Una squadra in chiara involuzione. Da Ocampos gli unici raggi di luce

21.11.2016 13:07 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

E' andata già di lusso che Montella, nella sfida di Marassi, si è suicidato regalando ai rossoblù una coppia milanista di destra disastrosa come quella formata da Poli e Honda. Quel successo dai contorni numerici sin troppo ampi contro il Milan affranca il Grifo da un bilancio pessimo nell'ultimo mese di campionato. Per il resto, i numeri sono impietosi: a parte i tre gol a spese del Diavolo, ecco i pareggini stiracchiati e ingloriosi con Empoli e Udinese, a spezzare una serie preoccupante di passi falsi.

Intendiamoci, c'è anche una bella dose di jella nelle sconfitte genoane: infatti, aver dovuto affrontare Atalanta e Lazio nei loro momenti bioritmici più elevati è stata una jattura. Due mesi fa, le due attuali mattatrici del campionato non erano così ispirate ed efficaci, ma questo è il calcio. Insomma, perdere a Bergamo e all'Olimpico biancoceleste ci poteva anche stare, ma dopo aver sfruttato al meglio i turni casalinghi con due provinciali: obblighi non rispettati.

Il piatto della classifica non piange più di tanto e le distanze dalle quattro cenerentole rimangono oltremodo rassicuranti, ma la china imboccata non è felice a nessun livello. Dopo le prime battute di campionato, che forse avevano eccessivamente illuso sulla reale caratura di quest'organico, anche l'espressione di gioco è scemata, e siccome a questo calo non è corrisposta una crescita nella concretezza e nel cinismo, ecco che i risultati ne scapitano.

Purtroppo non si riesce a gioire per i pallidi ma non trascurabili progressi in attacco, che la difesa da punto di forza si è ritrasformata in colabrodo. Mister Ivan è alla ricerca, per ora vana, di una regolarità di rendimento da parte dei suoi gendarmi. Orban, dopo un paio di partitacce, era risorto perentoriamente con l'Udinese sciorinando una prova da “otto”, ma a Roma è ripiombato agli inferi macchiandosi di un fallo da rigore che neppure un diciassettenne avrebbe commesso e nel recupero si è fatto pure cacciare. Collettiva invece la colpa della terza linea sulla terza rete laziale, quella che ha ucciso le residue speranze di recupero, ma anche a Bergamo s'era registrata una frittata sesquipedale in fase di disimpegno: altra fase di gioco da migliorare al più presto.

La verità è che il Genoa ha i cingoli piantati sul terreno, è povero di brillantezza e involuto in ogni settore, compreso il centrocampo, dove i vari Veloso, Rincon, Rigoni (sempre più sofferente in quel ruolo avanzato che non gli si confà) avrebbero bisogno di rifiatare. Il portoghese, se non altro, guarderà dalla tribuna il prossimo match. La coperta però è corta e le alternative non convincono il trainer, obbligato a fare il fuoco con una legna di non eccezionale qualità.

In questo cielo nuvoloso, si intravvede però qualche squarcio di sereno. Ocampos non è ancora costante nei novanta minuti, ma è nuovamente andato a bersaglio e Ninkovic ha ribadito certe doti interessanti. I due baby rappresentano la speranza in un futuro meno travagliato, una luce che dovrà essere meno sporadica e diventare più continua. Basteranno? Dovranno bastare, almeno sin quando Pavoletti non scaccerà il malocchio che lo perseguita. Il nuovo infortunio suscita tonnellate di apprensione e nel contempo devia nuovamente i riflettori sul suo giovane rimpiazzo, Simeone, smarritosi dopo quell'inizio scoppiettante.

Il prossimo appuntamento, ospite il rullo compressore Juventus a Marassi, non giunge sgradito. Juric avrà modo di provare qualche nuova soluzione in mezzo al campo e chiederà a tutti una prova d'orgoglio, conscio che qualsiasi risultato migliore di una larga sconfitta sarebbe ben accetto. Sono quelle successive – Chievo e Inter in trasferta, recupero con la Fiorentina e sfida col Palermo a Marassi – le cartine tornasole per un Genoa che non ha ancora una fisionomia precisa e andrà certamente rinforzato a gennaio. Altro che Rincon in partenza...

PIERLUIGI GAMBINO


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