Onore salvo e anche la classifica, Inter di un altro pianeta

15.12.2025 11:29 di  Redazione Genoa News 1893   vedi letture

Sconfitta con corollario di rimpianti, ma contenuti, e non solo perché - se escludiamo il successo del Verona a Firenze – il turno di campionato è passato senza soverchi danni in graduatoria. L'Inter è una schiacciasassi anche quando ha l'infermeria piena di titolarissimi e ne lascia per scelta tecnica qualcun altro in panca per il più classico dei turn over. Probabilmente avrebbe ugualmente vinto, ma la predica di mister De Rossi (a proposito, addio alla sua imbattibilità in campionato) non è ascoltata dal portiere Leali, che dopo 6 minuti va giù come un sacco e in netto ritardo su una telefonata di Bisseck: la palla si infila nei pressi del palo. Natale per il coloured nerazzurro è giunto con ampio anticipo. Peccato, perché i rossoblù erano partiti a spron battuto, con un prorompente Norton-Cuffy a imperversare sulla fascia destra.

La partenza ad handicap di fronte a questo po' po' di campioni equivale ad una condanna a morte. Infatti, il Genoa trascorre tutto il primo tempo in balìa di un antagonista troppo più forte. L'uomo di Ostia, oltre ad inserire secondo logica Frendrup per Masini, punta sull'atletismo di Ellertsson escludendo il più statico Thorsby, ma il precoce 0-1 manda a pallino qualsiasi piano. La Beneamata controlla da par suo senza sudare più di tanto: con la fisicità che si ritrova, soffoca impietosamente Vitinha e Colombo, che non la prendono mai.

Il fitto palleggio degli ospiti irretisce il Grifone, che subisce soltanto e dopo che – a metà tempo - una splendida azione corale si spegne tra le braccia di Leali, al 38' arriva la seconda mazzata. Tanto di cappello a Lautaro, che si libera sulla sinistra ed espolode una sassata telecomandata verso il secondo palo. Esecuzione magnifica, ma non è possibile che Marcandalli si sia fatto spostare come fosse un fuscello dal tocco deciso ma non falloso del capitano interista. Questi match così' impegnativi servono se non altro alla società per capire che il giovane difensore non è idoneo a certi contesti, mentre il suo partner Otoa spicca per fisicità, puntualità di intervento e felice tocco di palla: lui sì promosso a pieni voti.

A metà gara l'impressione è che gli uomini di Chivu non abbiano neppure sudato per imporre la loro superiorità: tra le due squadre, la differenza è parsa abissale. L'avvio di ripresa non segna un risveglio perentorio dei rossoblù, che continuano a faticare e per minuti interi sono rugbisticamente schiacciati nella propria trequarti, come fossero in prigione. E quando qualche rossoblù sfugge alle maglie della rete iinterista, ecco il fallo sistematico, che rientra fra gli insegnamenti del mister rumeno. Solo il difensore Akanji cade nella trappola del cartellino giallo, e sarà un provvedimento condizionante. Infatti, dopo l'ingresso di Ekuban e Colombo, è proprio il neo-entrato al 68', su lungo lancio di Martin verso sinistra, a ingannare senza toccare palla lo svizzero dell'Inter, che per timore dell'espulsione non interveniene su Vitinha, bravo a scattare verso Sommer, a scartarlo e a depositare la sfera nella porta sguarnita. Per la cronaca, è stata forse la prima palla toccata dal portoghese, sino a quel momento latitante, ma.... va benissimo così.

Gara riaperta, con parecchio tempo ancora disponibile. La Beneamata perde parecchia baldanza, inizia ad impaurirsi e Chivu è costretto ad inserire forze fresche del calibro di Thuram e Mikhtaryan, due abituali titolari. Risponde De Rossi immettendo Gronbaek ed Ekhator per accrescere tecnica e vivacità in prima linea. Proprio il norvegese calcerà una punizione dal limite, però troppo centrale per impensierire Sommer. Esce anche Lautaro, rilevato da Diouf, altra  mossa conservativa.

L'Inter non traballa ma soffre enormemente e all'84' ad aiutarla provvede un anonimo balilla che dalla Nord – chissà per quale motivo – lancia sul terreno un fumogeno, utile solo a consentire agli ospiti di rifiatare per oltre due minuti. Nel prosieguo Leali riscatterà l'erroraccio iniziale respingendo una testata prepotente di Thuram e all'alba del recupero sarà Sommer, in due tempi, a salvare il novello primato interista bloccando in due tempi il disperato tentativo di Ekhator.

Sconfitta legittima nel quadro dei valori in campo ma contenuta nel punteggio e oltremodo onorevole. Non è in certi match che il Grifo può artigliare la salvezza, obiettivo alla portata in specie dopo un turno che è arriso solo agli scaligeri. Resta, sullo sfondo, una patina di rammarico legata alla topica iniziale di Leali, ma non è proprio il caso di rovinarsi le notti a rimuginare.

                          PIERLUIGI GAMBINO


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