a quella di atroce delusione. arrivato fresco fresco Duvan Zapata dall'Atalanta, perdippiù senza il sacrificio dell'idolo Buongiorno, ma l'ex doriano partirà dalla panca. Così, la manovra offensiva del Toro è ristretta a qualche iniziativa di mezze punte e centrocampisti, che però non hanno nella costanza di rendimento una prerogativa.

Il clan genoano si aspetta una contesa diversissima da quella dell'Olimpico. La Lazio opera di fioretto, cerca i gol attraverso mille passaggetti e le classiche imbucate, mentre il Toro è squadra più muscolare, fisicamente e atleticamente più temibile ma forse meno provvista di tecnica. Le insidie per i gendarmi rossoblù saranno insomma differenti: qualche strappo sulla trequarti dei granata più virtuosi e vagonate di traversoni dalle fasce per capitalizzare i centimetri in abbondanza della truppa piemontese

L'atteggiamento del Grifo però non dovrebbe cambiare. Gilardino, dopo aver puntellato la proprio panchina, non più traballante, chiede ai suoi di ripetere l'approccio di Roma, ovviamente confidando in un'altra gradevole sorpresa in area avversaria. E se ci fosse da difendere, con le unghie e coi denti, nessun problema: Badelj e compagni – assorbita la sbornia rimediata dalla Fiorentina – sono ridiventati maestri nel chiudere ogni varco.

La formazione rossoblù non dovrebbe presentare sorprese. Il modulo ad albero di Natale è risultato efficace anche perché consente di impiegare un secondo rifinitore, Maljnovskyi, dal quale Gila pretende un progresso a livello di tenuta atletica e brillantezza, visto che già  Roma il suo tocco di palla è emerso. D'altronde, sarà basilare garantire munizioni al fuciliere scelto Retegui, e l'ucraino è più indicato a svolgere questa mansione.

Se, poi, lo sviluppo del match mostrasse qualche eccessiva sofferenza, ci sarebbe tempo per intervenire riproponendo la difesa a cinque. Molto dipenderà dalla condizione fisica di Badelj e Strootman a ripresa in corso. Dopo la sosta, ci sarà anche Kutlu per gli avvicendamenti a centrocampo.

Si annuncia un match ispido ma non proibitivo, anche se un gol del Toro renderebbe il compito degli ospiti improbo. Fondamentale sarà non allentare la cintura difensiva davanti a Martinez, al quale il lavoro – specialmente nelle uscite alte – non mancherà certamente.

                          PIERLUIGI GAMBINO


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