La Juve attuale non è inarrestabile ma in attacco servono segnali di risveglio

04.12.2021 16:33 di Pierluigi Gambino   vedi letture

Dopo il Milan, la Juve: tanto per gradire. Proprio nel momento della ricostruzione, mister Shevchenko è alle prese con l'avversario peggiore: un calendario terrificante. Vero che in un periodo di cantiere aperto si sarebbe rischiato di sprecare l'occasionissima derivante da avversari morbidi, ma è altrettanto rispondente a verità che l'ambiente, depresso da una classifica spaventosa, avrebbe avuto bisogno di qualche impegno più abbordabile per risollevare un morale sceso sotto i tacchi.

Il tecnico ha presto deciso di ridurre il lotto dei giocatori degni di utilizzo, insistendo su un numero ristretto di individui, al fine di cementare un blocco ben preciso, ma questo suo provvedimento sta sortendo risultati insufficienti soprattutto dalla cintola in su. Non che la difesa – abbattuta da tre siluri milanisti – sia monda da difetti, ma in questo settore regna una certa abbondanza e gli interscambi sono risultati discretamente funzionali. Senza contare che grazie ai recenti recuperi di Vanheudsen e Bani regna una certa abbondanza, tale da indurre Sheva a programmare qualche novità nel settore anche a Torino. Il primo indiziato di... riposo è Masiello, in teoria ottimo interprete del ruolo di centrale e uomo adattissimo ad agire in trincea, ma tre gare in otto giorni appaiono uno sforzo esagerato per il quasi trentaseienne figlio d'arte. Le sue mansioni potrebbero toccare a Bani, con la conferma sia di Zinho (non disprezzabile mercoledì al ritorno dopo lunga pezza) sia di Vasquez, non brillantissimo contro il Milan ma pur sempre il più affidabile sul fronte mancino, in attesa che rientri capitan Criscito.

La copertura complessiva potrebbe essere influenzata anche dalla scelta dei centrocampisti. Sturaro e Rovella – il primo ex juventino, il secondo bianconero dal prossimo luglio – hanno raggiunto parecchi compagni in infermeria, riducendo ulteriormente il ventaglio delle opzioni. Una chance merita Galdames, che il trainer sinora ha trascurato più del dovuto, ma anche Touré potrebbe essere della partita, col compito precipio di spezzare le trame della Vecchia Signora. Qualche pretesa vantano pure Behrami ed Hernani, che però da mesi non ingrana.

Improbabile che sulle fasce si registrino novità: Ghiglione risulta più funzionale di Sabelli e Cambiaso non avrà alternative plausibili sino al rientro di Fares.

Il reparto mediano è in grado di reggere l'assalto di Madama, ma nel calcio, come noto, oltre alla fase di filtro, ne esiste una propositiva, e qui non si intravede neppure un pallido fascio di luce. Rispetto alla sfida con la Roma, a Udine e contro il Diavolo si è notato un Genoa più intraprendente e meno votato ad una strenua difesa, ma in fatto di pericolosità, siamo ancora lontanissimi da un livello apprezzabile.

Il centrocampo fa diga ma costruisce con estrema fatica per proprie carenze tecniche e anche per l'apporto minimale ricevuto da parte dei due attaccanti. All'Allianz Stadium è probabile che suoni la diana per Pandev, con l'uscita dell'impalpabile Bianchi, nella speranza che il macedone, nell'ora di autonomia che gli consentono i 38 anni suonati, inventi una giocata delle sue. Ovviamente, anche Goran necessiterebbe di un partner capace di dialogare con identico linguaggio, ma – in attesa di Destro, il cui rientro slitta costantemente -  dovrà accontentarsi di Ekuban, utilissimo sin quando il risultato è favorevole con la sua robustezza e la sua generosità ma assolutamente non decisivo quando si tratta di buttarla dentro.

L'appuntamento resta improbo, anche se la Juventus attuale sta ansimando e neppure a Salerno – oltre agli scontati tre punti – ha raccolto consensi. Il suo centrocampo non vale la metà a sinistra della classifica, e di ciò scapita la qualità della manovra, ma quando si dispone di individualità del calibro di Dybala, Bernardeschi, Locatelli e Cuadrado (quasi sempre decisivo nelle situazioni più delicate), è assai più agevole mascherare una crisi. Allegri pare aver trovato il modulo più idoneo per la rosa juventina, il 4-2-3-1, e difficilmente tornerà indietro.

Il Grifo proverà a resistere, ricalcando in tutto e per tutto la prestazione fornita a Udine, ma l'antagonista di turno, rispetto ai friulani, ha ben altre risorse e qualità. Qualche provinciale è riuscita a fermare la truppa di Allegri, e certi precedenti aiutano a... crederci, ma per sfangarla occorrerà sia un bunker genoano privo di incrinature, sia qualche iniziativa insidiosa in avanti. Ergo, da una squadra all'asciutto da quasi trecento minuti, si attende non un piccolo progresso ma una vera e propria metamorfosi.

                                                    PIERLUIGI GAMBINO


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